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Davide Matrisciano

Il profumo dei fiori secchi

Seconda uscita discografica per Davide Matrisciano; quella più delicata, quella che per pubblico, critica, addetti ai lavori ma anche semplici ed occasionali ascoltatori può essere decisiva per suscitare un maggiore interesse, per offrire conferme, per dire “qualcosa in più” rispetto ad un debutto che, concettualmente, è sempre, per tutti, un piccolo salto nel vuoto. E quando il gioco si fa duro, meglio giocare con compagni di squadra di livello. Ecco, a questa filosofia pare essersi ispirato il giovane cantautore campano, il quale ha raccolto intorno a sè un gruppo di musicisti di altissimo livello; ovviamente, quando si hanno per le mani “giocatori” di questo genere, il fattore fondamentale diventa quello di amalgamarli in modo tale da permettere a ciascuno di esprimersi al meglio, ed alla squadra di avere un gioco valido e capace di finalizzare il lavoro.

Le metafore sportive possono aiutare a capire quanto un album quale Il profumo dei fiori secchi, già complesso, come già sottolineato, in quanto album “di conferma”, potesse esserlo ulteriormente da un punto di vista “gestionale”: i musicisti giusti al posto giusto, per carattere, approccio, stile, compatibilità con i pezzi; e poter scegliere fra una rosa così ampia, se da un lato può essere un vantaggio, dall’altro può anche mettere in difficoltà, o per lo meno in imbarazzo, perché sai di avere per le mani dei “top player” e sai anche che non puoi che farli giocare bene.

L’incipit dell’album è spiazzante, si rifà dichiaratamente al Battiato più “esoterico”, e lì per lì si può pensare ad un coup de thèatre. In realtà lo sperimentalismo, sonoro e verbale, prosegue in maniera spinta, a tratti quasi esasperata, ed i musicisti assecondano questo approccio, spesso esprimendosi oltre i contesti a loro più consueti. La voce di Matrisciano poi è davvero singolare, quasi fosse la risultante di una sovraincisione fra il suddetto Battiato ed Aldo Tagliapietra: l’esito è straniante, soprattutto perché i brani sono, presi ognuno singolarmente, un microcosmo autonomo, laddove i succitati autori hanno quasi sempre privilegiato una certa uniformità sonora all’interno dei loro album.

Elettronica sì, elettronica no, perché a volte l’inizio dei brani spinge in direzione di suoni sintetizzati salvo poi virare nettamente verso linee più orientate verso un pop rock meno “estremo”; il fatto è che la vicenda di questi brani non finisce lì, perché prima della loro conclusione il colpo di scena è sempre in agguato: a volte si manifesta, altre no, e quindi occorre ascoltare. Se l’obiettivo era quello di catalizzare l’attenzione, ebbene è stato centrato in pieno; se l’idea era quella di non ripercorrere strade già battute, anche qui si deve considerare l’operazione pienamente riuscita. Quindici tracce, più di un’ora di musica, in cui una serie di testi surreali richiede, quasi chiama, attenzione e concentrazione. Peraltro l’atmosfera che si viene a creare brano dopo brano è tutt’altro che plumbea: certo, siamo lontani dalle proverbiali solarità partenopee e maggiormente prossimi a situazioni più introspettive, riflessive, ma prive di pesantezza o di sensazioni opprimenti.

Parafrasando Lubrano, “...a questo punto, una domanda sorge spontanea...”: quali saranno i prossimi passi? In quale direzione? Ci saranno novità, sorprese o cos’altro? E se sì, di che tipo? Ce n’è più che abbastanza per tendere l’orecchio e rimanere in attesa…

 

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Davide Matrisciano
  • Anno: 2014
  • Durata: 71:28
  • Etichetta: Prehistorik Sounds

Elenco delle tracce

01. Al di là degli ombrelli
02. Corrente elettrica e papaveri
03. Armonia irreversibile
04. Legni bruciati
05. Esternazione delle ombre
06. Guarda su
07. Ho camminato su un aquilone
08. In aria per sempre
09. Le favole dello spavento
10. Nero arcobaleno
11. Soli tra i fiori
12. Prato al terzo piano
13. Ricordi occulti (frammenti di memoria futura distorti)
14. Sistema venoso
15. Quel camino emette sinfonie

 

 

Brani migliori

  1. Corrente elettrica e papaveri
  2. Esternazione delle ombre
  3. Nero arcobaleno

Musicisti

Davide Matrisciano: voce, piano, Rhodes, synth  -  Lodo Guenzi: synth  -  Paolo Polcari: synth  -  Saughelli: basso  -  Andrea Braido: chitarra elettrica  -  Cesare Malfatti: chitarra elettrica  -  Massimo Ghiacci: basso  -  Nicola Manzan: violino  -  Mattia Boschi: violoncello  -  Lorenzo Corti: chitarra elettrica  -  Carlo Boccadoro: celesta  -  Lello Brandi: basso  -  Marco Bachi: basso  -  Cristiano Lo Mele: chitarra elettrica  -  Davide Arneodo: violino  -  Michele Campetti: synth  -  Ilenia Volpe: chitarra elettrica  -  Claudio Romano: batteria  -  Davide Costagliola: basso  -  Andrea Palazzo: chitarra elettrica ed acustica  -  Claudio Tarantino: synth  -  Massimiliano Jovine: basso  -  Manuel Zito: piano, piano elettrico  -  Sauro Lanzi: tromba, flauto dolce tenore  -  Saro Cosentino: chitarra elettrica  -  Luciano “Varnadi” Ceriello: voce recitante  -  Zorama: voce  -  Fabio Cinti: voce  -  Principe e Socio M: voce