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Vincenzo Zitello

Metamorphose XII

Ci vuole una (grande) dose di lucida follia nel produrre e proporre un album doppio concepito come questo Metamorphose XII. Già, perché l’album è un doppio molto particolare in quanto il primo CD è suonato con le sole arpe celtiche e bardiche mentre il secondo è accompagnato con strumentazione varia presente in grande quantità. Una scelta interessante ed originale che rende l’idea del coraggio artistico che da sempre è riconosciuto al bravo Vincenzo Zitello, polistrumentista ed arpista di ben note capacità artistiche (oltre che della gentilezza del suo tratto umano, il che non guasta mai…).

Artista presente sulla scena musicale da ormai più di quarant’anni, inizia facendosi conoscere con un ensemble musicale molto particolare, quel Telaio Magnetico che aveva tra i suoi componenti artisti del calibro di Franco Battiato, Yuri Camisasca (qui a destra nella foto), Mino Di Martino. E lui, allora ancora minorenne, era parte integrante di quell’impresa e di quel progetto musicale davvero unico. Questo giusto per dire la valenza strumentale riconosciuta dai suoi compagni di avventura. Il prosieguo della sua attività musicale lo ha visto, in seguito, scegliere di studiare in maniera costante (e proficua) i segreti racchiusi nelle sonorità delle arpe celtiche e bardiche diventando allievo del più grande arpista bretone conosciuto, Alan Stivell, dal quale ha mutuato la passione per questo strumento antico e al contempo dal suono moderno (qui a sinistra nella foto). È chiaro che con queste premesse la storia artistica di Zitello non avrebbe potuto essere che di grande qualità, soprattutto nei concerti, quando l’ascolto diventa quasi un’esperienza estatica, tanto le sonorità scaturite dalle corde delle sue arpe riescono a trasferire l’attenzione di chi ascolta verso modi davvero metafisici, donando a chi ascolta la possibilità di estraniarsi dalla realtà per entrare in un mondo totalmente ”altro”, magico e pieno di un pathos quasi mistico.
Dicevamo all’inizio che questo nuovo lavoro è particolare, proprio per la scelta di proporlo in due diverse versioni. La prima, dando completamente spazio al suono delle arpe, l’altra aprendosi al mondo dei mille suoni immaginati dall’autore. Ma quando si tratta di recensire un album strumentale si incontrano varie difficoltà in quanto la mancanza di liriche non aiuta ad avere quel giusto mix di suono/parola che può orientare anche nel seguire una traccia storico/concettuale di un percorso artistico. Qui ci si confronta e si affronta solo il suono, le melodie, le armonie e su questi bisogna fare i conti aguzzando le proprie capacità percettive e cercando di “leggere” i due lavori con il maggior distacco e, insieme, la miglior partecipazione possibile. Parleremo del secondo CD, quello inciso con la parte più strumentale. Rimandiamo invece all’ascolto diretto il CD con la parte voluta da Zitello con le sole arpe.

Partiamo quindi con Invisibile, che inizia con arpa e fisarmonica, supportate dal violoncello. Il suono ha modalità espressive “antiche” e l’oboe di Mario Arcari, in sottofondo, si manifesta come una sorta di sospiro onirico, mentre l’arpa continua ad aprire e chiudere orizzonti di luce. Arianrhod, che vede la presenza di Riccardo Tesi all’organetto (qui in una bella foto di Lucia Baldini), è un brano dai toni morbidi e delicati, con arpa, violoncello e viola a tessere trame sonore di rara bellezza che appaiono come uno sguardo sul mondo dalle finestre della propria anima. Il suono dell’organetto è fluido e melodioso, mentre l’organetto liturgico cuce note piene di rapidi strali sonori. Terza traccia per Rubeus, che si apre con il suono dei fiati e della chitarra elettrica tenuta a debito freno, a cui si aggiunge un sax che si muove con nuvole di note, quasi in sordina, alle spalle del suono dell’arpa. L’organo Hammond colora in maniera originale, mentre il suono dei sax baritono e tenore di Claudio Pascoli (a destra nella foto) sono il perfetto compendio di un brano pieno di gioioso movimento sonoro.  L’apertura di Ciprea è certamente in stile “stivelliano”, con la batteria che insegue il suono dell’arpa in compagnia della sonorità della viola. Un brano pieno di suggestioni malinconiche che appare quasi come una sorta di musica per colonna sonora di un documentario sulla natura. Il suono del glockenspiel si distende come un acquerello sulla tavolozza dei suoni. Lauda Mediterranea ha il suo incipit con l’arpa e la chitarra classica a otto corde con il violino e la viola a rendere l’incedere del brano suggestivo e “scuro”, dando un risultato finale dal sapore moresco. L’ingresso del sax e della chitarra, con le sue scale veloci, rende ancor di più il senso della vitalità sonora del brano, a cui si aggiunge un trombone tenore che apre nuovi percorsi ritmici e melodici. A sugello di tutto giunge, nel finale, il suono rotondo del bandeon che accompagna l’arpa, il sax e la chitarra verso la chiusura del brano. Anima Animale si manifesta, subito dopo l’arpa, con il violino ed il salterio. Il suono è intimista, quasi scisso tra quello dell’arpa, marcato e deciso e quello di tutti gli altri strumenti. Il suono dell’oboe si pone quasi fosse il controcanto a quello dell’arpa mentre quello, lieve, delle campane tibetane, appare quasi come lo sguardo sonoro che si indirizza verso un “altrove” indefinito e solo immaginato, dove solo la magia della musica può condurre l’ascoltatore. Flauto ed arpa introducono Dorice, un brano colmo di levità. La dinamica tra il suono dell’arpa e quello degli altri strumenti “esotici” rende il brano una sorta di misterioso antro sonoro in cui tutto si rimescola e si trasforma e ci si sente come introdotti in un giardino pieno di essenze e fiori misteriosi, rimanendo poi incantati da così tanta bellezza.

