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Mauro Carrero

Jose e Davide

Lo scrittore Beppe Fenoglio è stato uno dei narratori del nostro Novecento che ha saputo vincolare le sue storie a uno specifico territorio, le sue Langhe, regalandogli un respiro universale e diventando un testimone formidabile dell’Italia in bilico tra guerra e ricostruzione. Nelle sue pagine ritroviamo il senso di quell’Italia divisa e lacerata che si misura con l’orrore della guerra e con la necessità di sentirsi coinvolti, di agire, prendendo personalmente posizione, mettendosi in gioco. Qualcosa che oggi siamo abituati a sublimare sui social, spingendo la nostra misura dell’umano oltre ogni lecita traccia di dignità e permettendoci di confondere l’orrore con la pratica del chiacchiericcio. Qualcosa che avrebbe forse inorridito Fenoglio e quelli come lui che s’erano misurati con il cuore nero del Novecento. Ma la memoria è una maledetta bestia mutante e oggi la dignità delle idee lascia il posto al delirio di chi non esita ad augurare morte e forni e massacri nel nome di identità presunte. E allora per rinnovare le memorie bisogna lavorare e riprendere in mano i discorsi rimasti a mezzo. Fenoglio ci ha lasciati poco più che quarantenne, all’inizio degli anni Sessanta, mentre l’Italia era attraversata dal fremito breve del Miracolo economico. Alla sua morte una sceneggiatura per un film che aveva in animo di realizzare rimase sul suo tavolo incompiuta. A distanza di anni quelle pagine rivivono nel disco di Mauro Carrero, cantautore di razza che arriva dalle stesse terre di Fenoglio.

Un concept album che sulla suggestione delle pagine della sceneggiatura ridona vita alle parole dello scrittore ma offre l’occasione a Mauro Carrero di mostrarsi nella sua capacità di narratore per strumenti e voce. Un affresco popolare, una sorta di cappella Sistina pop dell’Italia contadina, con due fratelli che crescono in quel mondo a metà tra la tradizione agricola e la realtà industriale che avanza. Canzoni corpose, mai scontate, per un disco da ascoltare mille volte. Jose e Davide, questo il titolo del disco, sono due fratelli, uno in cerca di un nuovo respiro a Torino e in fabbrica e l’altro ancorato alla durezza delle sue origini contadine, si confrontano in un rapporto dualistico che è il potente condensato dell’Italia attraversata dal cambiamento postbellico. Musica acustica e trascinante, testi divertenti e intensi, una voce interessante e personalissima per questo disco, prodotto dalla Fondazione Ferrero e ennesima prova alta dell’etichetta Nota Music di Valter Colle, che saprà restituirci magicamente le suggestioni letterarie e musicali della nostra tradizione migliore.


 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Mauro Carrero – Edoardo Borra/Fondazione Ferrero    
  • Anno: 2017
  • Durata: 43:27
  • Etichetta: Nota – collana Block Nota diretta da Valter Colle

Elenco delle tracce

01. Morte del padre
02. Giocare e non giocare
03. Davide al mercato
04. Jose si rode ma non scoppia
05. Jose e Cino
06. Il fazzoletto da testa
07. Jose inurbato
08. Davide rimasto sulla terra
09. Ferragosto
10. Un giorno di fuoco (bonus track)

Brani migliori

  1. Morte del padre
  2. Il fazzoletto da testa
  3. Ferragosto

Musicisti

Mauro Carrero: voce, chitarre acustiche ed elettriche  -  Maurizio Bongioanni: fisarmonica, cori  -  Stefano Sibona: sassofono soprano, chitarra elettrica, cori, seconda voce in “Jose e Cino”  -  Stefano Ghione: basso  -  Andrea Gavuzzo: batteria  -  Mauro Fede: pianoforte e tastiere  -  Francesco Bordino: chitarra elettrica in “Jose si rode ma non scoppia”