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Red Canzian

Testimone del tempo

“Ne ho dipinta di primavera/ ne ho incontrata di gente cara/sono contento di me.
Ne ho percorsi di chilometri/ne ho scampati di pericoli/sopravvissuto son qui.”

Inizia così, con il brano Ognuno ha il suo racconto caratterizzato da un’insolita dislocazione a sinistra presente spesso nell’italiano parlato ma più raramente nella canzone, il terzo disco da solista del musicista trevigiano Red Canzian. Il brano presentato al Festival di Sanremo ha l’ottimo testo di Miki Porru, cantautore bolognese di origini sarde che già aveva collaborato con l’etichetta Blu Notte di Canzian ed è fra l’altro arrivato secondo fra le Nuove Proposte nell’edizione del 1987, anno in cui debuttavano anche Paola Turci, Andrea Mirò e Michele Zarrillo (che vinse fra i giovani). Parla di un uomo maturo, lo stesso Canzian, che, attraverso la sua musica, si propone come narratore attento e disincantato del suo tempo.

Tutto l’album, del resto, ci rivela brano dopo brano un artista che ora, forse davvero per la prima volta, esce completamente allo scoperto e si mostra in prima persona, senza filtri e senza compromessi, mettendo in luce anche quelle caratteristiche della propria personalità e del proprio lavoro che al grande pubblico erano in parte sfuggite. Quegli stessi aspetti che, per lunghi anni, erano stati convogliati nel gruppo ed erano diventati un tutt’uno con il lavoro d’equipe, come accade crediamo inevitabilmente in una band che ha prodotto in cinquant’anni decine e decine di successi sotto a una sorta di “marchio di fabbrica” inconfondibile. Red, che da sempre conserva e “pratica” la passione per la pittura, dipinge qui un autoritratto di sé che emerge a poco a poco ma in modo nitido tra le pagine di un album denso e intenso, musicalmente ricco e variopinto, composto da 12 “racconti” in prima persona che trattano con sensibilità i temi a lui più cari, dall’attenzione per la natura e l’ecologia all’amicizia sincera (che sia fra uomini o fra uomo e donna per Canzian è ugualmente preziosa), dall’amore maturo a spaccati di vita quotidiana, con uno sguardo contemporaneo attraverso occhi lucidi e vivaci di chi ha già vissuto parecchio ma è ancora capace di osservare e sa soprattutto come raccontare.

Testimone del tempo
, dicevamo, è il terzo disco di Red Canzian come cantautore, ma il primo di questa sua “seconda vita” artistica e non solo. È un disco “brizzolato”, verrebbe da dire, quello che solo un musicista maturo anche anagraficamente e con una tale esperienza, può concepire e realizzare. Sarebbe stato tuttavia più facile continuare a cantare e a suonare, e anche a scrivere brani, in “stile Pooh”. Sarebbe stato facile, forse, ma chi conosce davvero Red, all’anagrafe Bruno Canzian, sa bene che non sarebbe stato lui, e non si aspettava quello. I fan nostalgici possono quindi mettersi l’anima in pace, perché quest’album non ha nulla o quasi da spartire con quelli della band che si è sciolta definitivamente il 30 dicembre 2016, e per questo oggi ne parliamo come di un lavoro particolarmente riuscito, equilibrato e pulito che ci restituisce un artista differente dalle immagini patinate, sincero e sicuramente più libero di esprimersi a modo suo e di fare delle scelte coerenti e autonome. Come, ad esempio, quella di coinvolgere in questo lavoro artisti del calibro di Enrico Ruggeri, Renato Zero, Ermal Meta, Miki Porru appunto, Aldo Tagliapietra (Le Orme) nonché Ivano Fossati, che hanno regalato “pennellate” intense e un valore aggiunto a tutta l’opera.

“Una partenza è un cambio di via/ senza pensare al tempo e all’età/ e a tutto ciò che lascia una scia./ Ma tu meravigliami ancora/ e credi ancora in me”
porta ad esempio la firma piuttosto chiara e riconoscibile di Enrico Ruggeri nel testo di Meravigliami ancora, quinta traccia dell’album, che ha una struttura musicale in crescendo che prende subito e si avvale dell’accompagnamento dello strepitoso Quartetto Archimia.

“Nei miei pensieri a certe ore/ si fa più luce all’improvviso./ Se passa un lampo dal futuro/come un chiarore che mi sfreccia davanti e poi/traccia una linea nel cielo./ Tutto si illumina/chiaro si accelera il futuro.”
Il testo di Tutto si illumina è invece di Ivano Fossati ed è una perla di raffinatezza che lascia a bocca aperta. Parla di una rinascita, il tornare alla vita dopo il fallimento di una storia, uno slancio di speranza che attraverso le parole lampo, futuro, accelera esprime la bellezza inconfondibile della poetica del cantautore genovese coetaneo di Canzian. Anche il canto si fa più lento, morbido nell’assecondare le parole dando loro grande importanza, su una melodia di pianoforte accompagnata e resa più ampia dagli archi.

