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Vincenzo Zitello

Infinito

Innanzitutto una premessa: Infinito, il nuovo lavoro di Vincenzo Zitello non è un album di musica celtica ma una sorta di summa delle sue conoscenze e preferenze musicali. È musica popolare, è musica colta, musica d’ambiente, musica che trae dalla sua forza evocatrice la capacità di stupire ed attrarre attenzione. Zitello è artista di lungo corso che ha saputo guadagnarsi la stima del pubblico e della critica con un lavoro certosino sviluppato nel corso degli anni grazie alla sua serietà artistica ed intellettuale. Dopo Talismano, il suo ultimo album uscito nel 2011 (Dio come vola il tempo…) Zitello ha costruito un lavoro solido ed, al contempo, etereo. Solido in quanto i brani proposti sono inscritti in una sorta di area tematica (stagioni ed elementi) ed etereo perché insieme al suono dell’arpa celtica sono presenti vari strumenti quali flauti, violini, violoncelli, bandeoneon, che rendono il tutto colmo di un’atmosfera vellutata, morbida, onirica, delicata e deliziosa. Non siamo in presenza di suoni New Age che dir si voglia, anche se alcune melodie potrebbero risentire  (pensiamo ad un brano come Inverno) di alcune sonorità presenti nell’etere alla metà degli anni ’80, ma di suoni che appaiono come senza età, ricchi solamente della voglia di catturare attenzione ed esperienze, di entrare nella sfera di attenzione degli ascoltatori, di essere medium tra chi costruisce i suoni e chi, invece, li fruisce. È musica , questa, che proviene da una sorta di altro tempo ed altra epoca ma che, probabilmente, è da sempre presente nell’immaginario dell’uomo. È musica con connotazioni di ancestralità dove l’arpa è un compendio e non protagonista delle armonie e delle melodie lasciando che l’arpa stessa sia parte del tutto. Un tutto composto da un magma sonoro creato dai vari strumenti presenti nelle esecuzioni che hanno come riferimento il rapporto con il creato e con le sue stagioni. Musica capace di trasformarsi in un continuo divenire con il tempo che scorre e con gli elementi che si consumano, musica liquida e concreta al contempo, capace di costruire dinamiche di incontro-abbandono in una sorta di circolarità che non finisce mai.

Un lavoro nuovo, Infinito, un lavoro che certamente Zitello doveva avere in animo da tempo tanto è perfetto il connubio tra il suono dell’arpa e quello degli strumenti che lo accompagnano e che costruiscono piani e passaggi sonori di grande bellezza e fascino.
È musica, questa, che si apre a sonorità che non hanno connotazioni geografiche ma che si aprono ad una multiculturalità piena di vita grazie ad una capacità di non connotarsi in un ambito specifico ma di potersi chiamare, senza dubbio alcuno, extraterritoriale nel senso più ampio del termine.
Infinito potrebbe essere il disco della maturità artistica di un musicista come Zitello che, con quarant’anni di carriera e la voglia di andare sempre avanti nella sua ricerca musicale sa ancora trovare motivazioni e capacità di stupire gli ascoltatori e, forse, anche un po’ se stesso.            


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In dettaglio

  • Produzione artistica: Vincenzo Zitello
  • Anno: 2014
  • Durata: 48:02
  • Etichetta: Autoprodotto

Elenco delle tracce

01. Autunno
02. Inverno
03. Primavera
04. Estate
05. Acque
06. Terre
07. Fuochi
08. Arie

Brani migliori

  1. Inverno
  2. Fuochi
  3. Arie

Musicisti

Vincenzo Zitello: arpa celtica, violoncello, viola, violino, Xapoone, clarinetto, clarinetto basso, flauto, flauto basso, flauto alto  -  Mario Arcari: oboe, corno inglese  -  Daniele Bicego: uillean pipes  -  Daniele Di Bonaventura: bandoneon  -  Yuriko Mikami: violoncello  -  Fulvio Renzi: violino, viola