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Marco Notari

Io?

Una perlustrazione interna del disorientamento, una visita estatica – dolorosa e catartica insieme – dei gangli dell’io, un’ecografia diacronica di dubbi ed interrogativi nel grembo amniotico di suoni opalescenti e accorati, synth vintage, archi che sospendono nel loro incanto spazio e tempo, note di piano elettrico, riff struggenti e rare distorsioni profonde e viscerali: il terzo album di Marco Notari si/ci immerge in una pioggia di colori liquidi e cangianti, fotogrammi immaginari o istantanee del cuore da custodire per sempre, storie delicate e amarezze di un presente deragliato e catalettico (v. la traccia più politica, la provocatoria e pungente Hamsik).

Netti e caldi sono i colori dell’artwork di Tommaso Cerasuolo (Perturbazione), che osservano analogamente la vita nella parabola di vari insetti e tra frammenti di un reale scomposto nei suoi feticci economici e negli oggetti quotidiani che affollano tasche, scrivanie e comò.

Nei disegni del bel booklet cartonato e nei dieci brani ogni pronome personale, a partire dalla prima singolare, è sospeso per intraprenderne un’indagine, scandita dai rintocchi onirici del glockenspiel e da percussioni anche non convenzionali come una scatola di cartone, nonché illuminata dalla fiducia nello splendore candido di «cosa è per sempre» (la tenerissima Dina), che risplende ad esempio nel singolo Le stelle ci cambieranno la pelle, lieve e benefico come uno scintillio di calore sulla pelle. Duetto con lo stesso Cerasuolo, questo brano è atto laico di fede e speranza nella possibilità di liberarsi da ogni scoria di «nero rancore», di pessimismo e sensi di colpa per vivere pienamente, in modo spensierato e leggero, la bellezza dell’oggi.

La splendida Apollo 11 è emblema delle sonorità eteree e sognanti del disco ed àncora un eroe dell’allunaggio alla nostalgia terrestre: la canzone misura nel cosmo lo spazio del distacco e il desiderio di ricongiungimento con un amore che ha fatto male, ma è anche tesoro prezioso ed unico di felicità a cui tornare.

I suoni dell’artista torinese e dei suoi Madam sono diventati più soft ed aerei, ma portano anche un più diffuso e maturo contrassegno di personalità artistica. All’interno dei brani più cupi e surreali riemerge, sempre più raffinato, anche l’eclettismo rock di Notari nell’elettronica tesa e radioheadiana di Hamsik, nelle ombre dei bassi e nel ritmo nervoso de La terra senza l’uomo e de L’invasione degli ultracorpi (con cameo finale di Dario Brunori e irruzione di chitarre impetuose nel ritornello). La voce di Marco, dal canto suo, resta una carezza morbida e ruvida, sempre più inconfondibile.

In un viaggio circolare dall’Io all’Io ci si allontana dalle miserie e dagli squallori di un mondo che distrugge il pianeta e sbandiera ideali fasulli per mascherare biechi interessi economici e ci si rifugia in fantasie fantascientifiche e visioni di amore e resistenza al vuoto e alla volgarità. Si nasce nel passato e si rinasce immaginando tempi post-apocalittici in un disco che eleva e sospende in una costellazione lattiginosa di incubi da valicare e meravigliose stelle interiori. Un album dolce ed insieme intenso da assaporare lentamente, in ogni sua sfumatura.

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In dettaglio

  • Anno: 2011
  • Durata: 36:30
  • Etichetta: Libellula/Audioglobe

Elenco delle tracce

01. Io?

02. Le stelle ci cambieranno pelle

03. La terra senza l’uomo

04. Dina

05. Hamsik

06. Io, il mio corpo e l’inconscio

07. L’invasione degli ultracorpi

08. Apollo 11

09. Canzone d’amore e d’anarchia

10. Io? - reprise

Brani migliori

  1. Le stelle ci cambieranno la pelle
  2. Hamsik
  3. Apollo 11

Musicisti

Marco Notari: voce, cori, glockenspiel, chitarra acustica, pianoforte, chitarra elettrica, moog, scatole di cartone, co-produzione Andrea Bergesio: programmazioni, fender rhodes, sintetizzatori, musical box, pianoforte, hammond, plucked piano, cori, jupiter 8, percussioni, novacord, orchestrazione per archi e fiati, produzione artistica Pax Caterisano: batteria, percussioni, glockenspiel, scatole di cartone Luca Cognetti: chitarra acustica, chitarra elettrica, percussioni, programmazioni, sintetizzatori, wurlitzer, pianoforte, moog, co-produzione Roberto Sburlati: basso, percussioni Giorgio Boffa: contrabbasso (01, 04, 10) Tommaso Cerasuolo: voce (02), artwork, illustrazioni Dario Brunori: voce (07) Taketo Gohara: piatti (03), maracas (07)