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Emiliano Mazzoni

Profondo blu

Quando esce un nuovo album, soprattutto durante il periodo estivo, periodo di grandi spostamenti, di grande socialità, periodo anche “caciarone” volendo, fra le curiosità che suscita c’è anche quella di capire se, ed in che misura, questo album “pescherà” da queste o da altre espressioni della vita. Oppure, come nel caso di Profondo blu, il terzo album realizzato dal cantautore modenese Emiliano Mazzoni, si può rimanere sorpresi da una scelta, diciamo così, in controtendenza, e cioè intimista, in cui una sottile ma intensa vena di malinconia permea le dodici tracce che compongono il lavoro.

Arrangiamenti ariosi, armonie delicate che non mancano di incidere, quando è il caso, con passaggi decisi e ficcanti un equilibrio attento fra cantato ed aspetto strumentale, fattore non secondario soprattutto per il fatto che spesso la smania di esprimersi, di “dire”, porta molti artisti a cantare “troppo”, soffocando la musica e relegandola a semplice accompagnamento. Mazzoni in questo senso offre più di uno spunto interessante, laddove l’equilibrio fra testo e musica si gioca soprattutto grazie ai “vuoti” che spezzano la continuità del brano esaltandone la dinamica, il tutto in un contesto, come detto, di tipo cantautorale, e connotato da quella malinconia sottesa già sottolineata. L’album non ha una connotazione precisa e neppure un filo conduttore univoco, ma si dipana attraverso narrazioni di storie e sensazioni personali, che riguardano fatti, pensieri, relazioni strettamente private, analizzate a volte con profondità, altre volte con una voluta leggerezza, quasi si volesse istigare l’interlocutore a reagire, a dire la propria, a controbattere.

Sono racconti brevi, semplici, istantanee adattabili a luoghi qualsiasi anche se le zone di cui Mazzoni è originario paiono essere molto adatte ad ospitare questi quadretti: luoghi non troppo popolosi, in cui i rapporti umani sono ancora quelli del “buon vicinato”, luoghi in cui ci si conosce tutti e dove il parlarsi chiaro, in modo diretto e senza filtri, né mentali nè tecnologici, è ancora un fattore determinante nella creazione di una comunità di persone. Mescolare insieme determinati territori e determinate sensazioni permette di realizzare lavori di questo tipo, in cui l’esperienza personale diventa spontaneamente esperienza condivisa perché le similitudini nel condurre la vita sono il minimo comun denominatore, il collante che tiene insieme i singoli; e solo chi, in determinate aree, ha vissuto e ne ha fatto esperienza, riesce a tradurre in musica queste storie di vita comune.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Luca A. Rossi, Emiliano Mazzoni
  • Anno: 2016
  • Durata: 46:53
  • Etichetta: Private Stanze

Elenco delle tracce

01. Al mio funerale
02. C’era un giorno ed ero io
03. L’arte che avrai
04. Il meschino
05. Il cielo della scuola
06. La metà
07. Tiepido mare
08. Faccia da uomo
09. Senza guai importanti
10. Non invecchieremo mai
11. E tutti eran da qualche parte
12. S. Valentino nella cassa

Brani migliori

  1. C'era un giorno ed ero io
  2. La metà
  3. Tiepido mare

Musicisti

Emiliano Mazzoni: voce, piano, organi, cori  -  Mirko Zanni: chitarre  -  Roberto Falsetti: chitarra acustica  -  Luca A. Rossi: basso, chitarre  -  Samuele Lambertini: batteria, percussioni  -  Veronica Benuzzi: cori