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Arturo Annecchino

Mid Piano 3

Nel panorama musicale italiano, negli ultimi anni, diversi artisti hanno solcato rotte al limitare del sound pop, ma incarnando la matrice classica come presupposto determinante della loro scelta.

Alcuni di essi, ottenendo platee e fama assimilabili ai cosiddetti “cantanti” e su tutti certamente Allevi; altri si sono spesso cimentati in duetti “cantautorali”, come ad esempio il grande Bollani insieme a Gianmaria Testa. Altri ancora vedendosi aprire e immediatamente onorare gli spazi delle grandi colonne sonore, e in questo caso Ludovico Einaudi è stato il principale protagonista. E poi ecco due minori, per così dire: Cesare Picco e Arturo Annecchino. Del primo vi abbiamo già narrato, del secondo invece ci accingiamo a presentarvi l'ultimo lavoro che, abbandonando le scene della notte (ricordiamo i suoi precedenti Midnight Piano 1 e 2), si è affacciato lo scorso novembre con il terzo capitolo della serie, dando vita a Mid Piano 3.

Già ad un primo ascolto si ha lo stupore di essere immersi in paesaggi sereni, morbidi e assolutamente avvolgenti. Le note ci accarezzano quasi come cachemire: sono calde, delicate e ci lasciano quella sensazione che ci fa perdere in strade infinite, senza mete apparenti ma con percorsi ben delineati dalle magie sue tasti di Annecchino. Come passeggiando attraverso un bosco, e in alcuni casi magari semplicemente un parco cittadino, poco frequentato ma immerso di suoni della natura, lì ci perdiamo, ci estraniamo e viaggiamo, raccogliamo ogni singolo petalo delle dodici tracce senza un titolo, quasi a volercelo lasciare indicare a noi, a seconda delle emozioni che il melodioso fluire delle note smuove in ciascuno.

Quadri impressionistici, suggestioni coinvolgenti, ecco cosa vi può accadere frequentando questo artista. Il suo valore viene sempre più riconosciuto grazie anche alla sua partecipazione ai progetti di Castellitto, come autore della colonna sonora di La bellezza del somaro e del prossimo Venuto al mondo. Senza dimenticare le musiche per Romeo e Giulietta con la regia di Valerio Binasco.

In questo lavoro il pianoforte di Annecchino si arricchisce di un pacchetto di suoni ed effetti che l’autore si porta dietro anche nei live all’interno di una simbolica valigia: misterioso oggetto antico e romantico all’interno del quale custodire memorie e suoni che entrano in un gioco contrappuntistico con il pianoforte. In più, in momenti diversi appaiono voci (nella traccia 5 è presente uno splendido cammeo di Peter Stein, il grande regista teatrale tedesco, nei panni di voce recitante/cantante; nella traccia 3 Ivanka Mazurkijevic), virtuosi di vari strumenti (Barba Peter al flauto, traccia 9), un’orchestra sinfonica ungherese e, addirittura, un gruppo rock (Pedro Ximenex con alla voce Martina Sciucchino, traccia 10).

Questo disco è raccomandato per coloro che non hanno dimenticato come si chiudono gli occhi per lasciarsi trasportare in luoghi “piacevolmente” non noti, dietro cespugli dove non sai mai in cosa di “straordinario” rischi di imbatterti, come in Sogno di una notte di mezza estate; dedicato a coloro che assaporano ogni piatto gustando lentamente ogni ingrediente che lo compone, ogni semplice colpo su ogni singolo tasto.

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In dettaglio

  • Anno: 2011
  • Durata: 55:19
  • Etichetta: Storie di Note/Helikonia

Elenco delle tracce

01. Midtrack 1

02. Midtrack 2

03. Midtrack 3

04. Midtrack 4

05. Midtrack 5

06. Midtrack 6

07. Midtrack 7

08. Midtrack 8

09. Midtrack 9

10. Midtrack 10

11. Midtrack 11

12. Midtitletrack

Brani migliori

Musicisti

Arturo Annecchino: pianoforte Barba Peter: flauto Luigi De Filippi: violino Giovanni Lo Cascio: percussioni Lutte Berg: chitarra Ermanno Dodaro: basso Fabio Colajanni: flauto Miskolci Nemzeti Szinhaz Zenekara: orchestra ungherese diretta da Varad Katalin Ivanka Mazurkijevic: voce Peter Stein: voce Pedro Ximenex: gruppo musicale Martina Sciucchino: voce