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La Fame di Camilla

L'attesa

Già il singolo di lancio Susy e l’infinito aveva lasciato intravedere la freschezza musicale che avrebbe animato tutto il disco e così è stato: L’attesa, l’ultimo lavoro de La Fame di Camilla, si presenta infatti con tonalità accattivanti e con la consueta cura dei testi che ormai, dopo tre album, confermano una decisa impronta del loro autore (nonché voce del gruppo) che rappresenta l’anima della band. Ermal Meta sembra aver intrapreso la strada della maturità artistica, che alle orecchie degli ascoltatori si manifesta con estrema naturalezza, e l’esperienza accumulata in tour (che sta continuando ad alti livelli anche ad esempio con l’apertura di diverse date dei Negrita, nei cui studi aretini l’album è stato registrato con la produzione di Fabrizio Barbacci) non ha fatto altro che rafforzare la consapevolezza nei propri mezzi,  consolidando la sicurezza sul palco e di conseguenza anche quella in studio.

Le trame delle varie canzoni attraversano mondi vissuti quotidianamente da quella popolazione di giovani che sono appunto costantemente in attesa del loro Crescere, come se il prossimo passaggio non fosse Solo una scia, ma magari una vera e propria Rivoluzione.

E allora ecco che, avvolti talvolta dal dolce suono dei violini, veniamo accompagnati nella gradevole visione di qualcosa che potrebbe rimanere solo nelle nostri menti, ma sarebbe capace di portarci lontano come Susy e l’infinito o verso mete percorse davvero solo dagli Astronauti, verso luoghi che, benché distanti e sconosciuti, come molti meandri della nostra vita, non devono instillare in noi ansie e paure, ma solo desiderio di esplorare e conoscere.

Dobbiamo stare attenti e far sì che ogni (Un) uomo non si abbatta dinanzi agli inganni (Giuda) che la vita ti palesa ogni giorno di fronte, ma reagisca davanti a questo senso di inquietudine, facendosi accompagnare dall’amore, dal desiderio di vivere (Niente che ti assomigli).

Solo così la vita può diventare leggerezza e abbracci di gioia, ed ecco che anche i suoni si illuminano di sole e di voglia di camminare, correre e viaggiare (Bye Bye, Baby).

Talvolta, però, dobbiamo ricordarci dei passaggi del nostro percorso e non dobbiamo ostacolare la nostra mente che desidera abbandonarsi alla nostalgia, quella nostalgia che porta con sé i sentimenti e talora la malinconia (L’altra metà) o la paura della solitudine che deve sollecitarci alla ricerca di un nuovo e liberatorio sorriso e, se non siamo riusciti a trattenerle, anche l’aver versato Due lacrime ci ha permesso di aprire lo sguardo su Un pezzo di cielo in più.

«L’idea dell’album - come afferma il cantante della band -  è quella di fornire uno spaccato sulla condizione della generazione dei giovani, sull’attesa snervante di qualcosa che migliori le proprie vite».

I brani si alternano, invasi da musicalità e arrangiamenti dolci e morbidi e decisamente discreti, fino a realizzare delle vere e proprie perle acustiche con l’abbraccio costante dei veri protagonisti che sono sempre i testi, con i quali Meta riesce a comunicare con una riservata autenticità. L’inizio del disco, lasciato a La stagione dell’amore silenzioso («una canzone fortemente autobiografica, alla quale ci sentiamo molto legati» afferma Meta), ci proietta da subito sulla scena di una vita che sarà combattuta tra i rimpianti e la voglia di guardare avanti, quello stesso sguardo che la band deve serbare per raggiungere mete che, se desiderate con convinzione e passione come oggi, saranno molto probabilmente raggiunte.

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In dettaglio

  • Produzione artistica:  Fabrizio Barbacci
  • Anno: 2012
  • Durata: 53:25
  • Etichetta: Universal Music Italia

Elenco delle tracce

01. La stagione dell'amore silenzioso

02  Crescere

03. Solo una scia

04. Rivoluzione

05. Susy e l'infinito

06. La mia parte più debole

07. Astronauti

08. Giuda

09. Niente che ti assomigli

10. Un uomo

11. L'altra metà

12. Bye Bye, Baby

13. Un pezzo di cielo in più


Brani migliori

  1. Susy e l'infinito
  2. Niente che ti assomigli
  3. L'altra metà

Musicisti

Ermal Meta: voce, chitarra, piano, campionamenti, synth, programming - Giovanni Colatorti: chitarre - Dino Rubini: basso - Lele Diana: batteria;               - Luca Chiaravalli: pianoforte, synth in 05 - Lara Pagin: cori in 05 - Renato di Bonito: cori in 05 - Fabrizio Barbacci: chitarra elettrica in 01