Giorgia Del Mese
Giorgia del Mese è tornata sul finire del 2019 con un nuovo disco di grande intensità, Moderate Tempeste. Si tratta del quarto lavoro discografico della cantautrice salernitana, composto da cinque brani - solo cinque? viene da chiedersi - di forte impatto fin dalla prima (all'ultima) nota.
Dopo le importanti collaborazioni degli album precedenti e a più di tre anni dall'uscita di Nuove emozioni post-ideologiche, tre anni in cui Giorgia Del Mese ha portato in giro la sua musica dal vivo e contemporaneamente si è dedicata alla preparazione di questi brani, la pubblicazione di questo disco esprime una sorta di ricerca interiore quasi solitaria. È un disco che arriva dal profondo e ci cattura con un susseguirsi di sobbalzi emotivi. La voce, priva di virtuosismi ma coraggiosa e decisa, fa da filo conduttore di un racconto composto di riflessioni schiette e sincere, a volte persino aspre e spietate, sul sociale, sui contrasti del nostro tempo, in generale sul vivere contemporaneo. "Le teorie sono arrese, come le nostre pretese/ ma le vite ci guardano severe, le abbiamo troppo offese" (Le nostre Tempeste)
Chitarre rock e violoncello disegnano i suoni su un sottofondo ritmico a volte quasi ossessivo, inquieto e a sua volta un po' inquietante. È un disco energico, questo breve lavoro scritto, suonato e cantato dalla stessa Del Mese con Andrea Franchi (che lo ha anche prodotto) e Alice Chiari (al violoncello): sono diciotto minuti di rock d'autore che scavano il segno in modo essenziale, diretto e scarno nei suoni come appunto nella vocalità. Un lavoro da lei stessa definito "un punk intimo, un urlo sonoro non distopico, una pace senza resa."
"Lasciami qui o vienimi a prendere, tanto tutto è pronto per esplodere" (da Non voglio niente) sembra portarci fin sull'orlo del baratro, ma poi, ricollegandoci al titolo e al semplice e comunque grazioso acquerello di copertina, ci ricordiamo che le nostre tempeste sono, appunto, "moderate", non sono insormontabili, e alla fine si attenuano, per poi calmarsi del tutto. I testi ci propongono infatti senza mezzi termini una visione attuale cruda, a volte quasi spietata, senza filtri e senza veli anzi, senza "nessuna protezione, nessun controllo" in cui tuttavia si accende, proprio al limite del tempo, una rivalsa, una rassicurazione per sé e per ognuno di noi: anche nei momenti più bui e freddi, anche in mezzo alle bufere interiori più disparate, lei ci rammenta con ostinazione, quasi come fosse un mantra salvifico: "penso di poter vivere, penso di poter vivere..." (da Nessuna devozione, l'ultima traccia, secondo noi tra le migliori del disco).
foto: Giorgia Del Mese
01. Le nostre tempeste
02. Non voglio niente
03. Tutto qui
04. Quasi spettacolare
05. Nessuna devozione
Giorgia Del Mese - Andrea Franchi - Alice Chiari