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Giumara and the pinknoise

Senza rumore

Quando la musica è rappresentativa di eleganza ed il distillato testuale conferisce aspetti signorili, l’ascolto si trasforma in rapimento sensoriale, con anelante desiderio di fughe dal tempo presente. E’ la forza dei Giumara and the Pinknoise che, tramite nove fascinazioni di Senza rumore, tra alt-pop, cantautorato e indie, ci danno saggio di come si possa distinguersi con stile, senza mendicare ruffiani refrain ma innestando, bensì, schegge di “perversione” creativa con risultati molto più che soddisfacenti. 

Al via, pizzicatine di tasti indie percorrono il sentiero di La ferrovia, finché una brusca sterzata d’elettronica fa cambiare faccia all’episodio con idee che piacerebbero ad Ermal Meta. La disincantata Limite fornisce dettagli utili per inquadrare meglio la band nell’apprezzata sfera della diversità con fraseggi alternativi. Seducente commistione tra parlato e cantato vige in Euridice, in cui l’ugola di Alessandro pone accenti onirici che scatenano fantasie di quadretti surreali, con l’aggiunta che egli stesso regge, con classe, il paragone con Francesco Bianconi dei  Baustelle. Il vento che soffia ora è un tribal-funk che congloba tracce di spoken-word, con la bassista Monica Ottaviani a dare una bella quadratura al brano con sfumature corali. E, dopo l’intermezzo spazial-tenebroso di Sala d’attesa, si passa alla stralunata Amore civile che esalta il coraggio dei Giumara di scavalcare frontiere stilistiche inflazionate, per battere refrigeranti radure compositive. Invece, Wigley Filomena viaggia con motore ibrido tra indie e pop, andata e ritorno, effigiando l’ennesima sorpresa di un album poliedricamente “antico” ma raggiante di luminosa modernità. Loop fremente e tremante per Femminicidio fanno da sostegno ad una tematica  preoccupante, narrata con un’eleganza evocativa filo-Baustelle, mentre bizzarri intrecci d’effettistica fan capolino nei pori della conclusiva La tentazione, la quale espelle sudori di cantautorato d’essai.   

Intriso di tematiche forti e viscerali, Senza rumore è un titolo che vuole porre l’accento su come vicissitudini importanti siano avvolte nel silenzio o trattate in sordina. Benedetta Milano che, un giorno del 2017 diede l’impulso ad Alessandro di volturare quello che, in origine, era un progetto solista, in una stilosa band, non accostabile (quasi) a nessun’altra. Per i Giumara, si profilano grandi orizzonti e presto saranno loro ad essere totem di riferimento per chi persegue scritture musicali atipiche e non ci saranno né forse e né chissà: succederà e basta.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Michele Guberi e Massimiliano Lambertini
  • Anno: 2019
  • Durata: 31:37
  • Etichetta: Alka record Label / Massaga produzioni

Elenco delle tracce

01. La ferrovia
02. Limite
03. Euridice
04. Il vento
05. Sala d’attesa
06. Amore civile
07. Wigley Filomena
08. Femminicidio
09. La tentazione

Brani migliori

  1. Il vento
  2. La ferrovia
  3. Euridice

Musicisti

Alessandro Zaffini: voce, chitarra - Monica Ottaviani:  basso, cori - Alessandro Rizzi: batteria