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Meg

Psychodelice

Maria Di Donna, in arte Meg, ritorna con un disco dalla personalità spiccata e ben definita, con un gusto per l’elettronica certo non frequente in Italia, e allo stesso tempo con una vena melodica tipicamente nostrana. Un suono che si è più abituati a sentire all’estero, e non sembra perciò una forzatura che nel disco ci siano tre brani in inglese, lingua che peraltro ben si adatta alla vocalità dell’artista partenopea. Tuttavia i brani migliori sono cantati nella sua lingua madre, che meglio sembra esprimere gli elementi costitutivi della sua personalità, come la napoletanità di Napoli città aperta: «Guarda com’è bella la mia città / come stella brilla di luce propria», una città che è «mostro» da cui fuggire, ma soprattutto “piccola patria” da amare, nonostante le ferite che la provano e la fanno sanguinare «come vena aperta».

Estroversa e sbarazzina, eppure riflessiva, Meg affonda anche nell’intimo dei sentimenti, come in È troppo facile, in cui narra di un amore che è anche pericolo perché sa entrarci dentro ed annullare le nostre difese. Meg sa cogliere l’attimo in cui ci si rende conto che ogni resistenza sarà vana, e che cadremo nella trappola di essere sedotti. La cantautrice napoletana sembra amare le situazioni in bilico, quegli attimi in cui può succedere l’irreparabile («C’è tutto un fiume / che scorre sotterraneo / mentre sono qui / tranquilla che ti parlo / Lava liquida / come in un vulcano / prima che scoppi / mettiti al riparo»). O quegli attimi di lucidità in cui anche un gesto apparentemente insignificante può rivelarci qualcosa su di noi, dare un senso al nostro vivere («Punto e a capo / un due tre / chiudo gli occhi e tutto è più chiaro / Sbatto la porta / salto su un treno / pura metafisica / corre sul binario», Succhio luce).
Spontanea reazione a un mondo che ci fa soffrire e ci sovrasta è la voglia di distacco cantata nel bel singolo Distante: «Fammi sentire distante / da ciò che più a cuore mi sta / fammi sentire distante / Lontana anni luce da qua». Degno di nota anche Impossibile trasmissione, che tratta il tema dell’incomunicabilità nell’era moderna. Il brano, a quanto racconta la stessa Meg, sarebbe stato scritto dalle sue sorelle.
Nota di merito anche per gli arrangiamenti, curati ed efficaci, e per la produzione di Stefano “Stylophonic” Fontana. Gli esterofili continuino a scomodare Bjork. A noi la Meg di Psychodelice ricorda solo se stessa, con la sua melodicità mediterranea, il suo calore, e il suo gusto per la sperimentazione.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Meg & Stefano Fontana
  • Anno: 2008
  • Durata: 49:08
  • Etichetta: Multiformis/Self

Elenco delle tracce

01. Distante
02. E’troppo facile
03. Succhio luce
04. Napoli città aperta
05. Pandora
06. Impossibile trasmissione
07. Laptop love
08. Promises
09. Running fast
10. Permesso?

Brani migliori

  1. Distante
  2. Succhio luce
  3. Napoli città aperta