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Secondamarea

Slow

Slow dei Secondamarea è una vera e propria boccata d’aria. Non solo perché ti prende per mano e ti porta in campagna, in collina, lontano dalle claustrofobiche metropoli, ma anche perché lo fa con la forma  lieve e accattivante  di un pop acustico a tratti folk, di una leggerezza che avvolge. Non si intima, ma si consiglia un ritorno alla natura, alla terra, non perché poi è tardi, non perché la si sta distruggendo, ma semplicemente perché conviene, perché si vive meglio. Si mira, nell’accezione spagnola di guardare, all’essenziale, ci si sveste, canzone dopo  canzone di tutte le sovrastrutture che annebbiano la vista e il pensiero, per recuperare un punto di vista nitido e una possibilità di agire in purezza.

Il brano Slow, che dà il titolo al disco è un’ulteriore esortazione a curare maggiormente lo stile di vita, un elogio alla lentezza, una ricerca del cosiddetto “chilometro zero”, non solo sul cibo, ma in generale sui bioritmi da modificare e migliorare, talvolta da azzerare per un ”ritorno alle radici”. A episodi di denuncia del disastro ambientale che avanza come Petrolio che si sofferma sull’inquinamento e la vera e propria devastazione e alterazione dell’ecosisitema, o Sangue di legno che racconta di asce e motoseghe che buttano giù interi boschi, distruggendo definitivamente polmoni naturali  di ossigeno, si affiancano a momenti di estrema rilassatezza campestre come Via dell’orto che traccia un vero e proprio sentiero da seguire scegliendo anche tutte le cose da abbandonare o da cui allontanarsi senza rimpianto, o la delicata traccia conclusiva Il mondo vuole te.

Musicalmente il disco funziona e risponde a quelle che sono le finalità complessive, creando una convincente amalgama tra parole e atmosfere sonore. Un pop raffinato, principalmente acustico, con venature folk che ricorda vagamente la prima Paola Turci. Le ottime percussioni e  gli archi, di volta in volta, sottolineano con efficacia gli immaginari raccontati nelle storie che si snodano nelle dodici tracce.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Paolo Iafelice
  • Anno: 2018
  • Durata: 41:00
  • Etichetta: RadiciMusic Records/Artist First

Elenco delle tracce

01. C’hanno rubato l’inverno
02. Naturale
03. Pellegrinaggio
04. Macina
05. Slow
06. Petrolio
07. Il presente
08. Via dell’orto
09. Sangue di legno
10. Senza
11. Acuacanta
12. Il mondo vuole te

Brani migliori

  1. Via dell’orto
  2. Il mondo vuole te
  3. Slow

Musicisti

Ilaria Becchino: voce  -  Andrea Biscàro: chitarre  -  Leziero Rescigno: batteria, percussioni, pianoforte, timpano, hammond  -  Lucio Enrico Fasino: basso, contrabbasso  -  Raffaele Kohler: tromba  -  Roberto Acciuffi: fender rhodes, pianoforte  -  Paolo Iafelice: producer, organo, pianoforte, toy piano, tuba, synth, celeste