Per raccontare nei dettagli la vicenda musicale di Alfredo Golino bisognerebbe scrivere un libro e non si sa mai che qualcuno, magari in un prossimo futuro, si prenda la briga di farlo, perché davvero ne varrebbe la pena.
Lui, per evitare di imbarcarsi in un’operazione in cui ci sarebbe moltissimo da ricordare, moltissimo da scrivere, ma proprio nulla da suonare, taglia la testa al toro ed impugna l’oggetto che meglio di tutti è in grado di raccontarlo: un paio di bacchette da batterista.

Poi, per non farsi mancare nulla, e perché gli amici ogni tanto è bello radunarli intorno ad un tavolo, o ad un cd, con un probabile chilometrico giro di telefonate/mail o sms riesce a mettere insieme una “all-star band” di livello assoluto; coinvolge un pugno di eccezionali solisti et voilà, il gioco è fatto. Bastano quindici tracce per raccontare una vita in musica? No, certamente no, ma per lo meno ne danno un’idea…che poi, in fondo, basta cercare su Google e si potrà trovare una serie infinita di dischi all’interno dei quali Golino ha offerto, a numerosissimi ed affermati artisti, l’estro del suo drumming.

Just play life è il titolo ed è in fondo una dichiarazione di intenti, perché per un musicista vivere e suonare sono situazioni indissolubilmente intrecciate: non è un “lavoro”, o per lo meno non è un lavoro come gli altri, perché sono tali e tante le componenti emotive, spirituali, sentimentali che si vanno ad unire a quelle tecniche, di studio, di esercizio, da farne un qualcosa che va oltre il mero esercizio di un’attività.
Suonare è un po’ una missione, un percorso che “crea dipendenza” ed al quale è davvero difficile sottrarsi; dall’amatore che suona per diletto, al dilettante che cerca di farlo in modo più “professionale” possibile, fino al professionista vero e proprio; chiunque venga coinvolto dalla e nella musica difficilmente può staccarsene.

In questo lavoro il batterista partenopeo mette tutto se stesso e lo fa, per una volta, esclusivamente e simpaticamente, “al proprio servizio”; gli amici musicisti lo assecondano alla grande, e quello che ne viene fuori è un concentrato di groove, di variazioni ritmiche, una sorta di itinerario batteristico che dura poco più di un’oretta e nel quale Golino ha modo di lasciarsi andare in modo del tutto spontaneo.
Tra le varie particolarità: un rimando a Larry Carlton, Delicious; il cameo di Mina, E’ un calvario; un omaggio al funk, Bump ‘n’ jump, spruzzate di soul e di hard rock, di samba e di r&b, ma è tutto il cd che mantiene un tiro invidiabile e, scegliere alcuni brani “più belli” rispetto ad altri è davvero molto, molto difficoltoso. Una citazione particolare merita inoltre Giulia Fasolino, compagna di vita di Alfredo Golino (eccoli insieme a Nick The NightFly nella foto), autrice di testi e musiche (tra le sue molte collaborazioni ricordiamo quella con Mina, che dura da circa quindici anni), e che in quest'album lascia la sua impronta cantando, firmando la title track e confermando le sue eccellenti doti di vocalist.

Per gli ascoltatori addetti ai lavori, settanta minuti di godimento puro, una specie di “bigino” di “quello che si può fare”; per tutti un cd piacevole da ascoltare, ricco di inventiva, un lavoro che spazia fra i generi. Che poi, alla fine, la cosa più bella che si possa fare è “jammare” e potersi riascoltare: tanto la volta successiva quel brano suonerà sicuramente in un altro modo, perché non ci si deve annoiare mai…

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