“Sono sempre io, lo stesso/ ma un po’ più grande” esordisce Canzian nel brano Da sempre, scritto con Ermal Meta e Philip Mersa. La voce di Canzian nell’intero disco acquista rispetto al passato più precisione e cura, una pronuncia più attenta ed un colore decisamente più intenso. Come se finalmente avesse trovato la sua via fuori dagli schemi in cui per anni era stata quasi costretta, in un certo senso “all’ombra” dell’esuberanza di quella di Roby Facchinetti. Non più falsetto quindi, non più cori, ma voce piena che diventa protagonista del racconto, affiancata a volte dalla splendida vocalità della figlia Chiara (che le doti le ha prese da entrambi i genitori essendo anche la madre, Delia Gualtiero, raffinata cantante) in brani come Quello che sai di me e Cantico. Proprio nel brano che chiude l’album vi è un ritorno alle origini, a quel prog rock che Red Canzian aveva abbracciato all’inizio degli anni ’70 prima di entrare a far parte dei Pooh. Il gruppo era quello dei Capsicum Red (da qui arrivò anche il nome d’arte) e oltre ad aver prodotto alcune sigle televisive di telefilm Rai, aveva rivisitato in chiave progressive nientemeno che la Patetica di Beethoven che occupava un’intera facciata dell’album Appunti per un’idea fissa pubblicato nel lontano 1972 (oggi rarità da collezionisti).

Ecco, oggi Canzian riparte da solo con i suoi bassi (nel libretto, ad ogni brano è riportato il modello dello  strumento che ha usato), e riparte in un certo senso proprio da qui, riportando all’attualità sonorità ampie e solenni, temi legati alla terra e all’uomo, al suo futuro e alla sua storia. Cantico è una “suite” di oltre 8 minuti che, grazie a un testo scarno ma efficace che vede la mano elegante e sapiente di Renato Zero, e in un inciso la voce limpida di Chiara Canzian, si interroga sul destino dell’uomo contemporaneo. “Non ti chiedo dove vai/ cosa lasci dietro te./ Abbracciami semplicemente e ascoltami/il tuo sangue è come il mio.” L’urlo di chitarre e l’abbraccio forte dell’Orchestra Sinfonica di Budapest conducono ad un finale possente, che lascia un senso di compiuto, di chiarezza e di speranza. La sensazione in noi di aver appena terminato l’ascolto di un lavoro importante, che lascia il segno. È questo in fondo che ci aspettavamo di trovare, smesse le giacche lucenti e riposti i fumi in cantina, senza naturalmente nulla togliere alla storia gloriosa dei cinque decenni appena passati, che hanno condotto fin qui. E Red non ci ha smentiti e non si è smentito di certo, da grande professionista qual è.

Red Canzian sarà in tour nei teatri italiani dal 4 maggio 2018. Lo spettacolo racconterà il percorso musicale e la carriera di Red, dai suoi inizi fino ai giorni nostri, e sarà arricchito dalle immagini di personaggi e avvenimenti che hanno segnato la sua storia.  Insieme a lui, sul palco ci saranno: Chiara Canzian (vocalist, armonica e percussioni), Phil Mer (batteria, percussioni, piano e direzione musicale), Daniel Bestonzo (pianoforte, tastiere, fisarmonica), Alberto Milani (chitarre elettriche) e Ivan Geronazzo (chitarra elettrica, chitarra acustica e mandola).

Prevendita già aperta per tutte le date su Ticketone.

Foto di copertina di Alessandro Carlozzo

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Red Canzian e Davide Tagliapietra
  • Anno: 2018
  • Durata: 56:00
  • Etichetta: Blu Notte, BMG

Elenco delle tracce

01. Ognuno ha il suo racconto
02. Cosa abbiamo fatto mai
03. La notte è un’alba
04. Reviens moi
05. Meravigliami ancora
06. Da sempre
07. L’impossibile
08. Quello che sai di me
09. Per cercare di capir le donne
10. Presto, tardi, forse, mai
11. Eterni per un attimo
12. Tutto si illumina
13. Cantico

Brani migliori

  1. Ognuno ha il suo racconto
  2. Tutto si illumina
  3. Cantico

Musicisti

Red Canzian: voce e basso  -  Will Medini, Daniel Bastonzo: pianoforte e tastiere  -  Davide Tagliapietra, Alberto Milani:chitarre  -  Phil Mer: batteria  -  Luca Scarpa: organo hammond  -  Chiara Canzian, Giancarlo Genise, Antonio Nappo: cori
Con la partecipazione di:
Quartetto Archimia: archi   -  Aldo Tagliapietra: voce e sitar in Eterni per un attimo  -  Riccardo “Jeeba” Gilbertini: tromba e trombone  -  Marc Zaghi: sax e flauto  -  Gabriele Cannarozzo: moog bass  -  Orchestra sinfonica di Budapest in Cantico  -  Punto Rec Strings Orchestra in Tutto si illumina