Affrontare la riproposizione dei brani che hanno portato al successo il grande Modugno è impresa rischiosa, ma quantomeno affascinante se chi ha deciso di intraprenderla è Joe Damiani, il polistrumentista bresciano che, negli anni, dopo essersi perfezionato come batterista, è stato più volte collaboratore tra gli altri di Mauro Pagani, Massimo Bubola, Cristiano De Andrè, Roberto Vecchioni e tanti altri.

C’era anche lui alla registrazione del famoso brano “Domani” per la ricostruzione dell’Abruzzo.

Nello scorso 2008 si era reso protagonista del Premio Piazza Erbe a Verona, vincendolo, riproponendo in chiave etno-folk i brani più famosi di Domenico Modugno in occasione dei 50 anni di “Nel blu dipinto di blu – Volare”.

Si può con correttezza pensare che sia stata quell’esperienza positiva a stimolare la realizzazione del progetto “Joe Damiani Trio canta Modugno”, che a leggere il titolo (Vol. 1) fa pensare che preveda dei passaggi successivi nei prossimi anni.

I primi sette brani scelti per rappresentare l’indimenticabile artista pugliese pescano nel più raffinato repertorio dello stesso senza tralasciare la famosa “Nel blu dipinto di blu”.

Joe ha saputo ridare luce trasversale, mantenendo salda l’impalcatura degli originali; ovviamente l’artista lombardo ha dovuto e voluto far risaltare il ritmo che, in quanto batterista, incarna più di ogni altro e così, brani come “Piove” (singolo che ha anticipato, anche con un video, l’uscita del CD), danzano sui tamburi di Damiani come mai prima d’ora.

È proprio in questo sta la magia del disco che riesce a coniugare gli elementi popolari e tradizionali della tradizione musicale italiana, incarnata da Modugno, con i sapori mediterranei dai tocchi ritmici su tamburi “ardenti”.

Il gusto di un tempo non abbandona lo spazio al nuovo ma si mescola in una produzione dai tratti originali e mai snaturanti.

Un vero omaggio all’artista che, forse in anni non proprio all’avanguardia, ha saputo essere innovatore, pescando nella tradizione e nell’uso della voce che, ovviamente, Joe Damiani nemmeno pensa di imitare o raggiungere in esecuzione, senza però mancare di personalità.

Eleganza, quindi, e interpretazione personalissima delle melodie fanno di questo lavoro un progetto che tutti aspettano nelle sue successive fasi (Vol. 2 e magari 3 - poi forse sarà meglio fermarsi!).

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