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Movie Star Junkies

Son of the dust

Questi ragazzi dal vivo sono un vero spettacolo. Di solito si termina così la recensione, invece qui lo mettiamo come premessa, perchè i Movie Star Junkies, che girano abitualmente anche fuori dall’Italia, sono una band che in concerto non si ferma di fronte a nulla, saltando e percuotendo qualsiasi cosa gli capiti a tiro, ignorando le grida terrorizzate dei poveri fonici. Il loro stile, tra garage-punk e suggestioni alla Birthday Party, si presta perfettamente allo scopo. O meglio, si prestava. Perchè Son of the dust, la loro ultima fatica, è abbastanza diverso.

Un po’ come se avessero seguito il percorso del loro manifestamente nume tutelare Nick Cave, i MSJ ci regalano un disco meno selvaggio e imbelle, più scuro e calibrato, con un’epica cupa e avvolgente. Vengono in mente, a sentire certi pezzi, i dischi degli anni Novanta del nostro coi Bad Seeds, come “Henry’s Dream” (In an Autumn Made of Gold, Cold Stone Road) e “Murder Ballads” (Son of the dust, This Love Apart). Ma, se è evidente l’ispirazione a Cave di Son of the Dust, altrettanto lampante è la maturità e la personalità con cui i Movie Star Junkies sviluppano le proprie composizioni. Blues sghembi, accenni western, funereo folk-prebellico si mescolano tra loro; il cantante Stefano Isaia si muove tra chitarre scordate, rhodes lunari, cori da ninfe dei boschi, come voce di un’ossessione livida e al contempo conturbante.

Un disco davvero eccellente, ancor più se si pensa che è registrato in presa diretta, dunque quasi live: decreta (forse) la fine della fase garage dei Movie Star Junkies ma li pone definitivamente nel novero degli artisti più interessanti (ed esportabili) del panorama indipendente italiano.

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In dettaglio

  • Anno: 2012
  • Durata: 40:03
  • Etichetta: Inside Outside/Wild Honey Records

Elenco delle tracce

01. These woods have ears

02. In an autumn made of gold

03. Son of the dust

04. Cold stone road

05. The damage is done

06. There’s a storm

07. A long goodbye

08. This love apart

09. End of the day

10. How it all began

Brani migliori

  1. The damage is done
  2. In an autumn made of gold
  3. Son of the dust

Musicisti

Stefano Isaia: voce, organo, percussioni Caio Montoro: batteria, percussioni Vincenzon Marando: chitarra elettrica, chitarra steel, chitarra dobro, cori Alberto Dutto: chitarra fuzz, chitarra acustica, contrabbasso Emanuele Baratto: basso, organo Nathalie Nigre: cori Marie Mourier: cori Federico Zanatta: cori Michele Gugliemi: Fender Rhodes