Si prosegue quindi con Incanto, momento musicale in troviamo l’arpa sugli scudi, con il violoncello ed il violino a fare la loro parte. Il sax è determinato a sostenere l’atmosfera, morbido e tenace al contempo, pieno di tono e calore, ma è tutto il brano che si muove su sonorità intrise di mistero, con una tensione al “vibrare” all’unisono con le straordinarie note della marimba contrabbasso. Anna jig dell’Orsa si avvale della melodia dell’arpa celtica e di quella bardica che si mischiano in una sorta di melànge, capace di evocare i suoni celtici della Galizia. Il suono della ghironda è delizioso e quello della cornamusa elettronica, della guaita e ullean pipes, suonate da Josè Angel Hevia Velasco (più conosciuto semplicemente come Hevia, qui nella foto), riempiono il brano di una dolcezza gonfia di irrazionale malinconia. Fiori blu vede la tromba ed il violoncello accompagnare il suono dell’arpa, con un “filo” d’oboe a sostenere la melodia con l’aspettativa di un suono pieno e ricco di spunti melodici che conducono ad un’atmosfera colma di un senso atavico di rimpianto, con l’oboe deciso protagonista del brano insieme alle dolci armonie dell’arpa. Falena è un tripudio di archi (viola, violino, violoncello, salterio soprano) che accompagnano lo scintillio delle note dell’arpa, con il supporto “magico” delle campane tibetane a rendere il suono ancora più fluido, mentre il suono scuro della viola e del violoncello ben si intonano al fluire delle note dell’oboe e di quelle dell’arpa. Per ultima arriva Siciliana, con l’arpa bardica che esprime il suo suono brillante che ben si appaia a quello della ghironda e dell’organetto. La musica che ne risulta è ancestrale e nostalgico per una degna e ben congegnata conclusione che farà dire, quando l’ascolterà, che il suo discepolo, Vincenzo Zitello, ha ben imparato l’arte di fare sognare attraverso il suono dell’arpa e di ognuno degli strumenti impiegati in questo album ricco e pregnante di suoni ed emozioni. Metamorphose XII rappresenta, quindi una bella cavalcata sonora divisa in due, al fine di poter scegliere quale parte del lavoro ascoltare in funzione della condizione “psicologica” ed umorale del momento. 

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Vincenzo Zitello 
  • Anno: 2017
  • Durata: 59:19
  • Etichetta: Telenn Records

Elenco delle tracce

01. Invisibile

02. Arianrhod

03. Rubeus

04. Ciprea

05. Lauda mediterranea

06. Anima animale

07. Dorice

08. Incanto

09. Anna jig dell’orsa

10. Fiori blu

11. Falena

12. Siciliana

Brani migliori

  1. Siciliana
  2. Lauda Mediterranea
  3. Rebeus

Musicisti

CD 1
Vincenzo Zitello: arpa celtica, arpa bardica                                                     CD 2
Vincenzo Zitello: arpa celtica, arpa bardica, flauto contralto, violoncello, flauto contralto, flauto in Do, viola, Santoor, salterio soprano, campane tibetane, ottavino, koshi kime, tin wistle, cromorno tenore   Ospiti:
Serena Costenaro: violoncello  -  Flaviano Braga: fisarmonica a bottoni, bandeon  -  Mario Arcari: oboe  -  Walter Keiser: batteria  -  Fulvio Renzi: violino, viola  -  Livio Gianola: chitarra classica otto corde  -  Riccardo Tesi: organetto  -  Giovanni Galfetti: organetto liturgico  -  Claudio Pascoli: sax tenore, sax baritono  -  Gino Avellino: trombone tenore, sackbut  -  Andrea Baroldi: tromba  -  Alfio Costa: organo Hammond  -  Vic Vergeat: chitarra elettrica  -  Carlo Bava: ciaramella  -  Paolo Pasqualin: glockenspiel, marimba contrabbasso  -  Hevia Josè Angel: cornamusa elettronica, guaita, ullean pipes  -  Milo Molteni: violino fiddle  -  Rinaldo Doro: organetto, ghironda  -  Daniele Bicego: ceccola polifonica, musette 23 pollici, flauto irlandese  -  Guido Ponzino: viola da gamba bassa, viola tenore