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Sollo&Gnut

L’orso ‘nnammurato

Se metti insieme due autori, una chitarra, un paio di occhi belli e un post di facebook, mescoli bene e cuoci in forno per un tempo piccolo, ottieni un libro di poesie, un cd e un titolo che parla chiaro già da subito: L’orso ‘nnammurato (pubblicato da Ad est dell’equatore). 66 liriche in lingua partenopea, 14 delle quali diventate canzoni, è il frutto di una collaborazione nata per caso, tra Alessio Sollo e Gnut, al secolo Claudio Domestico, entrambi napoletani, entrambi musicisti: e se le coincidenze hanno sempre un senso, bisogna fidarsi. Almeno, noi ci crediamo. Quelle che hanno accompagnato la nascita di questo progetto sono due e inanellate una dietro l’altra, possiamo dire siano state la miccia per far detonare uno dei dischi più interessanti apparsi sul mercato nell’ultimo periodo. La storia è bella e affascinante, esattamente come quegli occhi pieni d’amore e malinconia che un pomeriggio sono passati per caso davanti a Sollo, nel reparto di una clinica di riabilitazione, dove lavora come vigilante; due occhi appartenenti ad una donna, che parlavano senza dire, due occhi così pieni di ammore o’ vero per il suo uomo, accompagnato lì a curarsi, che hanno rivoluzionato un sentire e ispirato versi. Sollo scrive un testo, come in quei giorni gli capitava spesso di fare, e posta le parole su Facebook. Un’ora dopo, il suo amico Claudio gli invia una canzone chiedendogli un parere. Sollo ascolta, la trova bella, ma non comprende immediatamente che quelli fossero i suoi versi, che quel testo, letto per caso in un post e musicato di getto da Gnut, sarebbe stato il primo tassello di un lavoro: la poesia si chiamava L’orso ‘nnammurato, poi diventata L’ammore o’ vero, prima canzone del loro sodalizio. Lo farà il giorno dopo, a mente fresca, dando inizio a un percorso nuovo che ha messo a reagire se stesso, musicista di estrazione dichiaratamente punk, con Claudio Domestico e il suo modo dolce, pacato, romantico di scrivere, riuscendo, forse proprio per questo, a ottenere un disco davvero bello, come non si ascoltava da tempo.

Un disco che finalmente parla d’amore, ‘o vero, appunto, senza infingimenti, che sussurra parole sincere, chiare, urlandole a tutti quelli che in questi tempi inibiti e introversi le hanno dimenticate, che hanno perduto la via, che non guardano più con grazia, passione, e nuda verità alle dinamiche del cuore. Un disco che, per stessa ammissione di Sollo, è così sfacciatamente crudo, nel dire, e nel difendere a morsi la propria sensibilità, da avere uno spirito punk, quello che, appartenendogli per formazione e naturale propensione artistica, temeva potesse andar perduto a contatto con un artista lieve come Gnut. E vivaddio. I pezzi sono musicati, cantati e suonati da Gnut insieme ai musicisti della sua band (Marco Caligiuri, Valerio Mola, Luca Caligiuri, Gianluca Capurro, Michele Signore, "Mr. Coffee" Daniele Rossi) e ospiti speciali quali Ciro Riccardi, Brunella Selo, Dolores Melodia, Andrea Tartaglia, Monia Massa, Luca Rossi e Alexander Cerdà. Le citazioni in cima al libro e i due numi tutelari scelti, aggiungono due perché imprescindibili: sotto l’egida di I was born to love magic di Nick Drake si apre e si prosegue con un monito di Pino Daniele che mette il lettore/ascoltatore sul piede di guerra per un progetto tutto scritto in lingua napoletana: si capisce è buono, sinnò te futte.  Salvo poi aggiungere, in calce, un delizioso glossario di salvataggio.

La traccia che apre, Tutta la vita ‘nnanz e quella che chiude Ll’ultimo penziero segnano un percorso immaginario e immaginifico in cui l’amore, protagonista indiscusso, si declina senza rete e pudore alcuno, in mille rivoli e forme. Prendendo, alla fine, la forma giusta, corretta, scevra da ogni pericolo di retorica, che sempre è in agguato, dietro l’angolo, in materie così scottanti. Resta tutto intatto, in ogni traccia. Piglio, cazzimma, poesia e incanto. Tutto intatto e disarmante. Come solo un inno alla libertà di amarsi può fare.

Buon ascolto.

Foto di Sollo&Gnut di Aurora Scotto di Minico

 

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In dettaglio

  • Anno: 2019
  • Durata: 40:62
  • Etichetta: Ad est dell’equatore

Elenco delle tracce

01. Tutta ‘a vita annanz’
02. ‘Nu bicchiere ‘e vino
03. Girasole sott’a luna
04. Inferno
05. Paraviso
06. Uocchie senza core
07. Creaturo
08. ‘O ciarlatano
09. ‘A mossa
10. Votta ‘o viento
11. Robba mia
12. Vulesse vulasse
13. Me faje murì
14. Ll’ultimo penziero

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