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Zibba

Le cose

Canzoni spesso notturne (come ambientazione), magari chiuse fra le pareti di un hotel (rigorosamente non fumatori), compongono questo nuovo capitolo (l’ottavo) della saga discografica di Zibba. Che ci prova ancora una volta, verrebbe da dire con rinnovata convinzione: a uscire da un ghetto (ammesso che tale sia, e noi non ne siamo troppo convinti) cantautoriale, delle cui stimmate mantiene peraltro l’impatto del cantato (la sua voce, come sempre magistralmente scolpita sul verso, e spesso – non sempre – anche il portato testuale) ma non – salvo eccezioni – l’impatto complessivo (arrangiamenti e sonorità).

Numerosi gli ospiti (anche in fase di scrittura), col primo acuto per Erica Mou, la cui voce limpidissima illumina Quando abbiamo smesso (suo il testo), mettendo persino in ombra quella del Sergio (Vallarino, in arte, appunto, Zibba), cosa francamente più unica che rara, in questo album come altrove. Lo stesso si prende peraltro la sua brava rivincita (scelta invece oculatissima, fuor di celia) costruendo uno di quei refrain contagiosi (anche in rapporto alle strofe, è ovvio) in cui è maestro, e il cui esempio più esplicito è qui Le cose inutili, che saremmo curiosi di sentir cantare da Celentano (caso del resto non unico, in questo album specifico come lungo l’intero songobook dell’artista savonese).

In un disco così carico di materia, qua e là persino un po’ saturo, gli episodi più essenziali ed eleganti arrivano in coda, con La traccia che finisce il disco, a tratti struggente, e più ancora con Un unico piccolo istante, per soli voce e archi, un’autentica chicca, con una coda decisamente “altra” su cui il disco si chiude. In mezzo ci sono ovviamente diverse altre cose degne di menzione, come ad esempio Niente, a due voci con David Blank, coautore del testo, o Sesto piano, il cui dirimpettaio è quel Marco Masini con e per il quale Zibba aveva scritto l’anno scorso l’ottima Spostato di un secondo con destinazione Sanremo (qui l’artista romano incide per la verità meno di quanto avrebbe potuto).

Insomma: c’è parecchia carne al fuoco in questo nuovo lavoro del Nostro. Che potrebbe prima o poi anche sorprenderci con un ritorno all’ovile (leggi cantautorato duro e puro). Non ci resta che attendere.


 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Zibba, Simone Sproccati & Mace (#02)    
  • Anno: 2018
  • Durata: 41:52
  • Etichetta: Platonica / Sony Music

Elenco delle tracce

01. Quello che si sente
02. Quando stiamo bene
03. Dove si ferma il sole
04. Quando abbiamo smesso
05. Panorama
06. Quello che vuoi
07. Niente
08. Le cose inutili
09. Sesto piano
10. Un altro modo
11. La traccia che finisce il disco
12. Un unico piccolo istante 

Brani migliori

  1. Quando abbiamo smesso
  2. La traccia che finisce il disco
  3. Un unico piccolo istante

Musicisti

Zibba: voce, chitarra  -  Andrea Balestrieri, Stefano Riggi, Silvia Ottanà, Simone Ruby Rubinato, Dario Ciffo, Marco Ferrando, Mace, Antonio Accarino, Big Fish, Giulia Pratelli, Marpek, Valeria Barbera, Edoardo Vallarino, Giorgio Mirto, Fation Hoxholli, Miriam Maltagliati, Francesca Villa: strumenti e contributi non specificati  -  Elodie: voce in 02  -  Erica Mou: voce in 04  -  Chantal: voce in 05  -  David Blank: voce in 07  -  Alex Britti: chitarra in 08  -  Marco Masini: voce in 09  -  Diego Esposito: voce in 10