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Dellera

Stare bene è pericoloso

Uscito per la MarteLabel a gennaio il secondo lavoro da solista di Roberto Dell’Era, Stare bene è pericoloso è stracolmo di Inghilterra, del sound british fine anni Sessanta; tappeto sonoro di tutto l’album che bene però riesce a mischiare sprazzi di psichedelia ad atmosfere jazz, al rock ‘n roll anni Settanta, il tutto senza allontanarsi troppo dalla strada del cantautorato. Sono passati quattro anni dal disco d’esordio Colonna Sonora Originale, già ottima testimonianza della capacità compositiva di 'Dellera' (nome d'arte scelto fin dall'inizio delle sua carriera solista), un disco artigianale quello, ricamato per sottrazione, lasciando l’essenziale: suoni retrò, chitarre, groove, blues e ottimi testi (tra gli altri, Le parole, Giorno dopo Giorno, Il motivo di SIMA).

Qui ritroviamo la scia di quell’album, soprattutto in brani come la titletrack, Ogni cosa, una volta e Satellite in orbita, anche se tutto (voce, riff di chitarra, atmosfere) appare più distaccato, meno partecipato, quasi come se ci fosse un occhio esterno, o l’aria fosse filtrata da qualcun altro prima di giungere al fiato di Dellera. Il disco si apre con Il motivo di Jimmy, viaggio autobiografico che parte, e torna, all’Angelo Mai di Roma, luogo caro a Roberto, a Rodrigo D’Erasmo che lo accompagna al violino, e agli amici Enrico Gabrielli e Andrea Pesce; e si chiude con Siamo argento, il brano più spirituale e intimo dell’album «crollano i ponti, crollano i forti/cosa ti resta di quello che cade/lo spirito è specchio del mondo reale/c’è l’infinito dentro di te/ noi rideremo sai cosa importa» e il ritornello che ripete «ma questa strana civiltà appare sana crudeltà», un perfetto ultimo brano. 

Due altri piccoli gioielli sono Maharaja, uno dei due brani cantati in inglese, il cui suono mescola sapientemente archi, tastiere, fiati, e l’accompagnamento di Nic Cester (frontman dei Jet!), e Non ho più niente da dire, con alla voce Rachele Bastreghi (casa Baustelle), chitarre vintage e l’unione perfetta delle due voci.

Un album raccontato quasi sottovoce, con l’anima aperta e appoggiata su un tavolo, dove il canto scivola e le sonorità riempiono, i testi ricordano una scrittura passata che però ben ha trovato il punto di incrocio con il contemporaneo, e dove la costante alienazione del narratore non sembra essere fuga ma quel “passo indietro” necessario per una visione più nitida del mondo. Roberto Dell’Era con questo lavoro suggerisce, a chi ancora non se ne fosse accorto, che non è più solo “il bassista degli Afterhours”, ma un cantautore creativo, che mette il suono accanto alle parole tentando di far confluire strade musicali differenti e che sa bene sperimentare fuori dai soliti canoni della contemporanea scena indie-rock.  


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In dettaglio

  • Anno: 2014
  • Durata: 42:29
  • Etichetta: MarteLabel/Goodfellas

Elenco delle tracce

01.  Il motivo di Jimmy
02.  Stare bene è pericoloso
03.  La Repubblica dei desideri
04.  Maharaja
05.  Una testa floreale
06.  Satellite in orbita
07.  Non ho più niente da dire
08.  The Constitution
09.  Ogni cosa, una volta
10.  Un ultimo saluto
11.  Siamo Argento

Brani migliori

  1. Maharaja
  2. Ogni cosa, una volta
  3. Siamo Argento

Musicisti

Lino Gitto: drums  -  Fabio Rondanini: drum kit  -  Rodrigo D’Erasmo: violini  -  Andrea Pesce: mellotrons, moog e piano  -  Enrico Gabrielli: sax  -  Rob Daz: tromba  -  Xabier Iriondo: contemporary noises e chitarra  -  Tom Livemore: basso  -  John Large: drums
Ospiti: 
Rachele Bastrenghi: featuring on Non ho più niente da dire  -  Nick Chester: featuring on Maharaja  -  Micol Martinez: cori in La Repubblica dei Desideri e Siamo Argento