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Luca Aquino and Jordanian National Orchestra

Petra

“Registrare un album in Giordania, tra i colori del deserto e i riverberi del sito archeologico di Petra, è un sogno inseguito per anni e finalmente realizzato. Un’esperienza mistica, condivisa con un fantastico organico cosmopolita, proveniente da culture e nazionalità apparentemente lontane che, unite dall’urgenza espressiva della musica, ha dato vita ad un sound che soffia luce dai minareti, sorvola la mia bella Benevento e punta dritto a New Orleans”. Luca Aquino non nasconde minimamente, in queste sue parole, l’entusiasmo non solo per essere riuscito a realizzare un lavoro di così ampio respiro, ma per averlo fatto in un luogo specifico, da cui prende il titolo l’album stesso, Petra, luogo che emana, naturalmente, un fascino storico ed ambientale davvero con pochi uguali nel mondo.

Il trombettista campano ha coinvolto nel progetto la Jordanian National Orchestra con la quale ha lavorato, composto e registrato, e le nove tracce realizzate sono il risultato tangibile di questa interessante  e fruttuosa collaborazione. Petra è un album che, sin dalle prime solitarie note di tromba, si caratterizza per una grande profondità di suono: cascade di note che, fisicamente, sembrano arrivare da lontano; note che raccontano di viaggi, di paesaggi, di luoghi, di genti, di porti e di mercati, ovvero tutti quei luoghi un cui lo “scambio” era ed è in un certo qual modo ancora oggi il mezzo attraverso il quale si trasmettono la vita, la civiltà, le tradizioni, la storia stessa. Una tromba quella di Aquino, come già sottolineato, solitaria e profonda, cui si uniscono le note malinconiche dell’accordion di Carmine Ioanna, le percussioni e la ritmica a volte anche solo accennate di Brad Broomfield e Bassem Al Jaber, i legni delicati, quasi eterei di Anna Maria Matuszczak e Vardan Petrosyan ed i fiati che donano vivacità e brio di Laurentiu Baciu e Sergio Casale.

Il risultato finale è un album policromo, caleidoscopico, all’interno del quale si sviluppa una ripartizione dei ruoli tanto formalmente rigida e precisa quanto armonicamente spontanea e di ampio respiro; la musica fluisce in modo naturale, spontaneo e senza forzature, nulla è lasciato al caso ma non c’è alcuna voglia di stupire o impressionare attraverso invenzioni estemporanee. L’immagine di Petra appare, si manifesta, si fissa lentamente come se si trattasse di un fotogramma che, partendo da una figura sfocata ed indefinita, acquisisce poco alla volta i propri contorni, delinea il proprio aspetto fino ad essere pienamente visibile in tutte le sue molteplici sfaccettature. Al di là delle definizioni che si potrebbero “appiccicare” a questo lavoro, definendolo ad esempio come musica mediterranea o world music, ciò che nei fatti risulta invece importante e rilevante è che Petra sia un album che “arriva”, che tocca la sensibilità e smuove l’immaginazione dell’ascoltatore, e lo fa senza trucchi o colpi ad effetto, ma attraverso una musicalità ampia, profonda, ricca di proposte melodiche, armoniche, e soprattutto di suoni.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Luca Aquino, Sergio Casale, Hanna Gargour, Chris Mullender
  • Anno: 2016
  • Durata: 42:50
  • Etichetta: Tagi-Records

Elenco delle tracce

01. Dead Sea moon
02. Smile
03. Aqustico
04. Petra
05. Wadi rum
06. Baciu
07. Bedouin blues 3.0
08. Ninna nanna per PG
09. Amman

Brani migliori

  1. Smile
  2. Petra
  3. Bedouin blues 3.0

Musicisti

Luca Aquino: trumpet, flugelhorn, whistle  -  Laurentiu Baciu: oboe  -  Brad Broomfield: percussion  -  Sergio Casale: flute  -  Carmine Ioanna: accordion  -  Bassem Al Jaber: contrabass  -  Anna Maria Matuszczak: violin  -  Vardan Petrosyan: viola