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Gli Insetti nell’Ambra

L’Aleph

L’Aleph, ovvero un lavoro all’insegna del minimo indispensabile, un lavoro in cui il termine “riduzione” trova una dimensione musicale esplicita, e si esprime attraverso sette brani altrettanto essenziale. Non siamo certo all'uso del silenzio, importante quanto le note, suggerito da Cage ma certo è che, rispetto alla ridondanza di certo rock, la deminutio sonora è davvero sostanziale.

Lapo “Ludwig van Baloney” Boschi e Chris “Bronkos” Bettoli sono Gli Insetti nell’Ambra ma, contrariamente al nickname che si sono scelti, non soffrono certo di immobilismo; la loro psichedelia è una psichedelia 3.0, che pesca due testi, Riflessi e Aleph rispettivamente da Aldo Palazzeschi e Jorge Luis Borges, crepuscolare e futurista, quindi in sintesi avanguardista il primo, filosofo, metafisico con una propensione alla fantasy ante litteram e fra i primi promotori dell’ultraismo il secondo. Quindi due personaggi assolutamente proiettati verso il futuro e non certo paghi del presente o nostalgici del passato.

Garage-punk con inflessioni new wave, qualche riferimento al krautrock (e quindi sempre di minimalismo stiamo parlando), una spiccata predilezione per la ritmica, per le frequenza basse e per chitarre dai timbri secchi e squillanti, la scelta di suoni, in certi passaggi, vagamente lo-fi che, una volta tanto, sono davvero funzionali all’idea sottostante, ma che non inficiano la pulizia e la definizione del sound complessivo. E poi la parola, intesa come vero e proprio strumento di comunicazione: niente rime o altri artifizi estetici ma l’uso sapiente e sottile di figure retoriche se non complesse, sicuramente articolate e non certo ampollose; in questo senso l’ispirazione nei confronti degli scrittori succitati è assolutamente evidente, se non dichiarata.

Non mancano, ad esempio nei brani Foto o Aleph, interessanti passaggi in cui chitarra e basso si scambiano i “compiti” melodici e ritmici, creando un suono che, alla fine, risulta essere una sommatoria di suoni sovrapposti, due linee che corrono parallele, si intersecano, si incrociano lasciando alla voce il compito effettivo di mantenere la rotta. Sono approcci musicali interessanti, che sovvertono le dinamiche più consuete del rock e che, in un certo senso, spiazzano l’ascoltatore, pur mantenendo una assoluta semplicità di base. Particolare è anche l’utilizzo della voce che è, spesso, più uno speaking che non un vero e proprio cantato, che asseconda la ritmica dei brani attraverso una scansione delle parole ed una suddivisione metrica distante dalla consueta alternanza di strofe e ritornelli; anche i brevi soli di chitarra, che mutano peraltro stile a seconda dei brani, risultano essere una sorta di cantato, per così dire, “alternativo”, un controcanto che si alterna o, a seconda dei casi, si sovrappone al cantato, divenendo a tutti gli effetti una voce vera e propria.

Resta da dire che, fra i suoni che emergono all’interno delle sette tracce di questo lavoro, ce ne sono alcuni a margine dei brani che per molti potrebbero essere suoni ormai dimenticati ed assai lontani del tempo: il “click” di un tasto, il “clack” di uno sportellino, il rumore rotatorio di un rullo che ruota, il “bump” di un nastro che inizia, lo sfrigolio che precede il primo brano, il “tack” che segnala lo stop, e che impone di cambiare lato…trattasi, come si può intuire, di una cassetta, o meglio di una musicassetta, unica apparente concessione al passato e che, tuttavia, in quanto oggetto molto “esclusivo”, nel senso di “utilizzato da pochi”, diviene automaticamente una provocazione “futurista”, perfettamente in linea con gli autori presi in considerazione e con l’idea di fondo che anima questo progetto.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Gli Insetti nell’Ambra
  • Anno: 2017
  • Durata: 26:00
  • Etichetta: Skank Bloc Records

Elenco delle tracce

01. E2 E4
02. Foto
03. Elettroni
04. Riflessi
05. Sperando
06. Aleph
07. Segnali

Brani migliori

  1. Foto
  2. Elettroni
  3. Aleph

Musicisti

Lapo “Ludwig van Baloney” Boschi: voce, chitarra basso, chitarra ritmica, campionamenti, modulatore ad anello  -  Chris “Bronkos” Bettoli: chitarra selvaggia  -  Luciano Chessa: Aardvark syn