Marco Paolini & Mercanti di Liquore
I Miserabili oggi non sono i poveri né le involontarie vittime di un
iniquo sistema sociale raccontate nel romanzo di Victor Hugo. I Miserabili sono
gli uomini e le donne della nostra Belle
epoque, succubi e corresponsabili di un sistema che baratta il welfare state con il libero mercato, e
confonde la libertà con il liberismo. Per questo occorre tornare a porre al
centro dell’esistenza l'uomo in quanto tale, relegando l'economia e la
tecnologia ai ruoli marginali che avevano sempre avuto prima che perdessimo il
senso di noi stessi e della nostra centralità.
Questa è l’analisi che Marco Paolini ha sviluppato con i Mercanti di Liquore, prima in uno
spettacolo, ed ora in un disco che, tra monologhi incalzanti e canzoni, rievoca
l'incubo delle speculazioni finanziarie e l'attività di desertificazione pubblica
che ha qualificato l'azione politica e culturale degli ultimi trent’anni: dal
liberismo senza freni, all’insicurezza del lavoro, dai call center, all’Oro nero, al 1979, l’anno in cui va al
potere Margaret Thatcher («Dopo di lei la politica non conta più niente, c’è
solo l’economia, dopo la Thatcher tutto era in vendita, hanno scritto i
giornali»), facendo tabula rasa dello stato sociale inglese e costruendo sulle
sue rovine con contenuti quantitativi e mercantili. Ed è proprio l’aver
centrato la nostra società sul mercato a privare la vita dell'uomo occidentale
di valori e di senso. Perché il mercato è uno scambio di oggetti inerti che,
come tale, non può produrre valori, produce «solo economia».
Attraverso questa analisi feroce
i monologhi di Paolini sono corroborati dalla musica dei Mercanti di Liquore
con canzoni d'autore semplici e micidiali nei testi, che colpiscono il cuore e il
cervello e che donano a questo lavoro il sapore agrodolce della ballata
popolare.
L’album in totale contiene
diciassette brani, sei dei quali già appartenenti all’omonimo spettacolo
teatrale (riarrangiati), altri inediti partoriti nel corso del lavoro in
studio. Collocato quasi in mezzo alla tracklist c’è Miserabile amica, pezzo che racchiude il significato di tutto il
lavoro: «Ti dico io cosa sei diventata: miserabile».
In una ripida discesa, il disco termina
con l’ideale di libertà come partecipazione espressa nella nota canzone di Gaber
e Luporini («La libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un
moscone, la libertà non è uno spazio libero: libertà è partecipazione»), opposta
a quella sostenuta dal primo ministro britannico secondo cui non esiste più la
società ma, mestamente, «solo uomini, donne e famiglie».
01. Mrs. Thatcher
02. Il rischio
03. “O la borsa o la vita” (financial radio)
04. La bolla dei mari del sud
05. Lista della spesa
06. Angelino sempreinpiedi
07. Il vangelo secondo Margaret Thatcher
08. Belle epoque
09. Bancomat
10. Miserabile amica
11. Oro nero
12. Karma kola
13. La torta dallo spazio
14. Marta
15. La carrucola
16. Rossana
17. Liberomercato
Marco Paolini:
voce
Lorenzo Monguzzi:
voce, chitarra, percussioni, tastiere
Piero Mucilli: fisarmonica,
piano elettrico
Simone Spreafico:
chitarra, percussioni
Alessandro Prilli:
basso, stick
Sebastiano De Gennaro:
batteria
Gabriele Pezzini:
djembe in #12
Giovanni Lucifero:
piano in #14
Michela Ollari:
voce in #14