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Giovanni Nuti

Una piccola ape furibonda

«Una piccola ape furibonda, ultimo frutto del nostro matrimonio artistico (come la Merini amava definire il nostro rapporto), è una fedele trasposizione dei temi, delle emozioni e delle ossessioni che hanno occupato lo spirito di Alda nell’ultimo tratto della sua esistenza (… ) forse, come non mai, è un album pieno di gioia, di ritmo, di divertimento, anche se ci sono molti presagi di un congedo».


Giovanni Nuti presenta con queste parole l’ultimo frutto della sua collaborazione con la poetessa Alda Merini, iniziata nel 1993. L’album esce postumo, ma il musicista e la poetessa vi hanno lavorato insieme per due anni dopo l’uscita nel 2007 del loro precedente disco “Rasoi di seta”. La poesia della Merini, anche in questo ultimo lavoro, non manca di caratterizzarsi in quel tentativo di ri-afferrare l’ombra della totalità «il mio letto è una zattera che corre verso il divino» (Una piccola ape furibonda), di patire la dismisura dell’anima, la vertigine dei fogli bianchi e dall’altra l’accettare che esiste solo «il nostro breve pensiero, solo il nostro bisogno d’amore» (Mare e terra).


Una poesia scritta tutta al presente, tra oscurità e attesa, tra precipizio e forma, tra impulso inconsulto e ritmo di segreta durata: per questo, poteva scrivere Pasolini: «Nell’ atto della scrittura non ci sono confini tra prosa e poesia». Pasolini torna quasi evocato anche ne La stufa di maiolica, una denuncia nei confronti di quella povertà di valori e aridità di sentimenti che caratterizzano il nostro tempo.
Nuti veste la scorrevolezza musicale del verso, con melodie caratterizzate da un crescendo ritmico e gioiosamente rabbioso oppure intenso, con l’uso allegro di fiati e tamburi o con un’interpretazione leggera e disincantata; ciò che gli preme è restituire nell’ascolto l'assoluta spudoratezza con cui la Merini transita tra le proprie esperienze, un’eroica, spesso ironica, capacità di trascorrere tra gli eventi, gli uomini e le cose lasciandosene afferrare senza risparmio.


Come Lei scrisse: «Ecco, la poesia è un poco come la morte, sa toccare vette altissime senza paura del precipizio». Il libretto che accompagna il disco è illustrato da alcune acqueforti e collages che il pittore Enrico Baj creò per le poesie di Alda Merini e con il quale la Merini trovava un tratto comune nell’essere un uomo giocoso e ironico dissacratore. Efficace la scelta della ghost-track in cui Alda Merini canta la canzone Prima di venire insieme a Giovanni Nuti che l’accompagna al pianoforte; il brano e l’album si chiudono così sull’inconfondibile risata della poetessa.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Fausto Dasè
  • Anno: 2010
  • Durata: 38:37
  • Etichetta: Egea Incipit

Elenco delle tracce

01. Una piccola ape furibonda
02. Lascio a te questa impronta sulla terra
03. Il gas
04. Mare e terra
05. Il regno delle donne
06. Paura dei tuoi occhi
07. Il depresso
08. A mio figlio
09. La stufa di maiolica
10. Che rumore fa l’acqua
11. Amore irripetibile
12. Prima di venire (ghost-track)
 

Brani migliori

  1. Mare e terra
  2. La stufa di maiolica
  3. Che rumore fa l'acuqa

Musicisti

Vincenzo Virgillito: basso elettrico
Massimo Germini: chitarre acustiche, chitarre elettriche, bouzouky, mandolino
Gianluca Di Ienno: pianoforte
Giovanni Nuti: tastiere
Raffaele Kohler: violino, tromba
Simone Rossetti Bizzarro: viola, violino, orchestrazioni archi
Paolo Castrini: basso, Sint Bass – Mini Moog – Arp 2006
Roberto di Bella: basso elettrico, contrabbasso
Max Furian: batteria
Alberto Melgrati: oboe
Raffaele Brancati: sax soprano, clarinetto, flauto
Saverio Gliozzi: violoncello
Emanuele Ciampichetti: basso elettrico
Giancarlo Di Maria: scrittura archi, tastiere, programmazione computer
Daniele Perini: pianoforte
Mattia Giallombardo: batteria
Gabriele Simoni: tastiere
Roberto Gualdi: batteria
Daniele Ferretti: pianoforte
Stefano Cisotto: tastiere
Cristiano Ribaldi: tromba
Franco Cocuzza, Edoardo Francescani, Isabella Mangiarratti: cantori lirici
Fausto Dasé, Simone Rossetti Bizzarro: cori