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Moostroo

Musica per adulti

Dal groviglio “articolare” della copertina al titolo ammiccante, Musica per adulti, all’attitudine post-punk mai doma…il nuovo lavoro del trio “rurale” autodenominatosi Moostroo raccoglie e sviluppa l’eredità dell’album omonimo con cui ha debuttato ormai più di due anni fa, e lo fa con un piglio ancora più sperimentale, nonostante il termine possa suonare “strano” in questo contesto. I testi sono sempre, anzi ancor più, attenti e puntigliosi, sia per quanto riguarda la struttura che il contenuto, mentre la musica li riveste appena, essenziale, cruda e diretta, esattamente come ce la si aspetta.

Nelle tracce che compongono questo album non mancano certo gli elementi di interesse: Moostroo gioca con le parole, con le rime, con le assonanze, esprime concetti di una certa profondità ma lo fa con un’apparente leggerezza che tende a spiazzare l’ascoltatore; le chitarre distorte di Dulco Mazzoleni “spazzolano” impietosamente i brani, anche quelli più soft se così si possono definire, quando non paiono addirittura quasi urlare disperatamente, mentre nei passaggi più tranquilli spargono malinconia ed uno spleen quasi baudelairiano Altro protagonista è senza dubbio il basso di Francesco Pontiggia, vero e proprio muscolo cardiaco che spinge, pompa, trascina ed anima i brani lavorando in sincrono con la batteria di Igor Malvestiti, quasi acida nei suoi giochi fra cassa, charleston e rullante, sempre nervosa, in continua tensione. Leonardo Gatti ammorbidisce alcuni passaggi con un violoncello che pare arrivare da lontano; Giuseppe Falco mette, quando serve, il suo carico di sei corde ma in generale la tensione emotiva e nervosa non calano mai di intensità; musica “cruda”, essenziale, senza davvero elaborazioni troppo ridondanti eppure, come detto, la sperimentazione c’è, e si sente.

La dinamica non è mai quella, a suo modo rettilinea, del punk, ma si ricercano i suoni, si creano le atmosfere, si offre all’ascoltatore la possibilità di ascoltare brani che se, ipoteticamente, fossero suonati in acustico, si troverebbero tranquillamente a loro agio nel repertorio di un cantautore, diciamo così, più classico. La differenza, e che differenza, la fanno proprio le scelte stilistiche del trio orobico che immette una gran quantità di energia e trasforma anche la ballad più classica in qualcosa di davvero differente, accanendosi sulle ritmiche, aggredendo i brani con una grinta, quasi una cattiveria sonora che, per quanto controllata, arriva sempre ai limiti estremi, quasi al punto di rottura, verso una musica noise volutamente mai espressa in modo pieno. Tra quanto c’è di interessante ed innovativo in questo lavoro c’è proprio lo spingersi sempre verso il limite, tenendosi però uno spazio ”di manovra” sufficiente in cui giocarsi tutte le idee su piani meno diretti e più articolati. Parafrasando Lessing, se è vero che “L'attesa del piacere è essa stessa il piacere.”, la tensione emotiva a cui Moostroo conduce l’ascoltatore e davvero qualcosa di molto simile…  

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Francesco Pontiggia, Moostroo, Francesco Invernici, Stefano Gipponi, Maurizio Giannotti
  • Anno: 2016
  • Durata: 43:09
  • Etichetta: Autoprodotto

Elenco delle tracce

01. Meteora
02. Spolpami
03. Regalami
04. Ostinato amore
05. Oblio
06. Cadavere
07. Usura
08. Sul ciglio
09. Lacci
10. Umore nero (acustica)

Brani migliori

  1. Meteora
  2. Ostinato amore
  3. Usura

Musicisti

Dulco Mazzoleni: voce, chitarra classica con distorsioni  -  Francesco Pontiggia: basso, basso a due corde  -  Igor Malvestiti: batteria  -  Luca Barachetti: voce  -  Leonardo Gatti: violoncello  -  Giuseppe Falco: chitarre