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Danilo Rea, Massimo Moriconi, Alfredo Golino

Tre per una

Per ogni regina che si rispetti, esistono dei moschettieri pronti a starle accanto. Così funziona da trent’anni a questa parte con il trio d’attacco più forte della contea, Danilo Rea al pianoforte, Massimo Moriconi al contrabbasso e Alfredo Golino alla batteria: tutti e tre, testa, spalla (baby one, two, three) di Mina. Tre musicisti che la divina ha voluto per sé, con la certezza di poter camminare insieme su sentieri diversi tra loro, sperimentare idee e generi musicali. Tre tocchi inconfondibili, con una formazione talmente versatile, transitata dalla melodia della canzone, al rock progressive, al tango, alla bossa, fino ad arrivare al jazz come approdo definitivo, ma senza esserne mai spocchiosamente devoti. Questo li ha resi nel tempo invincibili e inattaccabili; giganti già di loro, in numerose formazioni e in solo, ma soldati sceltissimi in studio con lei, che, a cenni rapidi e veloci, li ha portati ovunque.

Mina sa che vuole, sempre, parla poco e va. I tre hanno però deciso di mettere in piedi un progetto che cammina al contrario e da solo: Tre per una  è un disco bellissimo e molto potente che suona (e come suona!) canzoni ormai diventate standard, frammenti imprescindibili che raccontano la storia di Mina, ma questa volta senza di lei. Tutto è nato quasi per caso, in una serata a Cremona. La città voleva rendere omaggio alla sua “tigre” e i tre, invitati a suonare, non hanno più smesso, entrando direttamente in studio a registrare ciò che era avvenuto quella sera, sotto gli occhi vigili di Massimiliano Pani, che ha messo a disposizione gli studi PDU di Lugano, produzione e arrangiamento.

I brani eseguiti sono quello che ti aspetti quando ti trovi tra le mani un album che in copertina reca il nome di Mina: Non credere  apre e ti butta subito in medias res, senza lasciarti fiatare; Tintarella di luna è solo più in là, ma spiazza per la bellezza e il divertimento dei tre, che si sente tutto, nell’eseguirla; dei due grandi medley, citiamo quello con Battisti (Io e te da soli/Amor Mio/Insieme), nato anch’esso in una serata e rimasto un unicum, ormai patrimonio dell’umanità; si chiude con La banda di quasi 8 minuti, lasciando il passo, chissà, a una serie di capitoli successivi (che ci auguriamo). Il disco è un omaggio a lei, ma soprattutto al lavoro fatto in tanti anni, alla capacità laterale e polisemica di interplay che il gruppo (compreso di signora) ha sempre avuto, alla chiave jazz in cui sono stati suonati i pezzi, che nasconde dietro, soprattutto quando parliamo di canzoni scritte quaranta e cinquanta anni fa da autori monumentali, mille altre influenze e armonie incastrabili coi mondi sonori contenuti in quella voce, alla libertà di espressione che il comandante di questa nave, dai lunghi capelli rossi raccolti a treccia, ha lasciato loro senza mai dichiararlo esplicitamente. Mina parla poco, si diceva più su. Dopo l’ascolto del disco si è lasciata andare solamente a un «carino!». Ma chi la conosce, lo sa, basta così.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Massimiliano Pani
  • Anno: 2019
  • Durata: 52:76
  • Etichetta: PDU

Elenco delle tracce

01. Non credere
02. Parole parole
03. Medley Lucio Battisti: Io e te da soli/Amor mio/Insieme
04. Tintarella di luna
05. Grande grande grande
06. Via di qua
07. E se domani
08. Medley: Grande amore/Brivido felino/Acqua e sale
09. Vorrei che fosse amore
10. La banda

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