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Filippo Poderini

Moshi Moshi Pronto Pronto

“Moshi Moshi Pronto Pronto”, una citazione a Thom Yorke, alla sua Dawn Chorus, un ringraziamento speciale a quel climax ascendente di rara emotività che culmina così, con un non sense asciuga lacrime, che permette al cuore di tornare a battere. Nel suo nuovo disco, Filippo Poderini ricrea paesaggi e ambientazioni sonori abbastanza eterogenei fra loro, imbastendo la sua digressione musicale sull’elemento che fra tutti predomina, quello elettronico. Metaforicamente parlando, Moshi Moshi Pronto Pronto è una nave che veleggia ai confini del Mare Elettronico, frangendo le onde del pop, delle ballad, del folk, del hip-hop, della trap e altro ancora.

In questo senso, va obiettivamente riconosciuta al giovane artista umbro una profonda conoscenza della tecnica musicale e una notevole sensibilità artistica, tale per cui è stato in grado di modellare la sua personalità nella realizzazione di un disco che ha, per ogni brano, influenze musicali tra le più disparate. La potenza musicale del disco risiede però nella voce di Filippo, che colma assolutamente quella sensazione di smarrimento che potrebbe essere percepita con il passaggio, per esempio, dal brano Ogni tuo difetto al brano Dialing Bill, il primo di evidente matrice elettro-pop, mentre il secondo ha un andamento sincopato che rimanda all’elettronica d’avanguardia.
Ad ogni modo, è possibile ritenere che non riusciremo mai a capire la vera portata di Moshi Moshi Pronto Pronto: il caos di cui si compone il disco è forse figlio di un’analisi del caos interiore di Filippo Poderini? Questo non lo sapremo mai, lo saprà solo Filippo, quando avrà fatto ordine, se mai dovesse sentire il bisogno di farlo.

Dal punto di vista tematico, Moshi Moshi Pronto Pronto analizza la società moderna fatta di ansie, paure, incomprensioni di sé stessi, appariscenza e il desiderio di successo con un linguaggio semplice, d’impatto e con un sarcasmo davvero intelligente. Ad esempio, nel brano Cervia vengono presentate le subdole dinamiche social che portano ad un banale quanto raffinato pensiero, per cui “se ti guardo meglio nelle foto su Facebook non posso che trovarci dentro tutto l’impegno di mostrarti meglio di quello che sei. Un po’ di consenso ti mette a tuo agio, mettendo mi piace l’ansia un po’ tace…”. Altrettanto interessante è Telefono disco, il cui testo è il racconto di tutte le sensazioni e le pratiche che erano legate all’utilizzo del telefono con i fili, il racconto delle relazioni ante-socialnetwork. Più in generale il titolo di questo album ci ricorda una cosa importante e cioè che anche nei momenti cruciali, quando in una determinata situazione l’emozione o il climax diventa troppo serio e pesante… ecco che basterà ripetersi questa frase per stemperare tutto, per riportare le cose al loro valore reale, affrontandole con il giusto distacco e una leggerezza di fondo che non è banalità ma consapevolezza del proprio io.

E allora, a seguito di tutto questo discorso, è bello ripensare alle parole di Baricco quando scrive “[…] Tu sai che (i tasti del pianoforte) sono ottantotto, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito […]”, così come infinito è Moshi Moshi Pronto Pronto, il suo messaggio e la sua realizzazione in ognuno di noi.





 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Filippo Poderini
  • Anno: 2020
  • Durata: 42:20
  • Etichetta: La Cura Dischi /Microsolchi

Elenco delle tracce

01. Vuoto 
02. Cervia 
03. Ogni Tuo Difetto 
04. Dialing Bill 
05. Telefono Disco 
06. Idiomatik 
07. Glide 
08. Migliaia Di Metri 
09. Elettrolisi 
10. Animo 
11. Io So Che Tu Lo Sai

Brani migliori

  1. Cervia
  2. Vuoto
  3. Dialing Bil