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Antonio Severi

Sunday Morning

Quasi una premonizione, verrebbe da pensare, assai più probabilmente un caso, tuttavia. Se ne è andato Lou Reed e, solo qualche mese prima, nella lontana Italia, un sensibile musicista ha intitolato il suo nuovo album esattamente come uno dei brani di maggior successo realizzati dai Velvet Underground.
Tuttavia, e non poteva essere diversamente, fra questo Sunday Morning ed il brano della band newyorkese, ci sono differenze sostanziali, non foss’altro per il fatto che Antonio Severi, che quando si esibisce con gli Stereokimono si occupa delle sei corde, qui, sempre “armato” con le sue chitarre, ha fatto tutto da solo, produzione inclusa.

Ed ecco quindi un lavoro puramente “one man band”, che si apre con un brano, Sailing, grazie al quale davvero si prende il largo, si parte, in questo pomeriggio assolato, dall’aria ferma (immota, avrebbe detto il poeta…), in cui si respirano odori e si ascoltano i silenzi.
Un album di sole chitarre, con un titolo così fortemente caratterizzante, a suo modo è un rischio, perché l’uniformità e l’eccessiva ridondanza sono dietro l’angolo pronte a comprometterne il senso, ed il risultato. Fortunatamente tutto ciò non succede, perché il chitarrista bolognese ha forse inconsciamente, forse per scelta, seguito le orme di un paio di celebri colleghi, accomunati da un’appartenenza comune in tempi diversi, ovvero Anthony Phillips e Steve Hackett, entrambi sei corde dei Genesis ed entrambi capaci di connotare, in maniera definitiva, il suono di quella band nel suo periodo più fecondo. In realtà, probabilmente più per il “tocco” che per le melodie in sé, c’è anche un seppur vago richiamo a certe cose acustiche di Franco Mussida, ma la sintesi è che questo lavoro non è affatto un album per tecnici, per chitarristi, per addetti ai lavori.

Le undici tracce che lo compongono “arrivano”, senza la necessità di essere più o meno competenti, perché toccano le corde della sensibilità, perché aprono scenari, fotografano istanti, trasmettono serenità; perché in fondo, con o senza chitarra, ciascuno di noi nella vita si è trovato a sedere in riva ad un fiume ed è rimasto incantato nel guardare l’acqua scorrere, oppure ha percorso una strada, immersa nella natura, non importa se nel deserto del Colorado, lungo le Highlands scozzesi oppure fra le colline toscane, romagnole, marchigiane o del Monferrato, o anche lungo le coste del Salento, della Sicilia o della Sardegna più aspra, quella che guarda verso la Francia.
C’è, e si sente in ogni brano, un senso di calore in questo lavoro, nato sì nella solitudine ma che mai, in nessun momento, della solitudine coglie gli aspetti negativi, anzi: se un momento di pausa, un attimo di “stacco”, si potessero raffigurare, ebbene, Sunday Morning potrebbe esserne la degna e quanto mai adatta colonna sonora.

Utilizzando il titolo di un bell’album, realizzato anni fa da un altro grande chitarrista acustico italiano, Riccardo Zappa, vien voglia davvero di dire, e dirsi, soprattutto in tempi complicati e farraginosi come quelli odierni: “Prenditi tempo”…


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In dettaglio

  • Produzione artistica: Antonio Severi
  • Anno: 2013
  • Durata: 43:41
  • Etichetta: Piriolirio Records

Elenco delle tracce

01. Sailing
02. La Grande Muraglia
03. Blinding lights
04. Fra
05. Sunday morning
06. Onde
07. Il fiume: a) il risveglio b) la danza c) la quiete
08. Slow train to Tucson
09. Colores
10. A rainy afternoon
11. Il vecchio e il mare

 

 

Brani migliori

  1. Sailing
  2. Blinding light
  3. Onde

Musicisti

Antonio Severi: acoustic, steel, nylon and 12 strings guitars