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Paola Sabbatani

Libertà e malinconia

Libertà e malinconia non sono concetti antitetici, tuttavia accostarli è piuttosto inusuale. La libertà, il bene supremo dell’esistenza, dovrebbe dare a chi lo conquista una sensazione di compiutezza e di esaltazione. A volte, tuttavia, lo sforzo richiesto per ottenerla e le conseguenze delle proprie azioni possono lasciare tracce di amarezza o di nostalgia. La lotta per rivendicare il proprio spazio di autenticità e di realizzazione personale, così come l’aspirazione alla giustizia sociale, può generare un senso di irresolutezza e di mancanza. La libertà, dunque, si accompagna alla consapevolezza che i piccoli successi che si conseguiranno non condurranno ad un’unica grande vittoria, e questa necessaria presa di coscienza è causa di malinconia e di ripiegamento interiore.

Libertà e malinconia è il nuovo progetto musicale di Paola Sabbatani, che si compone di nove tracce per un articolato percorso tra indagine psicologica e impegno civile. La cantautrice faentina è anche docente, attrice, regista, scrittrice e la sua ricerca artistica ha spaziato, negli anni, dalla memoria storica – ricordiamo il suo concerto/spettacolo “Non posso riposare” del 2007, basato sulla riproposizione di canti di lotta, di lavoro e d’amore, da cui è stato tratto un album live - all’attenzione alle problematiche sociali e alla musica tradizionale e popolare. Il nuovo disco si caratterizza per durate importanti (i brani hanno una lunghezza media di cinque minuti) e liriche che tratteggiano storie di donne, tra forza e fragilità, scenari individuali ed affreschi di più ampio respiro. Come ha spiegato la stessa cantautrice, i testi non sono autobiografici, ma si basano su una serie di interviste realizzate in collaborazione con la rivista “Una Città” (sito internet: unacitta.it), della quale lei è redattrice.  Dopo averli composti nel periodo del lockdown, Paola li ha affidati a Daniele Santimone, responsabile anche della produzione artistica, che li ha rivestiti dei tessuti sonori più adatti, che spaziano dal jazz al flamenco. I raffinati arrangiamenti sono basati sui timbri di una formazione comprendente Roberto Bartoli, collaboratore di lunga data di Paola, al contrabbasso, Tiziano Negrello al secondo contrabbasso e alle percussioni e lo stesso Santimone alla chitarra a sette corde.

La cifra stilistica della cantautrice pare essere una dimensione prettamente narrativa. I brani sono infatti ampie e insieme ellittiche rievocazioni di vicende vissute, puntuali indagini che scavano fin nei recessi dell’anima. Si raccontano sogni infranti, relazioni che si intrecciano senza trovare soluzione, seconde opportunità, irrequietudini adolescenziali, ricerca di porti di quiete, amori negati o celati per non esporre la propria vulnerabilità. Ci si chiede, aver inseguito i propri ideali con entusiasmo e dedizione, “che cosa è accaduto, che cosa non ha funzionato, che cosa non ha avuto fiato abbastanza per inondare, riempire la tua stanza…” (Malinconia); c’è spazio per storie di disagio e degrado, come quella della ragazza ventenne che, per amore del suo compagno, finisce della spirale della droga e della microcriminalità e scrive alla madre lettere dal carcere (Residuo di pena). Fortunatamente, a volte si può contare sulle relazioni amicali, che restituiscono speranza nei momenti più difficili (Io, te e voi). Ma ci sono anche esperienze drammatiche, come quella di Annamaria, rinchiusa in un ospedale psichiatrico, per la quale non c’è un lieto fine: “oggi non parliamo di giustizia sociale/e nemmeno di libertà/oggi non parliamo di seconde possibilità/oggi occhi sbarrati dalla sfortuna ci guardano”. Si affrontano, poi, i contrasti generazionali in La faticosa libertà, in cui le inquietudini giovanili e le velleità libertarie, dopo la rottura iniziale, anelano alla riconciliazione con le figure genitoriali. E infine, in Vulnerabile si celebrano gli “incontri sbagliati, nei modi, nei tempi e nelle opportunità”, gli amori improbabili e impossibili, mai sbocciati a causa delle circostanze sfavorevoli, della paura del giudizio altrui. Rimarrà nel cuore il segreto di quel sentimento, accarezzato ma mai realizzato: “lo sai che sarebbe stato perfetto, ma la vita ha deciso altrimenti, hai avuto altre braccia, altri occhi”.

Merita una citazione l’artwork dell’album, con suggestive foto in bianco e nero che evocano momenti di solitudine, attesa, sorellanza, isolamento. L’immagine di copertina, un muro di mattoni stilizzato con un cuore trafitto, è un’elaborazione di un disegno originale dall’archivio della rivista “Una città”. La scelta cromatica e la grafica minimalista sono il corrispettivo visuale di brani che coniugano efficacia espressiva ed equilibrio compositivo. Di grande fascino gli arrangiamenti: la voce di Paola dialoga sapientemente con le percussioni che si fanno cuore pulsante, i contrabbassi pizzicati o suonati con l’arco, la chitarra a sette corde protagonista di virtuosismi swing e flamenco. Libertà e malinconia è un lavoro di notevole spessore, che conferma il coerente percorso della cantautrice, da sempre attenta a dare spazio nella sua produzione artistica alle proprie radici culturali, alle tematiche sociali e ad una ricerca musicale che attinge a sonorità colte e popolari.

 

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Paola Sabbatani/Daniele Santimone
  • Anno: 2022
  • Etichetta: Edizioni Una Città

Elenco delle tracce

01.  Malinconia
02.  Residuo di pena
03. Io, te e voi
04.  Annamaria
05.  Chiedi scusa
06.  Sala d’attesa
07.  La seconda possibilità
08.  La faticosa libertà
09.  Vulnerabile

Brani migliori

  1. Malinconia
  2. Vulnerabile