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Dino Betti van der Noot

Notes are but wind

Ellington, Kenton, Gil Evans: questi i numi tutelari, più o meno dichiarati, di Dino Betti van der Noot. In un momento in cui le grandi formazioni faticano a trovare lavoro per gli alti costi, ma in compenso sfornano album di grande pregio (solo per citarne due recenti, Mike Gibbs con Bill Frisell e l’attesa rentrée, dopo quasi otto anni, di Maria Schneider), il decano dei bigbandleader di casa nostra (a maggior ragione dopo la scomparsa di Giorgio Gaslini, che all’orchestra si è peraltro dedicato a singhiozzo, e a cui Betti non manca di rendere omaggio con l’ultimo brano del disco) esce con un nuovo lavoro, come sempre tutto da gustare. E da raccontare.

Si parte dunque col brano che intitola il cd, un quarto d’ora di masse cromatiche che s’incontrano e si scontrano, plastiche, scultoree come sempre, con la nettezza (la pienezza) di tratto propria del Nostro. Tanta carne al fuoco ma con la consueta raffinatezza e originalità, timbriche sfavillanti in un clima vagamente onirico. Grandi soli di violino e flauto dizi. Segue Memories from a Silent Nebula, uno dei bue brani ripresi dal glorioso "They Cannot Know", che fu album dell’anno 1987 per Musica Jazz: più pacato in avvio (soli di vibrafono e piano), più libero nel prosieguo (trombone e violino, qui, i solisti). Il successivo In the Deep Bosom of the Ocean decolla su un singolare incedere bandistico (la linea melodica ricorda qua e là Bella ciao), dopo di che si parte per la tangente, frantumando la metrica in modo sorprendente, per riprendere in chiusura il rassicurante, solenne cammino iniziale. Midwinter Sunshine, secondo recupero da "They Cannot Know", esordisce per parte sua un po’ incapsulato, ma si libera poi alla grande nel baluginante intrecciarsi dei soli che segue, laddove il conclusivo The Rest Is Music, dedicato come si è detto a Gaslini, si affida inizialmente alla massa orchestrale, che procede tuttavia lieve, per poi aprirsi sotto i colpi del sax tenore, sempre con quel senso di fluidità, di feconda indefinitezza (che s’intuisce così fortemente intenzionale) sottostante, rifluendo, dopo ulteriori interventi solistici, in un finale più composto, quasi scolastico (nel senso migliore del termine).

Visibelli, Parrini, Cerino e Mandarini i solisti che, quando chiamati al centro del proscenio, sanno offrire maggiori talenti personali alla causa comune. Tutti bravi gli altri, anche nel certo impegnativo lavoro nei ranghi.

Foto di Titti Fabiani

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Dino Betti van der Noot
  • Anno: 2015
  • Durata: 59:47
  • Etichetta: Stradivarius

Elenco delle tracce

01.  Notes Are But Wind
02.  Memories from a Silent Nebula
03.  In the Deep Bosom of the Ocean
04.  Midwinter Sunshine
05.  The Rest Is Music (dedicated to Giorgio Gaslini)

Brani migliori

  1. Notes Are But Wind
  2. In the Deep Bosom of the Ocean
  3. Midwinter Sunshine

Musicisti

Gianpiero Lo Bello, Alberto Mandarini, Daniele Moretto, Alberto Capra: tromba, flicorno  -  Luca Begonia, Stefano Calcagno, Enrico Allavena: trombone  -  Gianfranco Marchesi: trombone basso   Sandro Cerino: dizi, flauti, didjeridoo, sax alto, clarinetto basso  -  Giulio Visibelli: sax soprano e tenore, flauti  -  Francesco Bianchi: clarinetto, sax alto  -  Claudio Tripoli: flauto, sax tenore  - Gilberto Tarocco: clarinetti, flauto alto, sax baritono   -  Emanuele Parrini: violino  -  Luca Gusella: vibrafono  -  Vincenzo Zitello: arpa  -  Nicola Cattaneo: tastiere  -  Gianluca Alberti: basso elettrico  -  Stefano Bertoli, Tiziano Tononi: batteria, percussioni  -  Dino Betti van der Noot: direzione