Arrivano dalla Romagna, un’area geografica in cui le tradizioni musicali popolari si mescolano, nella loro accezione più moderna, senza soluzione di continuità, dal dopoguerra in poi; una zona che ha dato i natali ad un numero infinito di orchestre, gruppi, artisti spesso longevi e di una certa notorietà, che ha visto la nascita delle prime sale da ballo, divenute music-hall, poi balere, poi ancora, nella loro versione più recente, discoteche. In un contesto simile, suonare e/o cantare è quasi come per un uomo di montagna mettere gli sci, le pelli di foca o armarsi di corde e ramponi: è quasi un fattore genetico, del tutto spontaneo, ed è per questo motivo che la vivacità artistica di questi luoghi è divenuta nel tempo quasi proverbiale.

I Traditori, nonostante il nome, non tradiscono affatto e, per questo Ep Novità, che segna il loro debutto discografico, mettono insieme una robusta sezione ritmica ed un curioso accoppiamento chitarre/voce: tanto ruvide e nervose le prime quanto invece più soft e melliflua la seconda. Il quartetto viaggia speditamente lungo coordinate dichiaratamente pop e lo fa con estrema leggerezza; parallelamente, però, mette anche in campo una certa ricercatezza nei suoni e negli arrangiamenti: ritmiche tutt’altro che lineari e scontate, insomma quanto basta per non attendersi un lavoro “già sentito”, ma qualcosa di diverso e di curioso. Qualche vago accenno agli anni’80, qualche spruzzata punk ed hard, la voglia di raccontare un po’ se stessi, un po’ il mondo che li circonda. Il tutto fatto sempre con ironia, con quell’approccio beffardo e ricco di sarcasmo anch’esso mutuato da una terra che ha da sempre sprigionato questo approccio alla vita.

Divertirsi e divertire, pescando in parte dalla tradizione musicale locale e mescolandola con le proprie radici artistiche, ovvero il punk, l’alternative, l’elettronica; poi qualche riferimento “sociale”, storie personali mescolate a sentimenti a volte solo abbozzati. Sei tracce, relativamente brevi, sei bozzetti non del tutto sviluppati, ma questo anche perché l’attitudine punk non chiude mai i discorsi ma li lascia aperti per possibili e probabili, riprese. Musica “leggera”, nel senso che scorre liberamente, offrendo un momento di relax, di distensione, una pausa gradita e gradevole.
Foto di Maddalena Pondini

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