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Pablo e il Mare

Respiro

Torinesi, guidati da Paolo Antonelli, Pablo e il Mare sono un progetto artistico che si presenta al pubblico con la chiara intenzione di proporre un pop d’autore. In Italia il pop autoriale latita mentre in altre scene musicali più complesse è pratica diffusa. Nel nostro paese troppo spesso il pop è un prodottino ascolta e getta che sta più nelle tasche dei discografici che nelle corde dei musicisti. Il pop autoriale, e già questa definizione è un gesto funambolico sulla semantica elementare, è quella cifra stilistica che riconosce alla canzone un valore di intrattenimento e condivisione facile, ma realizzata con una scelta di testi e di arrangiamenti e di tecnica musicale decisamente più intriganti degli standard commerciali del pop, in cui l’aspetto e l’abbigliamento del cantante o del gruppo conta più delle sue reali capacità artistiche. E non è un problema solo dei tempi recenti.
Se è vero che il digitale consente veri miracoli nella realizzazione in studio di brani e dischi, è ancora vero che in altre epoche i dischi venivano incisi da voci buone ma l’immagine era affidata a facce altrettanto commercialmente buone. Capitava così che chi cantava nei dischi non era lo stesso che poi veniva fotografato per la copertina o era invitato in televisione. Poi ci pensava il playback. Il mercato, il benedetto, imprescindibile mercato, che ha generato nel tempo mostri inquietanti e, quel che è peggio, ha condizionato pesantemente le scelte del fruitore medio, proponendo un’estetica del pop che sta alla musica come un precotto surgelato sta alla lasagna che faceva la nonna. Ascolta e getta radiofonico appunto. Roba buona per un certo circuito di radio, in grado di proporsi come colonna sonora e ritmica della quotidianità per una stagione.

Pablo e i suoi, con la loro proposta musicale e i loro dischi, compreso questo Respiro, che a nostro giudizio non è la prova migliore del gruppo, si propongono di colonizzare la terra di mezzo che divide il prodotto marcatamente autoriale e l’universo pop in bilico tra talent show e vecchie volpi della produzione discografica. Video curati e divertenti supportano questo disco, un’immagine di copertina che, malgrado la grafica un po’ amatoriale, seleziona la stagione estiva come scenario ideale di quei suoni a tratti caraibici, a tratti palpitanti di un ritmo che è già ballo. A cercarli sul loro sito, si nota questa tensione a inseguire il pubblico per divertirlo e una parola che torna spesso è tormentone. Questo è il fine dichiarato di Pablo e il Mare, proporsi come un tormentone estivo ma suonato a dovere, scritto con cura. La prova discografica non convince tantissimo, i testi spesso risultano deboli e anche nella ricerca sonora c’è una certa ripetitività. Complessivamente però l’impegno di questo gruppo c’è e il disco è suonato sul serio e magari potrà non convincervi pienamente se dalla musica vi aspettate un’esplorazione potentemente emotiva del vostro tempo e del vostro respiro, se l’idea del “tormentone” come progetto artistico vi mette i brividi, ma meritano la loro parte di rispetto, come merita sempre rispetto la passione.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Enrico Fornatto, Pablo e il mare
  • Anno: 2015
  • Durata: 39:00
  • Etichetta: Libellula

Elenco delle tracce

01. Tortuga
02. A testa alta
03. Di più
04. Nausicaa
05. Fedinandea
06. Il mio amico Cedro
07. A Bahia
08. Ammanta
09. Giappone
10. Sottovoce

Brani migliori

  1. Tortuga
  2. Di più

Musicisti

Paolo Antonelli: voce e cori, chitarra acustica e classica  -  Marco Ostellino: batteria, percussioni e mani  -  Andrea Ferraris: pianoforte e sintetizzatori  -  Francesco Coppotelli: violino  -  Fabrizio “Brisiu” Cerutti: basso elettrico e contrabbasso  -  Michele Bernabei: tromba e flicorno