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MRB Trio

The Burden

Puro rock blues: questa potrebbe essere la sintesi attraverso la quale definire le undici tracce che compongono il secondo album del MRB Trio, intitolato The Burden, che fa seguito al debutto live di Still Alive At Mag Mell, registrato nel 2014. E nella migliore tradizione dei “power trio”, Cream, Jimi Hendrix Experience, Blue Cheer, Grand Funk Railroad, ZZ Top, i tre musicisti nostrani impostano un lavoro che trasmette tutta la loro passione per il blues elettrico mettendoci però, a differenza dei gruppi citati, una sorta di “levità” che sottrae i loro brani a quell’approccio, magari troppo aggressivo o eccessivo, che verrebbe istintivo esprimere in quest’ambito musicale.

Produzione precisa, suoni brillanti e definiti, per un lavoro che si snoda lungo undici tracce elettroacustiche attraverso le quali i MRB attraversano paesaggi polverosi, strade assolate, atmosfere aride tipiche degli States. Il suono di conseguenza risulta fresco, arioso, sfugge quasi del tutto agli stilemi classici del blues, e soprattutto a quella cupezza che ne caratterizza spesso l’esecuzione, in omaggio alla sofferenza da cui nasce come genere agli inizi del’900. Piuttosto l’accento cade, talvolta, su una certa malinconia, più struggente che disperata, che un brano come The burden evoca in maniera evidente, caratteristica che traspare anche in Where the blacksmokers are, ballad acustica dall’andamento dolente ed intimista.

Non mancano, peraltro, episodi più frizzanti, come la vivace Back home, oppure I don’t love you yet e Tommy gun boogie, vere e proprie “road songs” in cui il groove della sezione ritmica si sposa con la spigliatezza delle linee chitarristiche che risultano efficaci anche per quell’accenno, davvero minimo, di distorsione naturale che talvolta “sporca” il suono, quel tanto che basta per renderlo ruvido ma non troppo aggressivo. C’è poi Spooky house in cui il groove si sposta verso atmosfere più funk, ed allora l’accoppiata basso/batteria prende davvero per mano il brano e lo guida imponendo ritmo e profondità, lasciando alla chitarra il compito di sottolineare i passaggi più melodici; Bullet with my name on è invece un brano in puro stile Tex-Mex, alla ZZ Top, per capirci, che vive sul ritmo e sulla “quadratura” delle linee musicali.


Forse, ma è semplicemente un pensiero, il prossimo passo per questo interessante trio potrebbe essere quello di “ingrossare” i suoni, di rendere il loro rock-blues più aggressivo, più veloce, utilizzando suoni più “ruvidi” e ritmi più accelerati. E’ semplicemente un’ipotesi, del tutto opinabile peraltro, e considerando quanto espresso nei primi due lavori potrebbe essere una strada interessante lungo la quale rischiare di avventurarsi, giusto “per vedere l’effetto che fa”…
 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Roberto Re, Stefano Bertolotti
  • Anno: 2015
  • Durata: 38:54
  • Etichetta: Ultra Sound Records

Elenco delle tracce

01. Hard times

02. Luxury blues

03. The burden

04. Back home

05. Everything goes

06. I don’t love you yet

07. Where the blacksmokers are

08. Spooky house

09. Bullet with my name on

10. You (everything I need)

11. Tommy gun boogie

Brani migliori

  1. Luxury blues
  2. Back home
  3. Spooky house

Musicisti

Marcello Milanese: voice, guitars, theremin  -  Roberto Re: bass  -  Stefano Bertolotti: drums