Se una tradizione non si rinnova è destinata a scomparire, ed è forse per questo che Graziano Accinni, valente musicista lucano, ha deciso di proporre suoni, parole, ritmi, atmosfere della sua regione d’origine attraverso una lettura nuova ed originale del materiale sonoro conosciuto, magari, al tempo dell’infanzia. Il suo progetto musicale, che coinvolge il gruppo Ethnos, ha partorito questo bell’album dal titolo originale, O bannu, che ricorda i banditori che fino alla fine degli anni cinquanta ed anche nei sessanta circolavano nei paesi del sud Italia ad informare i cittadini degli eventi accaduti, delle disposizioni comunali, di situazioni a volte al limite del surreale che maturavano nel microcosmo dei paesi. Sedici i brani dell’album e tutti variegati a fotografare momenti differenti della realtà vissuta dalle popolazione della Lucania. Una realtà fatta di religione, paganesimo, superstizione, vitalità, senso di inadeguatezza, miseria. Il tutto frullato nel bisogno di riscatto e nel desiderio di mutare la propria realtà, spesso sventurata, attraverso la festa, la devozione, la trasfigurazione della povertà in momenti migliori utilizzando il medium della musica e delle parole che si trasformavano, spesso, in accorate suppliche al Padre Eterno. E’ questo un lavoro intenso, profondo, filologico ma anche aperto ad avventure musicali senza azzardi e con il desiderio di fare conoscere la tradizione musicale lucana attraverso sonorità ed arrangiamenti moderni ed intriganti. Arrangiamenti che esprimono atmosfere ricche di emozioni e rimandi della memoria a situazioni, tempi, eventi di altri tempi e circostanze. Rimandi che lasciano spazio alla fantasia e che rendono l’ascolto di questo bel lavoro un momento di sana e necessaria serenità, alla ricerca delle nostre radici più profonde nascoste sotto la brace di un fuoco contadino.     

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