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Daniele Sepe

The Cat whit the Hat

Il progetto originario era quello di registrare il nuovo disco come omaggio a Frank Zappa. Reduce da questi ultimi anni passati a incrociare al largo, al comando del Capitone, una sgangherata nave pirata con la tolda affollata da una moltitudine incredibile e impossibile di giovani e meno giovani musicisti, prevalentemente provenienti dalle sordide taverne dell’angiporto napoletano. Daniele Sepe, imbracciato ancora una volta il suo sassofono e chiamati a raccolta vecchi compagni del passato e del presente, cambia rotta e, lasciati alle spalle gli arcipelaghi zappiani, punta la prua verso la capovolta ambiguità di Orione della costa argentina. Gato Barbieri diventa l’oggetto dell’esplorazione di Daniele Sepe e dei suoi amici e questo disco dichiara il legame forte che unisce i suoni del musicista argentino a quelli del pirata partenopeo. Se qualcuno s’aspettava di trovarsi davanti a una rilettura del repertorio di Barbieri probabilmente rimarrà deluso, perché di pezzi riconducibili al musicista argentino ce ne sono giusto un paio. La proposta di Daniele Sepe è decisamente meno banale e mette sul tavolo l’esercizio della riconoscibilità autoriale e una raffinata capacità di entrare nella modalità espressiva dell’artista. La ricca scaletta propone brani noti e meno noti, attinti al repertorio tradizionale e suonati alla maniera di Gato Barbieri. Un azzardo, una scommessa con lo stile e lo strumento.

Il recensore dovrebbe limitarsi all’analisi del disco senza aggiungere oltre ma io e Daniele Sepe ci conosciamo da un po’ e ci sfottiamo e a parlare di lui devo dichiararla questa cosa perché sto per annunciare al mondo che di dischi suonati così se ne sentono rarissimi oggi e pure ieri non è che fossero così frequenti. Insomma il disco è bellissimo e non sarà certo l’amicizia che mi lega a Sepe a moderare il mio giudizio e a farmi timido davanti al mondo. Mi ero divertito con le avventure del Capitone, ero corso tra le tavole dei fumetti e le canzoni sulla scia del Canzoniere illustrato, mi ero schiantato di vino e bestemmie ascoltando In vino veritas ma ancora cercavo di recuperare all’anima qualcosa che in quei dischi sentivo arrivare a ondate per poi sparire, lasciando posto a mille altri suoni e voci. Ora quella musica è qui, il sassofono di Daniele Sepe tiene saldo il comando di questo disco formidabile. Quando portavo in giro lo spettacolo su De Andrè con diversi musicisti importanti e raccontavo le storie sul cantautore genovese prese dal mio libro, alla fine di ogni serata c’era sempre qualcuno che mi chiedeva cosa avrebbe detto oggi l’artista scomparso di questo o di quello e io mi incazzavo perché non si parla mai e mai e mai per bocca di un morto. Gato Barbieri ci ha lasciati nel 2016 e l’intenso lavoro di ricostruzione dell’anima sonora di questo artista sembra dirci proprio che non conviene lasciare in vita oltre le persone ma è necessario quando ne vale la pena continuare a proporne gli insegnamenti, a seguirne le tracce. Così ha fatto Daniele Sepe che rivendica con forza di essere nipote di Gato Barbieri fin dai tempi in cui guadagnava i primi soldi come turnista nelle sale di incisione napoletane.

Prendetevi il tempo, versatevi da bere e mettetevi comodi che questo disco va ascoltato con attenzione cogliendo sfumature dalla meravigliosa tavolozza di suoni che la nutrita schiera di musicisti, non ne citeremo per equità ma li trovate tutti nella scheda del disco, ha usato con potenza evocativa senza pari. Ascoltate questo disco e già dal pezzo d’esordio, La partida di Victor Jara, artista caro a Sepe, resterete intrappolati in questi suoni e, perduti al ritorno, sarete del Gato.

 

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Daniele Sepe
  • Anno: 2019
  • Durata: 54:08
  • Etichetta: MVM/Goodfellas

Elenco delle tracce

01. La partida (V. Jara)
02. Song for Che (C. Haden)
03. Love theme from Spartacus (A. North)
04. Montilla (D. Sepe var. trad.)
05. Canzone appassionata (E. A. Mario)
06. Los ejes de mi carreta (A. Yupanqui)
07. Io non canterò alla luna (A.Yupanqui)
08. Nunca mas (G. Barbieri)
09. Donne d’Irlanda Mná na h-Éirean (D. Sepe var. trad.)
10. Naranjo en flor (V.Exposito) 4.08
11. Odio l’inverno (D.Sepe) 3.21 

Brani migliori

  1. Song for Che
  2. Nunca mas
  3. Io non canterò alla luna

Musicisti

Daniele Sepe: Sax tenor sax, quena, vox - Lavinia Mancusi: vox (4) - Dario Sansone: vox (7) - Roberto Lagoa: quena, percussion, vox (10) - Roberto Colella, Antonio De Luca, Carmine - D’Aniello, Luca Casbarro: vox - Roberto Trenca: cuatro, charango - Diego Moreno: classic guitar - Franco Giacoia: electric guitar - Peppe Frana: oud - Raffaele Tiseo: violin, viola - Stefano Bollani: pianoforte (3) - Tommy De Paola: pianoforte, Rhodes, Hammond (1,2,4,6,7,8) - Bruno Persico: pianoforte (9) Rhodes (11) - Piero De Asmundis: rhodes (2,9) - Andres Balbucea: rhodes (5) - Alessandro D’Alessandro: organetto - Roman Gomez: bandoneon, pianoforte (6,7,10) - Aldo Vigorito: double bass - Davide Costagliola: electric bass - Robertinho Bastos: congas, berimbau, talking drum, percussion - Antonello Iannotta, Arlen Azevedo, Nello Arzanese, Antonio Marascia: percussion - Hamid Drake: drums (1, 2 left side,4,5,6,7,8,9,10) - Roberto Gatto: drums (2 right side,11) - Claudio Romano: drums (3)