ultime notizie

Giorgia Bazzanti (feat. Michele Monina) presenta ...

di Valeria Bissacco Giorgia Bazzanti torna con un nuovo singolo, Rossa come le streghe, pubblicato il 21 marzo e nato dalla sua collaborazione con Michele Monina, noto scrittore, autore e ...

Massimo Marches

Statue

«Fanne buon uso», così Massimo Marches mi ha salutato lo scorso giugno all’uscita della finale del Premio L’Artista che non c’era regalandomi il suo disco, mentre eravamo sulla porta del CPM a Milano. E quale uso migliore si può fare di un album se non ascoltarlo con attenzione e capire già dopo pochi ascolti che diventerà tuo compagno di viaggio come poche volte capita?
Ci sono canzoni, infatti, che con le loro parole riescono non solo ad emozionarti ma anche a farti riflettere, a segnarti in maniera profonda. Parliamo di Statue, il secondo disco del cantautore romagnolo Massimo Marches, uscito ormai da parecchi mesi per etichetta Alman Music, ma che recuperiamo molto volentieri. Una personalità artistica schiva e di poche parole quando è fuori dal palco, probabilmente perché intenzionata ad affidare e riporre nelle sue canzoni il compito di parlare di lui e per lui. Ad ascoltarlo per la prima volta colpisce la sua voce, così affine al suo conterraneo Samuele Bersani, ma è solo l’inflessione che percepisce chi non appartiene per natali al territorio romagnolo. Se nei primi anni della sua carriera Massimo Marches ha dato vita al gruppo Officine Pan, per poi cimentarsi successivamente con il progetto Miscellanea Beat insieme al violoncellista Gionata Costa (storico musicista dei formidabili Quintorigo, con il quale ripropone in versione acustica grandi classici della musica pop-rock), il primo disco solista arriva invece nel 2010. Le stagioni di un tempo, questo il titolo dell’album, dimostrava già una profonda poetica e una freschezza nello scrivere canzoni. Capacità che non vengono a mancare a distanza di sette anni, trovando in Estate perduta, Il percorso migliore e Altrove, brani tanto riusciti quanto emozionanti. Se ad aprire e chiudere il disco troviamo due episodi strumentali, non manca in seguito lo spazio per momenti più leggeri, come Meteo e La forma della star, a bilanciare in qualche modo l’attitudine introspettiva che caratterizza maggiormente la scrittura di Marches. Menzione speciale per Non meriti e Wannabe, rispettivamente la seconda e quarta traccia del disco, due piccoli gioielli dove testo, musica e interpretazione si fondono perfettamente. Difficile indicare i brani migliori di questo disco (scelte che alla fin fine sono poi sempre personali), così come è difficile riuscire ad esprimere a parole quali corde una canzone, ma più in generale un artista, ha il potere di toccare su ognuno di noi. Un paragone può venirmi allora in soccorso, “Che vita è questa, che vita è stata… mai più saggezza, mai più”. Così canta Ivano Fossati in un capolavoro – perché parlare di una canzone soltanto sarebbe troppo riduttivo – come Il rimedio. Non si allontana di molto Massimo Marches in alcuni episodi dell'album, come ad esempio nel brano Il percorso migliore quando dice “Semplice come il passato risolto nel modo migliore, semplice come il benessere dopo la guarigione”. Se Il rimedio, e con questa tutta la discografia di Fossati, hanno significato e continueranno a significare per chi vi scrive qualcosa di irraggiungibile, è bello di tanto in tanto fare spazio dentro di sè per qualcosa di nuovo, qualcosa che metti sotto pelle e sai che non andrà più via.

0 commenti


Iscriviti al sito o accedi per inserire un commento


In dettaglio

  • Produzione artistica: Massimo Marches  
  • Anno: 2017
  • Durata: 50:02
  • Etichetta: Alman Music

Elenco delle tracce

01. Statue – Intro

02. Non meriti

03. Estate perduta

04. Wannabe

05. Meteo

06. Il percorso migliore

07. Le stragi in maschera

08. La forma della star (feat. Duo Bucolico)

09. Occhiali a specchio

10. Altrove

11. Statue Suite

Brani migliori

  1. Non meriti
  2. Wannabe
  3. Altrove

Musicisti

Massimo Marches (chitarre, bassi, banjo, mandolini)  -  Gionata Costa (violoncelli)  -  Giacomo De Paoli (percussioni)  -  Tommy Graziani (Batterie)  -  Marco Mantovani (Pianoforti)  -  Federico Mecozzi (Violini, viole)