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L'Orage

La bella estate

La Bella Estate: ben più del titolo di un album. Un omaggio neanche troppo velato a Cesare Pavese, ai suoi racconti, alla sua terra e l’approccio dello scrittore/poeta piemontese verso la vita che troviamo nella sua raccolta La Bella Estate lo ritroviamo anche nel mondo dei L’Orage. Ci piace pensare a questo parallelo dove, come diceva appunto Pavese, è solo attraverso la conoscenza, l’esperienza sul campo, che si passa dall’adolescenza alla maturità. Nella vita di ogni persona così come ad un gruppo musicale che in questi anni sta vivendo questo passaggio.

E sempre per voler cercare delle similitudini tra il titolo dell’album e la raccolta del poeta (nato in un piccolo paesino del cuneese) ci mettiamo anche l’antico binomio campagna-città, laddove i valdostani L’Orage stanno conoscendo – e anche velocemente – un frenetico interesse intorno al loro mondo musicale che mal si concilia con la dolcezza, i silenzi e i panorami mozzafiato di cui si sono intrisi fino ad ora. Ecco, c’è tutto questo in quel titolo. C’è una voglia di uscire ma senza scappare, di crescere velocemente in visibilità ma senza perdere neanche un briciolo di amore per i suoni, i rumori, i sapori della propria terra.

E questo gruppo valdostano non solo ha vissuto una “bella estate” l’anno scorso, ma è stato tutto il 2012 a dargli visibilità, convogliando anni di fatica, di collaborazioni e grandi concerti nel Nord Italia, Piemonte e Val D’Aosta in primis. La scintilla è stata certamente la vittoria, netta, a Musicultura, la prestigiosa manifestazione che si svolge a Macerata e che li ha visti trionfare in più categorie (cosa molto rara in un festival e questo in particolare), dal Premio della Critica a quello per la Miglior Musica fino a quello più significativo che li ha decretati vincitori assoluti dell’Edizione 2012 (in alto nella foto con al centro Piero Cesanelli, patron storico della manifestazione). Da lì sono partite in maniera ancora più vistosa le opportunità di interviste, recensioni, ma soprattutto richieste di concerti live, il vero valore aggiunto di questo gruppo. Una capacità di stare sul palco che, come dicevamo, non nasce dal caso, ma dai molti anni di lavoro certosino e prezioso di Vincent Boniface (organo, organetto, cornamusa e quasi tutti i fiati) e di suo fratello Rémy Boniface (straordinario organettista e violinista, qui tutti e due insieme nel concerto-evento con De Gregori) nel saper gestire gli arrangiamenti di un gruppo folk-rock senza cadere nel banale o nel già sentito, cosa più facile a dirsi che a farsi. Su questo mare di suoni va sottolineata l’importanza dei testi, scritti quasi sempre da Alberto Visconti (a sinistra nella foto), che con la sua chitarra e la sua voce colora, da’ una forma-canzone alle intuizioni iniziali (anche se non esiste di fatto un vero e proprio vocal leader, visto che spesso alla voce troviamo anche Rémy o Vincent Boniface).


La loro prima fatica, Come una festa, era  uscita nel 2010 e dopo aver venduto circa 3000 copie utilizzando come ‘unico mezzo’ di diffusione i concerti live in giro per la penisola - e la già citata vittoria a Musicultura - i L’Orage sono diventati un ensemble capace di dare un “suono” alle proprie canzoni, una sorta di marchio di fabbrica riconoscibile. Ed è di questo “suono” e di questa energia live che anche un pezzo da novanta della canzone d’autore italiana, Francesco De Gregori, si è innamorato. Al punto tale che il 2 febbraio di quest’anno i L’Orage hanno suonato e condiviso il palco con lui, in un memorabile concerto nel Palace di  Saint Vincent, riarrangiando (a modo loro, manco a dirlo…) molti brani/capolavori di questo splendido sessantaduenne capace ancora di graffiare (lasciateci ricordare almeno il suo ultimo singolo Guarda che non sono io, pietra angolare per cui valeva la pena aspettare qualche anno di canzoni mediocri)

La Bella Estate è quindi il naturale prosieguo nel cammino di questo sorprendente gruppo di musicisti. Ascoltarlo (e ancor di più vederli dal vivo) è rivivere la bellezza di un ricordo narrato all’imperfetto, perché ancora vivido e capace di destare emozioni  grazie all’ampio ricorso a contaminazioni diversissime:  dalle note dal sapore folkloristico percepibili nel brano d’apertura, omonimo, alle sfumature più rock di Ronnie,  all’improvvisazione ska di Come macchie, fino alla suggestiva Bang Bang, classicone evergreen che qui viene riproposto con l’attrice Jasmine Trinca.

Definito “rock delle montagne”,  il loro genere assembla stilemi e forme per certi versi innovativi, con testi brillanti, a volte irriverenti, ricchi di citazioni colte come evidenziato nel brano Queste ferite sono verdi (pezzo presentato a Musicultura) con un ritornello tratto dalla poesia Vocali di Arthur Rimbaud, a cui tra l’altro era dedicato tutto il disco. Un amore per la letteratura ben presente anche nel disco nuovo, nei testi come nei ringraziamenti nel libretto o per le semplici complicità elettive (Serge Gainsbourg, Baudelaire, Italo Calvino e già citato poeta scrittore di Santo Stefano Belbo)

Un’alternanza ben costruita tra freschezza (anzi, frizzantezza….) popolare e dolce malinconia. Un mix che risulta piacevole e che si lascia ascoltare, pardon coinvolgere, in tutte le occasioni.


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In dettaglio

  • Produzione artistica:  L'Orage
  • Anno: 2012
  • Durata: 43:31

Elenco delle tracce

01. La bella estate

02. Rose e rasoi

03. Giugno

04. Sous le soleil, Exactement

05. Laridè de la Princesse

06. Ronnie

07. Un morto contento

08. Bang bang

09. Le Voltigeur

10. Come macchie

11. Titoli di coda

12. E te ne andrai


Brani migliori

  1. La bella estate
  2. Ronnie
  3. Come macchie

Musicisti

Rémi Boniface: violino, organetto, ghironda, voce  -  Vincent Boniface: organetto,sassofoni, clarinetto, cornamuse, flauto, organi elettrico, rhodes, voce  -  Florian Bua: batteria, cori  -  Memo Crestani: chitarre, cori  -  Ricky Murray: percussioni, cori  -  Stefano Trieste: basso  -  Alberto Visconti: voce, chitarre