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Willie Peyote

Iodegradabile

Cerchiamo un oggetto che sia simbolo di un determinato momento, lo immortaliamo, lo incorniciamo, vi proiettiamo quel nostro stato d’animo e subito dopo via a trovarne un altro qualora non ci rappresenti più. Un oggetto così come un ricordo, una relazione, una categoria, uno dopo l’altro a sfamare un’impaziente voglia di ottenere soddisfazione immediata perché non c’è tempo per legarsi ed affezionarsi, o non sappiamo se ne varrà la pena. “Ma sapessimo il tempo che resta, sapremmo davvero utilizzarlo meglio?”.

Willie Peyote torna col nuovo disco Iodegradabile, uscito ad ottobre, a due anni di distanza dal precedente “Sindrome di Tôret” e anticipato dal singolo La tua futura ex moglie. È il quinto album per il cantautore torinese, che tratta il tema del tempo e del rapporto che l’uomo ha con esso, con tutte le conseguenze che porta con sé nella vita di tutti i giorni. Dai rapporti amorosi, perfetti fin quando non ci si conosce e vissuti già in ottica di una durata e di una conclusione, alla nostra stessa reputazione di persona che deve farsi notare e apprezzare, soddisfare un’aspettativa come fa un prodotto col suo bisogno (Catalogo). Immersi in una obsolescenza programmata, tutto ruota intorno al concetto di scadenza a cui è sottomessa la società maturando un approccio tendenzialmente provvisorio e portando avanti relazioni e qualità della vita appunto ‘scadenti’ (il gioco di parole era servito su un piatto d’argento, pardon).
Se da una parte “Iodegradabile” si sofferma sulle relazioni affettive, l’altra faccia della medaglia dell’album calca il focus sull’attuale situazione sociale e politica: illudere di trovare soluzioni semplici a questioni complesse, cercare a tutti i costi un colpevole, un capro espiatorio così da lenire le proprie paure (Mostro), sensazioni queste che talvolta non sono covate dentro ma semplicemente trasmesse “quasi senza accorgersi” (Cattività). Ne vien fuori un soggetto definito solamente in relazione con gli altri, un Io che quindi, nel suo senso individuale più assoluto, di fatto non esiste o non viene considerato (Quando nessuno ti vede).

In questo nuovo lavoro l’artista compie un’indagine antropologica e sociale interessante che spiazza, fa riflettere e divertire allo stesso tempo. Entra a piè pari su questioni antichissime - ma ancora oggi all’ordine del giorno - servendosi di vicende contemporanee e suoni azzeccati. Nel grande traffico di produzioni e nuove uscite, l’album si candida sotto diversi aspetti come bussola del panorama rap italiano attuale. A proposito dei suoni, il fidato team All Done-Frank Sativa-Kavah fa un gran lavoro indirizzato non tanto ai virtuosismi fatui, ma alla più fedele ontologia del tema sonoro scelto. In Mostro, per esempio, le chitarre distorte per rabbia a rappresentare la paura percepita dalla gente; in Mango, invece, la coda grunge illustra il sacrificio compiuto dal compianto artista lucano mentre in Catalogo la cassa dritta tanto cara ai rapper è binario su cui lasciar scorrere libero il flow. I riferimenti musicali sono tantissimi ed importanti e fungono non ad un semplice e banalotto citazionismo bensì da corollario del discorso, in cui musica e testo sembrano scritti quasi simultaneamente. È qui che si nota la crescita dell’artista e di tutta la sua fedele squadra, l’esplorazione di mondi sonori lontani al fine di arricchire il loro stile, un’apprezzabile operazione di ricerca che eredita, tra i tanti, la denuncia sociale da Frankie Hi-Nrg e l’organicità del disco da Caparezza. Willie Peyote alza ulteriormente l’asticella senza perdere le caratteristiche che lo hanno contraddistinto: la sincerità che è insieme pregio e difetto, l’ironia come anticamera della libertà, l’energia dei pezzi registrati in presa diretta che scatenano quella voglia di seguirlo in tour, il convergere rap intelligente e romanticismo continuando così il progetto di fusione tra il genere underground e la canzone d’autore (non a caso è stato ospite del Premio Tenco 2018).

“Iodegradabile” riesce nell’opera di riassumere e di circoscrivere non male un argomento vastissimo, mai saturo, a tratti irrisolto come quello del tempo che subordina l’uomo e la materia tutta. L’abilità del rapper torinese sta nell’interrogarsi sull’attualità social(e) e politica così come sui sentimenti amorosi, argomenti talvolta ritenuti così ordinari e scontati da essere trascurati: Willie non ha l’arroganza di dispensare risposte ma piuttosto tiene allerti con domande e questioni che rimarrebbero altrimenti anestetizzate.
In fin dei conti è questa la missione del rap, quella di innescare un dibattito, un'opinione, rap-presentare un punto di vista.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Frank Sativa
  • Anno: 2019
  • Durata: 34:19
  • Etichetta: Virgin Records/Universal Music

Elenco delle tracce

01. Intro
02. Mostro
03. La tua futura ex moglie
04. Quando nessuno ti vede
05. Catalogo
06. NCQ Skit
07. Che peccato
08. Miseri
09. Cattività
10. Mango
11. Equitalia Skit
12. Semaforo (bonus track)

Brani migliori

  1. Mango
  2. Mostro
  3. Catalogo

Musicisti

Willie Peyote (voce), All-Done: Kavah, Danny Bronzini (chitarra), Luca Romeo (basso), Dario Panza (batteria), Marcello Picchioni (synth, piano)