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Enrico Merlin – Valerio Scrignoli

Maledetti (Area Music)

Una Fender Telecaster insieme ad una Paul Reed Smith oppure, alternativamente, una Hoyer semiacustica ed una Fender Jaguar, entrambe filtrate da due Stomp Boxes realizzati da Fattoria Mendoza. Questi gli “strumenti” che ovviamente prendono vita sotto le dita abili e veloci di Enrico Merlin e Valerio Scrignoli, chitarristi dalla differente estrazione musicale, dallo stile altrettanto eterogeneo, accomunati nell’occasione dal desiderio di riuscire a trovare un punto di contatto attraverso la musica di un gruppo che si può tranquillamente definire, per stile, linguaggio ed impatto musicale, davvero gigantesco: gli Area.

Lavorare su otto brani appartenenti alla band, probabilmente, più complessa del panorama musicale italiano, e farlo oltretutto con due sole chitarre elettriche, non appare certo un’operazione semplice, non fosse altro che per il fatto di dover sintetizzare brani elaborati e molto articolati gestendo ritmica, armonia e melodia, ma anche dissonanze e disarmonie con una strumentazione assai più limitata. Perché gli Area hanno utilizzato ampiamente la tecnologia dell’epoca, hanno giocato con strumenti ed effetti, e quindi decostruire e ricostruire determinati intrecci con mezzi relativamente ridotti, ma soprattutto con sole quattro mani, non è operazione agevole.

I due chitarristi non lesinano certo gli sforzi e, da un punto di vista dei suoni, “se le danno di santa ragione”: echi, riverberi, fuzz, passaggi dissonanti, ritmiche complesse ed anche “più che dispari”, insomma, tutto ciò che serve per raccontare, con 6+6 corde, una musica sicuramente complessa, sicuramente non facilmente riproducibile, sicuramente di non facile ascolto. Approcciarsi agli Area significa mettere da parte tanti aspetti della musica che si scolta “normalmente”: la melodia, l’armonia, vengono stravolte, spezzettate, in molti passaggi del tutto azzerate a favore di elementi dissonanti, anche difficili da capire, e che l’effettistica enfatizza ulteriormente. Del resto l’assenza di una voce come quella di Demetrio Stratos ha obbligato i due chitarristi ad inventarsi, letteralmente, tutte quelle parti in cui la voce è, necessariamente, lo strumento in più, lo strumento che non può affatto mancare.

Occorre dire che i due musicisti hanno fatto davvero un ottimo lavoro, riuscendo nell’impresa di dare completezza a brani che, senza voce, tastiere, basso e batteria, rischiavano di essere sin troppo scarni; ed invece, dividendosi le parti a seconda delle necessità, Merlin e Scrignoli hanno “coverizzato” da par loro le otto tracce prescelte, dando loro non solo una interpretazione personale, ma proprio una veste nuova, adattandole agli strumenti e riuscendo ad enfatizzare i passaggi fondamentali giocando con essi.

Eseguire delle cover di brani pensati e scritti da altri, e farlo bene, non è affatto semplice anzi, a volte può risultare più complesso che non eseguire brani propri, proprio perché l’interpretazione di questi ultimi è più libera ed indipendente, dovendo rendere conto esclusivamente a sé stessi. Lavorare su brani altrui, ed in questo su brani assai complessi non solo tecnicamente, ma anche nelle intenzioni, è un passaggio molto delicato che comprende tutta una serie di valutazioni da fare: al rispetto nei confronti del pezzo si affiancano la necessità di “rivederlo”, per non farne una copia pedissequa, il “come” farlo, il “fino a dove” spingersi, il “quanto” effettuare modifiche o riletture, il “dove” ritoccarlo, tutte operazioni che richiedono, davvero, una sensibilità profonda.

Chi ama gli Area troverà, in queste riletture, una visione ed un approccio interessanti, curiosi ed inediti ai loro brani; chi non li conosce, o ne ha solamente sentito parlare, potrà certamente avvicinarli da un’angolazione sensibilmente differente, partendo da una interpretazione, per poi andare ad ascoltare i brani originali.

 Foto di Cristina Crippa

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Saul Beretta, Enrico Merlin, Valerio Scrignoli, Ivan Benvenuti
  • Anno: 2017
  • Durata: 52:33
  • Etichetta: Musicamorfosi

Elenco delle tracce

01. Evaporazione
02. La mela di Odessa (1920)
03. Cometa rossa
04. Hommage à Violette Nozieres
05. L’elefante bianco
06. Luglio, Agosto, Settembre (nero)
07. Vodka cola
08. Il bandito del deserto

Brani migliori

  1. Hommage à Violette Nozieres
  2. L’elefante bianco
  3. Luglio, Agosto, Settembre (nero)

Musicisti

Enrico Merlin: electric guitar, banjo  -  Valerio Scrignoli: electric guitar