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Dargen D'Amico

Nei sogni nessuno è monogamo

Quanto tempo ci mettiamo a giudicare la persona che abbiamo di fronte? Quante volte facciamo le nostre considerazioni, per poi puntualmente smontarle poco dopo? L’abito che indossa, gli occhiali immancabili e sempre diversi, la cura dei dettagli, quel lessico tanto originale però in fondo chiaro, efficace. Quando cambiano gli elementi e il perimetro viene continuamente riassestato, quando insomma viene volutamente schivata una certa serialità delle scelte, ci sovviene come una forma di sollievo, una placida giustificazione, un nulla osta emotivo che disimpegna dal calcolo razionale, dalla somma di colori che compongono il disegno che abbiamo davanti.

Dargen D’Amico, artista intelligente, conosce bene certe euristiche e per questo mischia continuamente le carte, sperimentando nuove collaborazioni e giocando su mondi sonori diversi ma tangenti tra loro.

Milanese classe 1980, poco meno che vent’enne fonda il progetto rap delle Sacre Scuole insieme a Gué (Pequeno) e Jake La Furia; poi l’esordio da solista nel 2006 con “Musica senza musicisti”, le collaborazioni con Marracash e Fabri Fibra e negli ultimi anni il contributo come autore nei progetti (tra i tanti) di Fedez, Enrico Ruggeri e Francesca Michielin. È dello scorso 4 marzo il suo decimo album Nei sogni nessuno è monogamo, disco sicuramente variopinto, diremmo istrionico se solo non parlassimo di suoni, scritto e realizzato in pochi mesi e anticipato dal singolo di successo Dove si balla portato in gara alla 72ª edizione del Festival di Sanremo.

 

Jacopo D’Amico (questo il suo vero nome) è un giocoliere di parole, trapezista del reale oltre che esploratore di suoni, un insieme di abilità che permettono di divertirsi con “l’assurdo ma neanche tanto”, e mettere in discussione l’ovvio. Così in quest’album vi sono i frequentissimi calembour, le metriche sul beat tanto vertiginose quanto esatte, la centrifuga di riferimenti metaforici e musicali che magari a volte disorientano ma alleggeriscono altrettanto i temi. A Dargen D’Amico si attribuisce da anni un uso saggio dell’ironia che distacca dal discorso per focalizzarlo meglio e metterlo in relazione col contesto. Un’ironia seria, pungente e efficace, che non è superficialità né disinteresse ma anzi, prendendo in prestito le parole di Eco, è “un sano esercizio di normalità”.

Sintesi perfetta dello stile di Dargen vi è nel tormentone Dove si balla: cassa dritta molto dance anni 90, testi che descrivono uno scenario post-apocalittico e la progressione verso il ritornello attraverso quei cari e vecchi riti ben al di sopra degli algoritmi, ovvero i singalong, i cori da stadio. Interessante notare come la genesi dell’album sia partita proprio da questa canzone solo dopo l’annuncio ufficiale dei concorrenti al Festival. Da qui, e in un paio di mesi, sono nate le restanti 11 tracce che completano il progetto tra cui anche Ma noi, ballad su una storia adolescenziale che ascoltandola dà l’impressione di ritrovare una Smemoranda di vent’anni fa.

Altro pezzo chiave che sviscera e rivela la giusta lettura del progetto è la title-track Nei sogni nessuno è monogamo e fa sorridere come questo brano sia l’ultima traccia del disco e non quella di apertura, come si è soliti fare per introdurre l’ascoltatore. Anche questo è un ennesimo ribaltamento di prospettiva a sottolineare che l’unica regola, l’unica verità scevra dalle parafrasi è l’emozione, la pelle elettrostatica che si rizza e ci sintonizza alle storie, alle immagini in cui ci ritroviamo. Un album caleidoscopico, non proprio lineare nella sua identità, in cui l’autore pone e canta fiumi di domande una dopo l’altra. Certo, chiedere parere e confrontare opinione è esercizio costante del rap ma, al di là del genere musicale in sé, forse in questi anni scomposti è più utile fare le giuste domande piuttosto che affrettarsi a cercare risposte, e raccapezzare sinossi a tutti i costi. Dopotutto noi ascoltatori attendiamo questo dagli artisti, tutt’altro che schemi logici o pensieri palindromi, perfetti, quadrati. Perché forse alla fine non potremo neanche tradurre esattamente il concetto per cui nei sogni nessuno è monogamo. Ma va benissimo anche così.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Dargen D’Amico, d.whale, D/\N/\, Edwyn Roberts, JVLI, Marco Zangirolami
  • Anno: 2022
  • Durata: 32:08
  • Etichetta: Island Records / Universal Music

Elenco delle tracce

01. Patatine
02. Sei cannibale ma non sei cattiva
03. Gaza
04. Dove si balla
05. Katì
06. Ma noi
07. Una setta
08. Ustica
09. Sangue amaro
10. La bambola
11. La benzina sapeva di tappo
12. Nei sogni nessuno è monogamo

Brani migliori

  1. Patatine
  2. Da noi
  3. Dove si balla