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The Crowsroads

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Non è nostra abitudine recensire dischi composti quasi esclusivamente da cover, ma in alcuni casi, come in questo, facciamo volentieri delle eccezioni. Il termine cover poi può essere riduttivo, lo è certamente per il duo bresciano dei Crowsroads, per il quale queste canzoni rappresentano piuttosto le luci che illuminano il percorso che li ha condotti ad affacciarsi con estrema naturalezza e con buona personalità, nonostante la giovanissima età, nel mondo della canzone.

Ad aprire l’album, che segue l’esordio del 2012 con l’Ep di brani originali Some Sky Inside My Pocket, è però una delle tre canzoni composte dai Crowsroads, Janis, l’unica inedita del disco. Cantata in inglese come tutte le altre tracce – anche questa scelta si riallaccia naturalmente al loro background – è dedicata a Janis Joplin, incontrastata regina del rock blues internazionale e riferimento imprescindibile anche per molti artisti italiani delle ultime generazioni (vedi ad esempio Arianna Antinori). Ad impreziosire il brano, una dolce ballad che cattura subito l’ascoltatore, il contrabbasso di Giulio Corini e la voce di Boris Savoldelli, personaggio originale e dal grande appeal internazionale.

Dopo “Janis” inizia il percorso ricco di covers che gli amanti del folk-rock internazionale non potranno non apprezzare. Sia per la scelta del repertorio, che spazia da Almost cut my air di David Crosby  al superclassico The Weight della Band, ad un paio di perle non troppo conosciute di Springsteen (Blinded by the light e If I should fall behind), fino  alla nota Little wind di Jimi Hendrix. Non è solo il repertorio però a coinvolgere: lo è soprattutto la maniera con cui i due fratelli Corvaglia rendono questi brani. Travolgente l’impatto che Andrea  riesce a dare con la sua armonica, strumento in genere di “copertura” che qui assurge al ruolo di protagonista assoluto del suono dei Crowsroads. Ascoltate la resa sonora di Mother, When? dei The Shouting Matches e ve ne renderete conto immediatamente.

Matteo Corvaglia invece è il cantante, oltre che chitarrista acustico del duo, e ci mette la sua ottima voce abbinata ad una buona dose di coraggio, necessario per riprendere senza troppi patemi pezzi che hanno fatto la storia della musica. E’ doveroso sottolineare che il lavoro di sovraincisione è stato veramente ridotto al minimo, sostanzialmente sono canzoni eseguite live in un home studio, e questo rende ancora maggior merito alla bravura di questi artisti. La fusione completa tra la capacità vocale di Matteo, una voce calda e spessa, che non potrà che crescere con il passare degli anni e il talento di Andrea Corvaglia all’armonica, lo troviamo nella cover Virginia avenue di Tom Waits, mentre piace particolarmente la versione folk di Late in the evening, bellissimo brano di Paul Simon tratto da One Trick Pony.


A chiudere il disco altre due canzoni composte dai Crowsroads, già precedente pubblicate in versione digitale nel 2015, Athens e Pirate Flag. E dobbiamo confessare che queste due canzoni non sfigurano al cospetto di un repertorio di alto lignaggio come quello selezionato per il disco. Athens è di una freschezza  invidiabile;  armonica e voce sono messe questa volta leggermente in secondo piano per lasciare decantare la bellezza della canzone, che scalda e rasserena, con l’hammond di Michele Bonivento quasi struggente. Pirate flag è di tutt’altro registro: rock d’impatto, con le voci in primo piano che duellano con la chitarra elettrica di Antonio Giovanni Lancini, anche produttore artistico con Paolo Salvarani, vecchia volpe del rock italiano, protagonista del lancio dei Timoria negli anni Ottanta. Sono soprattutto le tre canzoni originali che ci fanno apprezzare questo lavoro d’esordio, dimostrando che i Crowsroads sono molto più di una cover band. Certo, in un mondo musicale italiano (ma non solo) che pare avere un occhio di riguardo per il pop sarà molto più dura per i Crowsroad riuscire ad emergere, ma se riusciranno ad affiancare al talento la pazienza di scelte ponderate e non frettolose (del resto sono giovanissimi) potranno senz’altro riuscire a ritagliarsi uno spazio significativo nel panorama nazionale.






 

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Antonio Giovanni Lancini & Paolo Salvarani
  • Anno: 2016
  • Durata: 55:20
  • Etichetta: Lanciomusic

Elenco delle tracce

01. Janis (The Crowsroads)
02. Almost cut my hair (D.Crosby)
03. Mother, when? (
Shouting Matches)
04. April come She will (P.Simon)
05. The weight (The band)
06. Blinded by the light (B.Springsteen)
07. Homesick (King of Convenience)
08. But anyway (Blues Traveler)
09. If I should fall behind (B.Springsteen)
10. Virginia avenue ( T.Waits)
11. Late in the evening (P.Simon)
12. Little wing (J.Hendrix)
13. Athens (The Crowsroads)

 

Brani migliori

  1. Janis
  2. Late in the evening
  3. Athens

Musicisti

Matteo Corvaglia: chitarra acustica, voce  -  Andrea Corvaglia: armonica, voce  -  Boris Savoldelli: voce ed effetti vocali in “Janis”  -  Giulio Corini: contrabbasso in “Janis”  -  Antonio Giovanni Lancini: cajon e percussioni: Nicola Ragni: basso  -  Michele "Poncio" Belleri: chitarra elettrica  -  Gianmaria Lancini: percussioni  -  Michele Bonivento: piano, hammond organ in “Athens”  -  Andrea Gipponi: bass in “Pirate flag”  -  Stefano Pirotta: drums in “Pirate flag”  -  Riccardo Rossini: piano, hammond organ in “Pirate flag”  -  Aldo Zardoni: guitars in “Pirate flag”