Sono trascorsi otto anni da Screamin' Like a Child l’esordio su disco di Davide Buffoli, chitarrista/cantante e autore della provincia di Varese. In questi anni Davide non ha mai cessato di suonare dal vivo, sia in piccoli locali che in situazioni di prestigio come l’apertura a Massimo Priviero durante il concerto del Rolling Stones di Milano e la festa per il “compleanno” del Buscadero. In queste occasioni, Davide, aveva più volte dichiarato di essere sul punto di terminare il suo nuovo lavoro. Detto e fatto, anche se con una gestazione travagliata, ben tre anni, ecco finalmente Prices la sua nuova fatica.

Dieci tracce tutte originali, encomiabile quindi la scelta di non proporre inutili cover. Altro fatto positivo, Davide ha suonato in prima persona molti strumenti, coadiuvato unicamente dai suoi Habladors, senza utilizzare ospiti di nome che il più delle volte fungono da specchietto per le allodole distogliendo l’attenzione da quello che è il vero progetto dell’artista. Buffoli ha un suono molto americano, le sue influenze sono molteplici e non nascoste. John Mellencamp, Tom Petty, gli Eagles, i Poco, John Fogerty e i Creedence su tutti, senza disdegnare influenze southern come in Hollywood pop comedy, una delle tracce migliori insieme a Sweet Jenny Blue, impreziosita dalla pedal steel di Alessandro Grisostolo.

Davide è un artista da palco, dal vivo la sua energia non può non trascinare il pubblico che lo ascolta. La stessa energia e passione la si ritrova su Prices, grazie anche agli arrangiamenti curati, dove ogni strumento è concepito per valorizzare i brani e le chitarre sono suonate senza virtuosismi ma con gusto e stile, risultando più efficaci e funzionali alla riuscita delle canzoni. Un buon album, molto americano, sta al vostro gusto personale valutare se questo sia un pregio o un difetto: sicuramente Davide suona egregiamente e con passione la musica che più lo ha influenzato, senza scimmiottare o copiare pedissequamente, ma componendo canzoni gradevoli e riuscite.

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