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Mauro Ermanno Giovanardi

Il mio stile

Era la fine degli anni Ottanta a capolino verso i Novanta e su un palco alla Cascina Monluè di Milano si esibivano i Carnival Of Fools e la voce misteriosa e calda era quella di un certo Joe, così si faceva chiamare, diminutivo di Mauro Ermanno Giovanardi. Qualche anno dopo lo stesso Joe dava vita insieme a Cesare Malfatti ai La Crus per poi scioglierli definitivamente nel 2008 con una coda esclusiva nel SanRemo 2011. Passati 25 anni, più o meno, viene il tempo di raccogliere le trame della tela intessuta e verificare cosa è rimasto di quelle esperienze e cosa c’è di nuovo; capire quale delle precedenti era la chiave di presentazione del Joe del 2015;  presentare quella che più lo descrive nella sua forma artistica.

In una delle tante interviste che hanno accompagnato l’uscita dell’ultimo suo disco lui stesso ha sottolineato che ha “… voluto cercare, dipingere e presentare Il mio stile” e,  riprendendo l’ultima del booklet: “Come tutti al mondo un giorno dovrò dire addio ma se c’è un segno che posso lasciare voglio che almeno sia il mio”. Lo stile di Mauro Ermanno Giovanardi abbiamo imparato a conoscerlo negli anni ed è stato quello del periodo post punk o new wave, delle dark band ispirate a Nick Cave, del rock e dei poeti maledetti dei primi La Crus.

Ma quale di questi è prevalso negli anni? Tutti e nessuno, qualcosa o pezzi, ma sicuramente la calda espressività di una voce inconfondibile nel panorama musicale italiano.E quando si vuole presentare una sorta di fotografia, la classe, lo stile, l’eleganza si riversa anche nel package, e il piccolo CD versione LP contenuto nella  confezione de Il mio stile ci riporta a quel 1991, quando sotto il palco della Cascina Monluè era in vendita il vinile dei Carnival.

Ascoltiamolo, viviamolo, assaporiamo le mille sfumature di un lavoro che prende il titolo da una cover di Leo Ferrè presente nel disco, Il tuo stile. Un disco tutto “suonato” nel vero senso della parola e quindi in stile meno La Crus: poca elettronica e tanti fiati. Un disco chiaro, pulito a tratti delicato, lontano dai Carnival, anche se qualche sfumatura black la si percepisce nelle prime tre canzoni del disco (Sono come mi vedi; Se c’è un Dio; Tre volte) dove echeggiano le ispirazioni tratte dalle colonne sonore tanto care a Joe. Un disco però alla Giovanardi (questa foto e la precedente sono scatti di Alessandro Gabini) nella lettura delle situazioni e nell’interpretazione personale di uno stile apparentemente diverso come quello del brano regalato da Gianmaria Testa, Anche senza parlare. La malinconia spesso incontrata in tanti dischi del periodo La Crus la ritroviamo sfumata in Nel centro di Milano. Ma allora qual è lo stile di Mauro Ermanno Giovanardi, è quello delle orchestre d’archi presenti in qualche suo lavoro o è quello con tanti cori e fiati di quest’ultimo?

Il suo stile è stato sempre fare quello che ha voluto con la musica, con la voce, con le parole, anche quando non erano le sue, ma che si sentiva vestite addosso comunque, che raccontavano e raccontano della vita attraverso l’amore, in un abbraccio costante come nella copertina dell’ultimo disco: sintesi, equilibrio e armonia, la stessa che sembra ricercare Giovanardi in questo suo ultimo lavoro.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Leziero Riscigno - Roberto Vernetti
  • Anno: 2015
  • Durata: 40:52
  • Etichetta: Fuorivia/Incipit Records/EGEA

Elenco delle tracce

01.  Sono come mi vedi
02.  Se c'è un Dio
03.  Tre volte
04.  Su una lama
05.  Il tuo stile
06.   Aspetta un attimo
07.   Quando suono
08.   Più notte di così
09.  Nel centro di Milano
10.   Come esistere anch'io
11.  Anche senza parlare

Brani migliori

  1. Quando suono
  2. Anche senza parlare
  3. Il tuo stile

Musicisti

Leziero Rescigno: batteria, piano, organi solina, mellatron, cimbali - Marco Carusino: basso, chitarra elettrica, chitarra acustica, cori, slide  -  Max Zanotti: trombone  - Davide Ghidoni  - tromba - Gabriele Bolognesi: sax, legni - Lele Battista: cori  -  Matteo Curallo: piano, cori  - Paul Rosette: cori  -  Sherrita Duran: cori - Silvio Pozzoli: cori  -  Barbara Cavalieri: cori  -  Luca Guidi: chitarra acustica  -  Daniele Savoldi: violoncello