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Giovanna Carone – Mirko Signorile

Mirazh

Disco originale, non facile, anomalo, affascinante e misterioso. Un album certamente da scoprire ascolto dopo ascolto, sia per il genere piuttosto lontano dagli schemi tradizionali, sia per le mille sfumature che nasconde. Confesso una certa fatica iniziale, generata non tanto dalle canzoni quanto  da un sommo imbarazzo per non saper cogliere l’obiettivo finale di questo progetto. Sì, certo, l’idea del disco concept, basato sul tema del viaggio, la forza dei testi – “Le Citta Invisibili” di Italo Calvino e “Il libro dei viaggi” di Beniamino di Tudela -, capaci di suggestioni affascinanti. E poi, il mix tra le sonorità di impianto jazz-classico di Mirko Signorile e la voce di scuola barocca di Giovanna Carone, l’incrocio della lingua italiana con quella yiddish. Temi importanti, visioni elevate, ma all’inizio mi sembrava un puro lavoro di estetica per un progetto certamente colto e di qualità ma in fondo lontano dalla sensibilità del  pubblico di oggi. In parte questa sensazione mi rimane anche ora, dopo diverso ascolti. Le canzoni però, una volta entrate sottopelle, danno la sensazione di non voler uscire più.

Se al primo impatto è la delicatezza dei fraseggio pianistico che rimane attaccata (delizioso il brano iniziale, Where is here, solo strumentale), man mano che i brani girano perdono quella sottile patina che frena di primo acchito l’ascoltatore ed entrano in circolo con scioltezza. Si scopre così un lavoro delizioso, minuzioso, con brani di alta scuola, passaggi melodici non banali talvolta fusi assieme al canto a tratti perfino duro di Giovanna Carone. La durezza però muta d’improvviso in dolcezza, diventa una voce lieve che impressiona per il dosaggio che regala mille sfumature, come nei brani Inseguendo Zobeide e Bauci sospesa. Il disco si mantiene, confermandole, sulle stesse traiettorie dell’esordio del duo, avvenuto tre anni fa con l’intenso Far Libe (per Amore), non concedendo fronzoli ma badando direttamente alla sostanza. Un disco sul quale spira lieve un profumo d’oriente, un profumo più secco che fruttato, con quei passaggi pianistici mai fini a se stessi ma sempre funzionali alle canzoni. Canzoni che sono finestre aperte, sguardi tra le persiane, occhiate dietro tende che sembrano voler oscurare la troppa luce. Per questo la durezza di Mirazh è un mondo da scoprire, una scorza esterna, una buccia, veli da togliere per giungere al cuore, percorrendo tutte le stanze per conquistare quella centrale, dove abita il Re del castello. Un album non per tutti i palati, riservato solo a chi è convinto che la musica non è ancora stata tutta scritta, codificata, ascoltata.

 

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In dettaglio

  • Anno: 2014
  • Durata: 44:09
  • Etichetta: Digressione Music

Elenco delle tracce

01. Where is here
02. Oltre
03. Quando vedrai Despina
04. Aponim Fedora
05. Eufemia Bazar
06. Inseguendo Zobeide
07. Shmaragden
08. Bauci sospesa
09. Armilla 
10. Vi a Shpil:Ipazia
11. Despina me-Eyver-Le-YaM
12. Mirazh

 

Brani migliori

  1. Where is here
  2. Despina Me-Eyver-Le-Yam
  3. Inseguendo Zobeide

Musicisti

Giovanna Carone: voce  - Mirko Signorile: pianoforte