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Virginiana Miller

Il primo lunedì del mondo

Una fotografia sfocata e notturna, che lascia in bocca un senso di incompiutezza e distanza, un sorriso tagliato, un attimo di pensosità bruciato dalla luce artificiale della strada: i Virginiana Miller, uno dei più longevi e coerenti gruppi della scena indipendente italiana, al loro ventesimo anno di attività, tornano con un album umido di disincanto, che riconosce lontano da ogni metafisica che «siamo resti di un naufragio» (Acque sicure).


In queste canzoni, tra l’ariosità mesta e severa dei fiati, gli arpeggi nostalgici delle chitarre e la melancolia delle tastiere, diffusa come l’aria fumosa e particellare che si agita sotto la luce di un lampione, un’inquieta ricerca di un senso sparpaglia oggetti e confonde le destinazioni, mentre aspirazioni e illusioni sono sbrindellate dai morsi della noia e dai tagli dei fallimenti.


Il calor fondo della voce di Simone Lenzi descrive il perimetro che porta ad incontrarsi e interrogarsi su cosa resta delle ambizioni e cosa resta da desiderare, su quella serenità/stabilità da accogliere con l’ambigua dolcezza dell’inevitabilità del sereno, qualora ancora sussista davvero (si ascolti in questo senso ovviamente anche la cover, temprata da distorsioni e malinconia, di quella É la pioggia che va portata al successo nel 1971 dai Rokes e già colonna sonora nel 2009 del film Cosmonauta di Susanna Nicchiarelli).


Fondono una nuova classicità d’autore brani come La carezza del papa, La risposta, o ancora Lunedì, con la sua essenzialità sonora sobria, eppure drammatica, per piano, chitarra acustica, ritmica e archi; Frequent Flyer, tra ritmo ansiogeno come una via dissestata e scivolosa, centellinati suoni metallici, fiati imperiosi che piacerebbero anche a Mike Patton e interpretazione quasi da crooner. Non mancano inoltre distorsioni nervose e fumose come quella de Il presidente, o persino l’ironia (sull’autorefenzialità sterile dei social network, che scompongono corpi ed esperienze di vita in mille immagini e dilatano la solitudine della real-life) con cadenze a tratti rocksteady di L’inferno sono gli altri.


Il primo lunedì del mondo
è il tempo medio e agrodolce dell’età adulta. E forse segna il tempo per la band livornese di entrare davvero, finalmente, nella storia, con un lavoro che, in quella sua caliginosità soffusa da magone, appare nettamente come uno dei dischi del 2010.
 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Virginiana Miller con Ale Bavo, Rino Sassi, Ivan Antonio Rossi
  • Anno: 2010
  • Durata: 44:49
  • Etichetta: ZAHR/Edel

Elenco delle tracce

01.Frequent flyer
02.Lunedì
03.Acque sicure
04.La risposta
05.Angelo necessario
06.L’inferno sono gli altri
07.Oggetto piccolo (a)
08.Cruciverba
09.Il presidente
10.La carezza del papa
11.É la pioggia che va
 

Brani migliori

  1. Frequent flyer
  2. Lunedì
  3. La carezza del papa

Musicisti

Simone Lenzi: voce, chitarra acustica
Antonio Bardi: chitarra
Marco Casini: chitarra
Daniele Catalucci: basso
Valerio Griselli: batteria
Giulio Pomponi: tastiere
Ospiti:
Beppe Scardino
: sax baritono, clarinetto basso, arrangiamento di archi e fiati
Simone Pederzoli: trombone
Claudio Perigozzo: violino
Andrea Cattani: viola
Gian Paolo Perigozzo: violoncello
Mirko Rubegni: flicorno