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Del Sangre

Il ritorno dell’Indiano

E’ un gradito ritorno questo del  gruppo fiorentino dei Del Sangre, che a sei anni dall’ultimo lavoro El Rey,  ritornano, per dirla con le loro stesse parole, “ … confinati per anni in una riserva, dimenticati da tutti, dissotterando l’ascia di guerra….”, con il nuovo lavoro intitolato Il ritorno dell’indiano. Luca Mirti, voce e chitarra, e Marco “Schuster”  Lastrucci, basso, sono i fondatori della band nel lontano 1999 e da allora hanno realizzato cinque album sempre di ottimo livello spaziando tra rock, folk-rock e canzone d’autore, vincendo anche una edizione del Premio Ciampi, con testi sempre caratterizzati da forte impegno sociale e politico che non fanno sconti a nessuno.

Anche in questo nuovo album composto da 11 brani, 10 originali scritti da Luca Mirti  ed una cover, Sebastiano,  di Ivan Della Mea, una delle voci più importanti del cantautorato politico ed impegnato degli anni ’60 e ’70, siamo in presenza di un solido rock che spazia da Bruce Springsteen ai Clash, a Tom Petty, a Neil Young con profumi  che vanno dal  punk al  folk-rock. Il tutto con testi che oscillano tra il personale il sociale, a partire dalla traccia iniziale, L’Indiano, che dopo l’inizio con percussioni e canti indiani si trasforma in un rock energico con tanto di chitarre distorte ed è un accorato richiamo alla lotta ed alla protesta.  Alza le mani è uno dei brani migliori del lavoro, un vigoroso rock-anthem, un invito a non mollare mai, a farsi vedere e a superare i momenti più negativi dell’esistenza, mentre Successe domani  vira verso il reggae e lo ska, con il sax in evidenza, in una invettiva contro l’oppressivo nuovo ordine economico mondiale, tema di grande attualità di questi tempi. Gaetano Bresci, ballata blues, lenta e scura, cupa, è una straziante introspezione-confessione dell’anarchico che il 29 luglio 1900 uccise il re d’Italia Umberto I di Savoia e morì suicida in cella l’anno dopo.

Decisamente punk nella musica e nel testo è invece l’arrabbiata Fuori dal ghetto, una sollecitazione a ribellarsi, mentre in Una chitarra per la rivoluzione, già dal titolo si respira l’illusione giovanile  di poter cambiare il mondo.  Sacra corona unita è una splendida cavalcata elettrica alla Neil Young  “dove l’omicidio diventa religione…dove l’unico dio in terra è un dito sul grilletto”. Da segnalare Scarpe strette, riflessione sulla “vita che è una questione di scelte”, con uno strepitoso sax di Claudio Giovagnoli a dare un tono epico al brano, e Gli occhi di Geronimo, contestazione rock con un terribile quesito: “Quanto può sopportare un uomo di vedere la propria vita fatta a pezzi ?” Tema attuale per tante persone che dopo una vita di onesto lavoro si trovano in enorme difficoltà.  

Con l’aiuto degli altri musicisti Luca Mirti e Marco “Schuster” Lastrucci i Del Sangre hanno confezionato un disco che ancora una volta colpisce e lascia il segno, mantenendo alta la considerazione per questo gruppo che forse non ha raccolto negli anni quanto avrebbe meritato in termini di popolarità, ma che si è sempre mantenuto ad un alto standard qualitativo sia nelle musiche che nei testi, mai banali e sempre di stretta attualità.

Bentornati !  

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Latlantide
  • Anno: 2016
  • Durata: 56:51
  • Etichetta: Latlantide

Elenco delle tracce

01. L’Indiano
02. Alza le mani
03. Successe domani
04. Gaetano Bresci
05.Fuori dal ghetto
06. Una chitarra per la rivoluzione
07. Sacra corona unita
08. Scarpe strette
09. Argo Secondari
10. Gli occhi di Geronimo
11. Sebastiano

Brani migliori

  1. Alza le mani
  2. Sacra corona unita
  3. Scarpe strette

Musicisti

Luca Mirti: voce e chitarra  -  Marco “Schuster” Lastrucci: basso
Ospiti: Giuseppe Scarpato : chitarra  -  Fabrizio Morganti : batteria  -  Paolo “Pee Wee” Durante : organo Hammond  -  Gianfilippo Boni : piano, Wurlitzer  -  Claudio Giovagnoli : sax tenore