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Alessio Bonomo

Tra i confini di un’era

Aveva stupito molti con il suggestivo brano La croce qualche anno fa sul palco dell’Ariston, poi nel tempo Alessio Bonomo ha intrecciato la sua strada musicale con alcuni dei talenti artistici migliori di questo Paese: da Fausto Mesolella, che gli produce il primo album, a Nada, Fabrizio Bentivoglio e gli Aires Tango insieme per il progetto Grande Orchestra Avion Travel; Andrea Bocelli per cui scrive alcuni brani, come anche per Musica Nuda, il duo Magoni-Spinetti; e firma testi e musiche del progetto di Alessandro Haber, Haber bacia tutti.

Torna a scrivere un album di inediti quest’anno, e nel voler raccontare la sensazione che il nostro mondo stia finendo e sulla linea dell’orizzonte s’intraveda solo qualcosa di indecifrabile, gli dà il nome Tra i confini di un’era. Dieci brani di “poesia su musica”, dove le parole, i versi, più profondi o leggeri, tagliati, visionari, immaginifici, tentano di andare a scoprire e raccontare gli angoli del sentire umano; ci riescono a tratti senza però, laddove questo non accade a pieno, mai scivolare in banalità di concetti o emozioni.
Il primo singolo e brano di apertura Gli uomini camminarono sulla luna mette davanti ad uno specchio il mondo come ci è sempre stato raccontato e il continuo bisogno di certezze dell’uomo, bisogno che dal dubbio nasce; lo spazio di un carcere femminile è il non-luogo del brano Le gabbie di Venere, delicato racconto di occhi e vite di donne «legate da invisibili catene». Poi Lampi di Dioniso, sequenza di immagini di chi, troppo distante dal mondo quotidiano, sceglie di vivere un istante bruciato in fretta pur di attraversare la vita intensamente. Di questo brano non si può non notare la citazione (sola evocazione di immagine, non sappiamo se voluta) di Anime salve di De Andrè «mi sono spiato illudermi e fallire/abortire i figli come i sogni/mi sono guardato piangere in uno specchio di neve/mi sono visto che ridevo/mi sono visto di spalle che partivo» che Bonomo qui traduce con «e che per qualche istante/sono riusciti a guardare se stessi andare/come se stessero guardando un altro/e si sono sentiti fallire»; e L’Apocalisse, forse il brano più visionario dell’intero lavoro, che immagina la dissoluzione dell’umanità a partire dalla scoperta della Verità «bella ed accecante come il sole» Se il resto del disco rimane forse in ombra per intensità, questi sono certamente i brani dove l’originalità di Bonomo si sente più forte. Interessante davvero, e non facile, la versione proposta del brano di Leonard Cohen Famous blue raincoat, qui con il titolo L’impermeabile blu.

Certamente non un disco omogeneo, per suoni ed umori, più una collezione di stili quindi, cosa che se forse fa perdere di vista il legame che immaginiamo esista tra i brani, diventa punto di forza nell’autenticità con cui quegli stili, suoni ed umori, sembrano tutti far parte dell’universo sonoro dell’autore, senza che nessuno di questo stoni.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Francesco Arpino e Alessio Bonomo
  • Anno: 2014
  • Etichetta: Esordisco

Elenco delle tracce

01.  Gli uomini camminarono sulla luna
02.  L’impermeabile blu
03.  Le gabbie di venere
04.  Le parole degli occhi
05.  Impagabile
06.  Dove sei tu
07.  Charlotte
08.  Lampi di dioniso
09.  L’apocalisse (l’incontro con la verità)
10.  La ragazza delle verità (la rivelazione)

Brani migliori

  1. L’impermeabile blu
  2. Gli uomini camminarono sulla luna
  3. Lampi di dioniso

Musicisti

Musicisti e ospiti = Francesco Arpino: chitarre acustiche, chitarre elettriche, piano, synths, programmazioni, loop, cori  -  Antonio Ragosta: chitarre elettriche, chitarre acustiche  -  Matteo Pezzolet: basso  -  Antonio Fresa: piano  -  Giovanni di Cosimo: tromba  -  Marco Pacassoni: vibrafono  -  Andrea Pesce: Wurlitzer e tastiere Vintage  -  Matteo D’Incà: intermezzi sonori tra i brani  -  Nicola Linfante: percussioni
Special guest = Phil Spalding: basso