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Statuto

Undici

Tornati, alfine, sul luogo del delitto. Come annuncia Paolo Pulici, bandiera del Toro dal 1967 al 1982: «Dopo il fatidico settimo anno, il ritorno degli Statuto». A Torino, ovviamente. Dove avevano deciso nel 2004 di non suonare mai più, in seguito a una serie di contrasti con giornalisti, promoter e altri esponenti della scena musicale locale.

Anni di autoesilio, fino al riavvicinamento avvenuto nel 2010 con la partecipazione al Traffic Festival, alla Reggia di Venaria. Non solo un concerto spettacolare che li ha visti aprire per due leggende come Specials e Paul Weller di fronte a quindicimila persone, ma un vero tributo alla cultura mod, di cui gli Statuto sono i nostri portavoce più noti, nella città italiana dove questa è più viva. E quindi un omaggio stesso alla band di Oscar Giammarinaro e soci, che prendono il nome proprio da quella piazza Statuto dove i primi modernisti torinesi iniziarono a trovarsi, nei primi anni Ottanta.

Gli Statuto tornano a Torino dunque: con un concerto l’11/2/11 all’Hiroshima Mon Amour, immortalato su questo bel disco live, intitolato appunto “Undici”. Numero che indica, oltre alla data, il numero di maglia di “Pupi” Pulici e le persone (tra la band, gli ospiti e il presentatore Nikki di Radio Deejay) sul palco per l’occasione. 23 pezzi, di cui uno inedito (sul disco anche in versione studio), per ripercorrere la storia quasi trentennale del gruppo. Niente più fiati in formazione (ma il ritorno di Alex “Bumba” Loggia alla chitarra) e una scaletta che lascia gran parte dei pezzi ska nella seconda tranche, aprendo con quelli più brit rock e R’n’B.

I temi cari agli Statuto ci sono tutti, a cominciare dal calcio, con Ragazzo Ultrà, l’inno Ancora Toro e Facci Un Gol, dedicata al capitano Pulici, al loro fianco nei cori. Canzoni specchio di uno sport che non c’è più, di una passione snaturata dalle speculazioni (come cantano in Controcalcio) e dalle tragedie (i due brani É già domenica e Un Ragazzo Come Me, rispettivamente su Gabriele Sandri e Matteo Bagnaresi). Non mancano i brani di denuncia, sincera, schietta, senza inutili intellettualismi, come Vattene Sceriffo, È tornato Garibaldi, Ghetto, e la cover dei Gang In Fabbrica, cantata insieme a Marino Severini. Una denuncia che si dimostra ancora più viva e precisa quando parla del territorio piemontese, come nell’intensa Alta Velocità.

Non è un mistero che gli Statuto abbiano sempre raccontato una Torino (e un’Italia) che cambia, o cerca di cambiare, partendo dal basso: sono così ancora attualissime Qui Non c’è Il Mare e il pezzo manifesto Piazza Statuto, nonostante risalgano a quasi vent’anni fa. E grande attenzione merita Troppo Lontana, unico inedito del disco, cantato dal vivo insieme a Ron: un brano lento, dalle influenze brit pop, ispirato sempre alla città della Mole e all’autoesilio della band. Senza dubbio una delle canzoni migliori degli ultimi Statuto, scritta da oSKAr insieme a Alex Bumba.

Sempre sull’onda dell’emozione, nell’album si trovano Grande, pezzo sul Grande Torino narrato dai nostri padri (o nonni, ormai), e la rilettura ska di Una città per cantare, anche questa cantata con Ron.

Ma siccome gli Statuto sono sempre stati un gruppo dinamico, nato per far saltare e cantare in coro, per scatenarsi sotto il palco alla maniera dei club londinesi di fine anni ’70, ecco arrivare i grandi classici in levare della band. Dalla mitica Piera ad Abbiamo vinto il Festival di Sanremo, datata 1992: il primo grande sberleffo all’industria musicale italiana, sul suo palco più prestigioso, quattro anni prima di La Terra Dei Cachi di Elio e Le Storie Tese. E ancora, le scanzonate Sole Mare e Vamos A La Playa, cantate insieme a Johnson dei Righeira, trascinano un pubblico numerosissimo ed euforico, fino alla conclusiva Piazza Statuto e ai bis.

Ottimo documento questo Undici, secondo live nella carriera degli Statuto dopo Le Strade di Torino (2006): un modo perfetto per celebrare il loro ritorno in grande stile (ovviamente) e la festa di bentornati in una città a cui hanno dato tanto, e sembrava assurdo non potessero più suonare.

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In dettaglio

  • Anno: 2011
  • Durata: 56:00
  • Etichetta: Sony Music

Elenco delle tracce

01. Troppo lontana (inedito da studio)

02. Campioni siamo noi

03. Vattene sceriffo

04. Alta velocità

05. Bella come il sole

06. Io salgo

07. Un ragazzo come me

08. È già domenica

09. È tornato Garibaldi

10. Controcalcio

11. Troppo lontana (live) (guest Ron)

12. Una città per cantare (guest Ron)

13. Sole mare (J. Righeira)

14. Vamos a la playa (guest J.Righeira)

15. In fabbrica (guest: Gang)

16. Ghetto

17. Qui non c’è il mare

18. Ragazzo ultrà

19. Grande

20. Facci un goal (guest Paolo Pulici)

21. Ancora Toro (guest Paolo Pulici)

22. Piera

23. Abbiamo vinto il Festival

24. Piazza Statuto

Brani migliori

  1. Troppo lontana
  2. Piera
  3. In fabbrica

Musicisti

Oscar “oSKAr” Giammarinaro: voce Giovanni “Naska” Deidda: batteria Valerio “Mister No” Giambelli: chitarra e cori Ennio “Teen Mod” Piovesani: basso Alex Bumba Loggia: chitarra Massimo Rumiano: tastiere Ron: voce in 11, 12 Johnson Righeira: voce in 13, 14 Marino Severini: voce, chitarra in 15 Paolo Pulici: cori in 20, 21