Fabio Caucino
Fabio Caucino con il suo ultimo lavoro ci regala una dimostrazione di intelligenza espressa in arte. Opera immersa in un'attualità, soprattutto italiana, che sprona la coscienza a invocare - gridando - un cambiamento.
Io cambio è l'affermazione perentoria che imprime il titolo all'album e al brano che lo apre; in cui all'interlocutore cui pone la domanda “dimmi come fai di questi tempi a non sentirti offeso? (...) Tu da che parte stai?”, l'autore risponde limpido: “Io cambio, adesso”. È la presentazione e la chiave di lettura di tutto il lavoro, che procede oltre maneggiando una parola difficile e necessaria come ‘rivoluzione’ con una dolcezza tale da poter essere proposta anche a un bambino, attraverso un gioco di parole e un'immagine da fiaba: la Libera stella di Caucino è ribelle all'usata ‘rivoluzione’ dei pianeti e un giorno “provò a ruotare in senso inverso a tutti quanti” per ritrovarsi “libero di pensare/che il senso della marcia posso inventare”, esortato dall'autore: “brilla nel tuo sogno rivoluzionario”.
Sulla medesima strada in salita, Caucino in Verrà il giorno affronta coraggiosamente la presa di coscienza che i passati punti di riferimento artistici sono vecchie bandiere che nessuno impugna più: “Ma quale musica ribelle? (...) Quale canzone d'autore da consacrare?” perché “La mia generazione non ha tempo/non ha parole...”. È un momento di pessimismo più intenso. Segnaliamo anche come assai significativa la scelta della cover: non un brano del passato, come è consuetudine diffusa, bensì il tagliente Caparezza di Non siete Stato voi, compendio lucido e impietoso della nostra classe dirigente. Musicalmente, poi, Caucino mette le sue composizioni nelle mani di Luca Zanetti (qui nella foto), che gliele restituisce colme di grazia e intensità: colpisce in particolare Passeggero dell'anima, avvolto dalla fisarmonica dello stesso Zanetti e dalle sonorità jazz di pianoforte (Paolo Ricca) e contrabbasso (Andrea Manzo), forse il brano migliore del disco. E così pure il bel tango di L'amore telepatico. O ancora Via Barbaroux, con l'apertura della chitarra di Maurizio Brunod, e con i suoi richiami più o meno espliciti al Fossati dei tempi di Lindbergh e Discanto: nell'incedere che evoca il Notturno delle tre, o nel «Batti forte col piede», ma anche a un altro "notturno" più distante, quello di Sting e della sua Moon over Bourbon Street (ed ecco che anche il titolo appare come un ulteriore, raffinato richiamo...). Fino all'ultima Notte di pace, che sa porgere morbidamente all'ascolto la sua melodia elaborata.
Davvero un bell'album, dunque, costruito con solidi mattoni fatti di eccellente musica ascoltata e di vita vissuta con senso critico e di responsabilità. Degno come pochi di essere tenuto in casa e ascoltato e compreso.
01 Io cambio
02 Libera stella
03 Passeggero dell'anima
04 Verrà il giorno
05 L'amore telepatico
06 Non siete Stato voi
07 Via Barbaroux
08 A vele spiegate
09 La via
10 Notte di pace
Fabio Caucino: voce - Luca Zanetti: fisarmonica - Maurizio Brunod: chitarre - Andrea Manzo: contrabbasso - Gigi Biolcati: batteria e percussioni - Paolo Ricca: pianoforte - Diego Mascherpa: sax e clarinetto