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La ragazza dello Sputnik

Kiku

Finalmente un’artista che fa il suo lavoro, ovvero parla, dice qualcosa perché ha qualcosa da dire. Il disco de La ragazza dello Sputnik è una boccata d’ossigeno per chi si nutre di arte e nella ricerca di nuovi ascolti trova solo scatole vuote, messaggi senza contenuti, magari arrangiati benissimo, suonati benissimo, cantati benissimo, ma vuoti. La ragazza dello Sputnik ha una storia da raccontare, semplice vita, e la racconta nella sua profondità ed essenza. Questo disco parla. Parla tanto che per fare una recensione che tenga conto anche di alcuni aspetti tecnici bisogna sforzarsi di tornare indietro ed ascoltare con orecchio distaccato mentre la parte più vera di te vorrebbe tornare indietro solo per appuntarsi le frasi che più ti hanno colpito. Le immagini proposte nei testi sono suggestive, accattivanti, originali, piene di significato.

In linguistica si distingue “significato” da “significante” attribuendo al primo termine il contenuto del messaggio, al secondo, la forma. Ora, un disco, una canzone, un testo, o qualsiasi altra forma d’espressione, deve necessariamente avere entrambe le cose, ma se ci soffermiamo troppo sulla seconda, il significante, dimenticando il senso della prima, il significato, abbiamo fallito. Quando il significante è sì, forte ed efficace, ma soprattutto, al servizio del significato, allora, abbiamo centrato. Quando questo avviene, il significante non lo notiamo, perché quello che arriva, soprattutto, è il messaggio che esso veicola, il significato. E questo è comunicare. Questo è quello che Valentina Zanoni (questo il nome di battesimo dell’autrice), insieme ai suoi produttori Federico Sali, Niccolò Ferrari e Giorgio Magalini sono riusciti a fare.

Kiku è un disco d’esordio che però ha avuto un processo di elaborazione lungo. La stessa autrice in un’intervista dichiara “sono in assoluto le prime canzoni che pubblico ma vengono da anni di lavoro, sono state una cura, una terapia, anche” e questo si sente. Il disco ha sonorità elettroniche con qualche nota di tipo più cantautorale, nell’insieme essenziale, eterogeneo ma coerente nella sua realizzazione. Una produzione dal carattere minimale che riesce a trasmettere tutta la malinconia e la profondità dei testi, fiore all’occhiello di tutto il lavoro. Belli e ricercati tutti i brani, le preferenze di ognuno, poi, credo abbiano molto a che fare con il livello di immedesimazione che possiamo avere in una o altra determinata sfaccettatura di una storia di vita. Un disco che non finge di essere quello che non è, si propone nella sua verità.

Foto di Mattia Bonizzato

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Federico Sali, Niccolò Ferrari, Giorgio Magalini
  • Anno: 2021
  • Durata: 24:09
  • Etichetta: Murato Records - Costello's

Elenco delle tracce

01. In riva al male
02. Psicofarmaci
03. Mancanze
04. Mantide
05. Origami
06. 27
07. Technicolor

Brani migliori

  1. In riva al male
  2. Mancanze
  3. Mantide