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Nada

Materiale domestico

Ci sono artisti il cui nome resta, nella percezioni dell’opinione pubblica, indissolubilmente legato a un brano di successo. E questo al di là del fatto che l’artista in questione abbia poi, durante la sua carriera, perlustrato anche altri mondi creativi. Il nome è inesorabilmente accostato a un titolo (alle volte due). Qualcosa di simile credo sia accaduto anche a Nada, artista che ha conosciuto nella sua lunga carriera (la sua prima esibizione al Festival di Sanremo - a 15 anni - è del 1969!) diverse “vite”. Eppure, per i più, Nada è Ma che freddo fa e Amore disperato. Nulla di male, intendiamoci, perché comunque quei due singoli sono dei grandi classici pop (che Nada oltretutto ripropone nei live). Ma, appunto, l’artista livornese è davvero anche altra cosa. E questo strano disco-raccolta, Materiale domestico, sembra volerlo sottolineare con  forza: Nada non è stata solo straordinaria interprete, ma anche autrice purissima, che nel corso degli ultimi due decenni ha acquisito un’enorme credibilità agli occhi della critica specializzata (basti pensare ai vari premi vinti e le diverse candidature alle Targhe Tenco). Certo, la grande svolta artistica avviene all’inizio del nuovo millennio con L’amore è fortissimo ma il corpo no (2001) e ancor più con il successivo Tutto l’amore che mi manca (2004), ma a ben guardare già agli inizi degli anni Settanta (nonostante il grande successo di pubblico) Nada ha voluto, con tenacia tutta livornese, avvicinarsi alla canzone d’autore collaborando prima con Piero Ciampi (Ho scoperto che esisto anche io, 1973) e poi con Paolo Conte (Nada, 1976), dando così un bel calcio all’immagine adolescenziale che le era stata cucita addosso. Una scelta coraggiosa - come il rifiuto a partecipare al Festival di Sanremo - che dimostra fin da subito la sua personalità. Scelta che inevitabilmente pagherà in termini di popolarità .Gli ascolti matti e disperatissimi di quel periodo la mettono in contatto con un talentuoso autore, Varo Venturi, le cui musiche erano già state scartate dalle principali case discografiche. Ma Nada non sarebbe Nada se non sapesse cogliere il potenziale di quel giovane; si mette a riscrivere il testo di un brano apparentemente sghembo che però ha una melodia straordinaria. Nasce così Amore disperato, resterà in vetta alle classifiche per tutta l’estate 1983.

Mi si obietterà che tutto ciò poco ha a che fare con la recensione di questo nuovo album di Nada Malanima. E invece, credo che siano proprio dischi come questi quelli che ci permettono di ripercorrere con la giusta distanza storica la carriera di un artista. Insomma, se mi sono dilungato sull’ieri è perché volevo dimostrare la grandezza di Nada oggi. Una grandezza che è sempre passata dalla necessità di rimettersi in gioco, di alzare l’asticella. Dopo la sbornia di Amore disperato, Nada non vuole ripetersi all’infinito e soprattutto decide che  è giunta l’ora di fare il grande salto: da ora si scriverà da sé i proprio brani. E non sarà facile, tra fallimenti, delusioni e rifiuti (non a caso viene qui riproposto il provino di uno dei suoi primissimi pezzi, Fuga di gas, del 1986 ). Ma Nada è livornese verace, testarda e al tempo stesso convinta dei proprio mezzi. Continua a scrivere e a scrivere. Si ritira persino dal grande circuito discografico, non rilascia più interviste. Deve studiare per poter scrivere. E cantare in posti sperduti, in sagre di paese, per poter vivere.

Ripescare oggi quei vecchi provini domestici diviene insomma l’orgogliosa rivendicazione di una professionista, come sottolinea lei stessa: “Quelli che ho scelto, tra i tanti che mi sono capitati tra le mani, sono “provini” nati dalla cucina alla sala, a volte in corridoio, e che vogliono essere solo una sincera testimonianza del mestiere che faccio”. Quasi una dichiarazione di intenti a rebours. Perché fare questo mestiere, vuol dire anche “sporcarsi le mani”, registrare in cucina, collegare una vecchia chitarra elettrica a una vecchia versione di Garageband, provare qualche nuovo sintetizzatore, inventarsi una linea di basso. Questo Materiale domestico è davvero e pervicacemente materiale domestico, un lavoro che non vuole essere un riempitivo contrattuale (sarebbe bastata una qualche Deluxe edition dei precedenti lavori), ma una vera e propria rivendicazione artistica e professionale.

Al di là di come i brani siano poi cambiati  in sede di registrazione in studio, mi pare di poter dire che quello che emerge è la grande consapevolezza che Nada ha sempre avuto del suo lavoro, tanto che alcuni provini - nella loro inevitabile imprecisione tecnica - sono già perfetti così. Da questo punto di vista, suggerisco di prestare attenzione in particolare alla sua voce che nel tempo diviene forse un poco più roca, ma continua a essere trainante e commovente anche in un provino (dell’aspetto prettamente vocale avevo detto qualcosa già nella recensione di È un momento difficile tesoro). Nada ci fa entrare nei suoi spazi domestici, facendoci capire come alcune canzoni nascano già bell’e fatte e come altre sono spunti per successive rielaborazioni. Arricchisce il tutto la presenza anche di quattro brani inediti: Fuga di gas (come detto del 1986), Berlino (1988), Come una roccia (1995) e Ho perso la testa (2000). 

Un doppio cd che va ascoltato, con tutte le sue (volute) imprecisioni, per rendersi conto della grandezza dell’essenza di una bella canzone. E di un grande nome della nostra canzone.

 

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Nada 
  • Anno: 2019
  • Durata: 96:00
  • Etichetta: Woodworm

Elenco delle tracce

01. Dove sono i tuoi occhi
02. Due giorni al mare
03. Una pioggia di sale
04. Alzati all'alba
05. L’estate sul mare
06. L’ultima festa
07. Sonia
08. Il tuo dio
09. La mia anima
10. Chiodi
11. Distese
12. Luna in piena
13. Senza un perché
14. Asciuga le mie lacrime
15. Tutto l'amore che mi manca
16. Giulia
17. La musica antica
18. Ho perso la testa (inedito)
19. Come una roccia (inedito)
20. La gallina
21. Guarda quante stelle
22. My love
23. Berlino (inedito)
24. Fuga di gas (inedito)

Brani migliori

  1. Dove sono i tuoi occhi
  2. Senza un perché

Musicisti

Nada: Voce, chiatarre, basso, sintetizzatori